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Sembra il susseguirsi di una partita di calcio: ieri l'annuncio che avrebbe visto un "no" del governo italiano alla ratifica preliminare del bando alle elettriche del 2035 previsto oggi (e spostato a venerdì); ma nel secondo tempo scende in campo anche la Germania sul fronte degli scettici per voce del ministro dei trasporti Volker Wissing, che stigmatizza la mancanza di una proposta da parte della Commissione sulla richiesta tedesca di comprendere gli e-fuel (carburanti sintetici a impatto zero) nel Fit for 55, il programma di riduzione della CO2 che comprendeva il bando alle termiche.
"In mancanza di una proposta in tal senso, il governo di Berlino non può approvare la delibera finale che era prevista per il 7 marzo". Una dichiarazione di peso che fa seguito a quanto detto ieri da l nostro ministro Gilberto Pichetto Fratin riguardo alla prevista riunione prevista oggi e poi spostata a venerdì ma non ancora riconfermata.
Il ministro tedesco ha riaffermato che "chiunque faccia discorsi seri sul clima non può chiudere le porte a tutte le altre opzioni, e non capisco questo accanimento contro le auto e perché alcune persone vogliono bloccare certe tecnologie".
Arrivare a una settimana dalla ratifica finale e rimettere tutto in gioco sembra una posizione folle, ma evidentemente anche la lobby tedesca dell'auto, che da sola genera il 5% del Pil teutonico, si è fatta sentire, nonostante i carmaker germanici siano coloro che hanno investito di più in assoluto per l'elettrificazione, con il gruppo Volkswagen e Mercedes in prima fila. Bisogna dire che l'Italia aveva paventato questi scenari da molto tempo e persino gli statisti di vecchia scuola come Romano Prodi hanno sottolineato il danno in termini di competenza e di posti di lavoro che questa corsa a tutto gas (pardon, a tutta batteria) verso il 2035 senza altre opzioni avrebbe comportato. Tra l'altro anche la Polonia e l'Ungheria avevano già messo chiarito la loro opposizione contraria al piano UE. Resta da vedere ora cosa sarà in grado di proporre la Commissione: la cosa più probabile è l'ammissione, per un certo numero di anni, di soluzioni alternative all'elettrico come i carburanti sintetici oppure l'idrogeno, per cogliere gli obiettivi del 2050 senza devastare l'economia europea spalancando le porte agli aggressivi costruttori cinesi.