Il nuovo corso Trump preoccupa i costruttori tedeschi

Il nuovo corso Trump preoccupa i costruttori tedeschi
Pubblicità
Ma BMW, Daimler e Volkswagen hanno un peso non indifferente sull'economia USA
27 gennaio 2017

Punti chiave

Il nuovo corso nei confronti dell'industria dell'auto del neopresidente degli USA Donald Trump preoccupa i costruttori tedeschi, grandi esclusi (almeno per il momento) dal confronto sul futuro della produzione negli USA che alla Casa Bianca ha coinvolto solamente le "Big Three" nazionali, ovvero General Motors, Ford e Fiat-Chrysler.

Il presidente Repubblicano ha promesso per chi investirà negli USA meno tasse, procedure più semplici e un alleggerimento della sorveglianza sulle emissioni con un ridimensionamento della EPA. In cambio, però, pretende che siano aperte nuove fabbriche e creata nuova occupazione. E, ancora più importante, sembra deciso a perseguire la linea dei dazi al 35% sulle importazioni dal Messico per scoraggiare le delocalizzazioni al di là del confine, una pratica che invece per i costruttori è molto conveniente.

«Rimane però da vedere se e come questi annunci verranno sviluppati dall'amministrazione USA in futuro. Nel Congresso ci saranno resistenze considerevoli al piano di tasse sull'importazione», avverte Matthias Wissmann, capo della VDA, l'associazione delle Case automobilistiche tedesche.

«Le decisioni di investimento nell'industria dell'auto sono prese sul lungo periodo e non posso essere accantonate da un giorno all'altro. L'industria automotive tedesca è sparsa in tutto il mondo. Restrizioni all'area NAFTA potrebbero dare all'economia una scossa considerevole e nessuno lo desidera. Per i produttori tedeschi gli Stati Uniti non sono solo il secondo mercato più ampio, ma anche una base per le esportazioni molto importante. Negli ultimi sette anni abbiamo quadruplicato la produzione a 850.000 unità e più della metà dei veicoli prodotti dalle aziende tedesche negli USA sono esportate. Con l'applicazione di dazi e altre barriere agli scambi, gli Stati Uniti si darebbero la zappa sui piedi nel lungo periodo», spiega Wissmann.

Sul suolo americano BMW possiede lo stabilimento di Spartanburg, nel South Carolina, dove vengono impiegati circa 8.000 addetti nella produzione dei SUV X3, X4, X5 ed X6, Daimler è presente con la fabbrica di Tuscaloosa, in Alabama, in cui lavorano oltre 3.500 persone alla produzione di GLE, GLE Coupé GLS e Classe C, mentre Volkswagen ha la sua base produttiva a Chattanooga, in Tennesee, dove oltre 3.200 persone assemblano la Passat e da poco il nuovo SUV Atlas.

A questi numeri vanno aggiunti poi quelli di coloro che lavorano nelle amministrazioni, nella filiera dei ricambi, dei servizi finanziari, nei rapporti con i clienti, nella ricerca e sviluppo. La presenza dei costruttori stranieri negli USA crea inoltre lavoro per i dealer, le officine di assistenza e per le aziende dell'indotto. 

Uno studio indipendente condotto da Ernst & Young per Volkswagen ha stimato che la Casa di Wolfsburg impiega negli USA al 2016 ben 119.830 persone, di cui solo 7.306 direttamente, 38.580 tra i dealer Volkswagen e Audi presenti nel paese e ben 73.944 nell'indotto. 

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Argomenti

Da Moto.it

Pubblicità