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Arriva dall'Italia una soluzione per l'illuminazione stradale che promette di garantire agli automobilisti una maggiore sicurezza, riducendo al contempo i consumi energetici. Al progetto europeo coordinato dal nostro paese attraverso l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (Inrim) di Torino partecipano Finlandia, Francia, Lituania, Svezia e Svizzera.
Al fine di assicurare la miglior visibilità notturna, è necessario verificare il modo in cui l'asfalto riflette la luce. «La giusta illuminazione dell'ambiente notturno determina la capacità di distinguere la strada dal terreno circostante e di rilevare eventuali ostacoli presenti sulla carreggiata», osserva Paola Iacomussi, la ricercatrice dell'Inrim che coordina il progetto. Quest'ultimo, della durata di tre anni, si chiama Surface (Pavement Surface characterisation for smart and efficient road lighting).
Attualmente in Europa il 40% degli impianti di illuminazione stradale rispetta le normative dell'Unione in merito; come precisa Iacomussi, però, «i dati su cui si fonda la regolamentazione europea risalgono a 40 anni orsono. Sono quindi superati e inutili. Basta pensare a quanto siano diverse le automobili di adesso dai veicoli degli anni '70 e a quanto siano mutate le condizioni del traffico».
Le tecnologie dell'illuminazione sono poi notevolmente migliorate. «Abbiamo lampioni - aggiunge Iacomussi - che illuminano solo dove serve, evitando di disperdere inutilmente luce verso l'alto». E non solo: «Ci sono poi le automobili a guida autonoma che 'vedono' in modo differente da noi», aggiunge.
Tutte queste novità permetteranno di aumentare la sicurezza stradale, rendendo più agevole il raggiungimento dell'obiettivo prefissato dall'Unione Europea della riduzione del 50% il numero delle vittime di incidenti stradali nel decennio dal 2010 al 2020.