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Il prezzo del petrolio è precipitato in apertura di seduta del 31% sui mercati europei. Si tratta il peggior calo dal 1991, cioè dai tempi della Guerra del Golfo, dopo che l'Arabia Saudita e la Russia hanno innescato una guerra dei prezzi facendo saltare il vertice Opec+.
A far crollare il greggio, ai minimi da quattro anni, la “guerra” in atto tra paesi produttori: da un lato la Russia, che non ha accettato i tagli di produzione extra che l'Opec ha cercato di imporle per contenere il calo della domanda dovuto all’epidemia di Coronavirus.
Dall’altro l’Arabia Saudita che ha reagito attraverso Aramco, la compagnia nazionale, che ha venduto il suo barile a un prezzo senza precedenti: 10,25 dollari al di sotto del prezzo del Brent. Di conseguenza, Wti e Brent sono scesi rispettivamente a 29 e a 33 dollari al barile.
Il tonfo ha trascinato al ribasso tutti i titoli italiani del settore, con forti cali in doppia cifra per Eni, Saipem e Tenaris, le blue chip del listino milanese.