Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
L’allarme è lanciato dalla associazione nazionale dei centri di soccorso autoveicoli (ANCSA, la più rappresentativa della categoria anche per i gestori dei depositi giudiziari ) attraverso il suo presidente Giancarlo Izzi. Lo leggiamo sulle pagine del portale dell’Asaps in questi giorni: con le modifiche agli articoli 213, 214 e 215 del C.d.S. è stato introdotto “l’obbligo di affidamento al trasgressore” dei veicoli sottoposti a sequestro e fermo amministrativo. Un obbligo che ha pochissime e tecnicissime eccezioni. Naturalmente si capisce da dove è nata la modifica, si è voluto ridurre i costi di custodia a carico dell’Erario. Ma, denuncia l’ANCSA, a che prezzo?
“Tali misure -scrive Izzi- appaiono in realtà uno sconcertante passo indietro dello Stato nella sua funzione di controllo e di garante della sicurezza dei cittadini: viene meno la funzione deterrente della pena accessoria, risultano depenalizzati nei fatti certi comportamenti pericolosi, diminuisce la funzione di controllo degli organi di Polizia, si perde il rispetto delle regole che deve valere per tutti”.
Quanti dei trasgressori seriali, domanda Izzi, si asterranno dall’usare ulteriormente il veicolo affidato? Il numero dei veicoli sottoposti a sequestro e dei casi di recidiva è in netta crescita, come cresce del resto anche il numero dei veicoli sprovvisti della copertura assicurativa: 2.8 milioni di veicoli, nelle stime più recenti!
Si capisce che l’ANCSA difenda gli interessi della categoria e i numerosi posti di lavoro nei centri di soccorso e nei depositi giudiziari (circa diecimila occupati, precisa Izzi), ma l’allarme ci pare comunque giustificato: come prima conseguenza la sicurezza stradale fa un passo indietro -e di passi avanti ne abbiamo fatti ben pochi: il tasso italiano di mortalità stradale è tra i più alti in Europa- poi aumenterà la vendita fraudolenta ad ignari acquirenti di un mezzo irregolare (sul PRA non risulta nulla), e nella migliore delle ipotesi molti i veicoli inutilizzabili dal trasgressore finiranno abbandonati su aree pubbliche e private con danni all’ambiente. Ce n’è abbastanza per unirci alla protesta.