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Circolava da un po’ di tempo l’infausta notizia sulle difficoltà economiche che non hanno risparmiato nemmeno un’istituzione leggendaria com’è il mitico circuito del Nürburgring, uno dei più famosi e difficili del mondo.
Difficoltà che in effetti hanno costretto al fallimento la Società che lo gestisce (dopo aver accumulato debiti per oltre 400 milioni di euro), il che, di conseguenza, ne implica la vendita all’asta: il prezzo base, stabilito dal curatore fallimentare Jens Lieser, sarebbe di 125 milioni di euro per l’impianto e relative strutture collaterali, vedi museo, alberghi, castello, centro congressi, zona spettacoli (come l’ormai celebre Rock am Ring).
Insomma, un importantissimo “pezzo” di storia degli sport motoristici rischia di sparire? Chiaramente tutti noi appassionati speriamo di no, anche perché circola già da un anno la voce che il carismatico Bernie Ecclestone, boss indiscusso del circus F1, fosse interessato a rilevarne la proprietà, come fece col mitico impianto francese Paul Ricard di Le Castellet, rilevato nel 1999 dalla sua società Excelis due anni dopo la scomparsa di Monsieur Ricard.
Inoltre, il popolo dei social network sta fremendo per cercare di organizzare un gruppo di imprenditori che possano essere interessati a risollevare le sorti di questo impianto leggendario che si snoda lungo i monti dell’Eifel, la cui costruzione iniziò nel 1925 per terminare nella primavera del ’27.
E che vanta quei leggendari 20,81 km di pura ed esaltante follia che è appunto il tracciato della Nordschleife, noto anche come “Inferno Verde”, con le sue 174 curve diverse che si snodano tra i guardrail in mezzo ad una meravigliosa foresta. Un tracciato che nell’84, per ovvi motivi di sicurezza, venne sostituito dall’attuale GP-Strecke di 4.556 metri, portati agli attuali 5.148 nel 2002.