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All’Automotive Dealer Day di Verona, abbiamo posto al vice-premier e ministro degli Interni Matteo Salvini una serie di domande inerenti le questioni più calde per la filiera dell’auto e per gli automobilisti.
«E’ ora di alleggerire il peso delle tasse per chi lavora con l’automobile».
Meno tasse sulle auto aziendali quindi, questo è il primo obiettivo. Investimento che per lo Stato si traduce in un'operazione capace di dare nel breve e medio termine un ritorno comunque positivo, per tutti, grazie alle maggiori vendite che se ne ricaverebbero. Stime precise a parte, si parla di detrazione totale dell’Iva sulle auto aziendali, ma anche di regole da uniformare per le grandi rivendite online dei gruppi internazionali, che fanno concorrenza ai rivenditori classici nazionali, in regimi differenti.
«Prendo l’impegno a nome mio e del Governo. Quello di mettersi al lavoro già con la prossima manovra finanziaria, per aiutare il rinnovo del parco auto. Non voglio usare un approccio ideologico per il settore, come fanno alcuni che vedono solo certi mezzi (elettrici, ndr). Aiutiamo sì il progresso, ma senza penalizzare chi lavora e chi non inquina».
Un Salvini attento alle problematiche dei delaler e non nemico del motori diesel e benzina, secondo una precisa logica. Meno idealisa ma più basata su dati concreti, condivisa da molti operatori dell'auto riuniti ad ascoltare il suo intervento, a Verona.
Con Salvini non abbiamo trattato solo temi cari ai professionisti dell'auto, ma anche vicini e molto sentiti dagli automobilisti italiani.
«Dobbiamo lavorare per aiutare gli automobilisti italiani a sostituire le loro auto più vecchie, meno sicure e più inquiinanti».
E le misure già apportate? Il Bonus-Malus emissioni, pensate di correggere il tiro?
«Dobbiamo lasciare da parte la battaglia ideologica e concentrarci sulle reali cause dell'inquinamneto atmosferico. Oggi certe motorizzazioni sono demonizzate, quando in realtà i moderni motori diesel sono pari se non meno inquinanti, di quelli elettrici. Ciò che è realmente importante è liberare le strade dalle motorizazioni obsolete (pre Euro4) favorendo la diffusione di veicoli di ultima generazione».
Modelli di auto nuovi ma anche usati, come ha correttamente precisato Plinio Vanini, titolare di Autotorino e portavoce dei rivenditori durante la conferenza stampa.
Per gli automobilisti, si prepara un nuovo Codice della Strada, qual'è il suo giudizio allo stato attuale?
«Siamo vigili in commissione (con l'on. Morelli) e vogliamo dare regole nuove con sanzioni pesanti: anche il sequestro delle auto, se non a norma. Controlli spietati, per la sicurezza. Pensiamo ai nuovi mezzi poi, quelli inediti da normare e anche ai nuovi limiti: non devono essere un tabù, per certe grandi arterie».
Velocità maggiore dei 130 Km/h come in alcune nazioni vicine all'Italia, quindi? Ne sentiremo ancora parlare, nelle aule del parlamento. Mentre in un altro parlamento, quello Europeo, si dettano le regole di ecologia e sicurezza per le auto di domani, influenzando tutti i mercati compreso il nostro. Normative stringenti per l'industria europea e italiana, da sempre eccellenze nello sviluppo e nella produzione di tecnologie legate al mondo automotive.
Chiediamo al Ministro Salvini se non sia il caso, anche in questa sede, di riportare i temi più in ambito pratico che ideologico.
«Assolutamente, alcune regole oggi in nome di un'ideologia, non difendono l'eccellenza tecnologica dei singoli Paesi europei, Italia compresa, al contrario favoriscono altri Paesi. Non ci si rende conto che per produrre energia elettrica occorre quasi sempre bruciare qualcosa. Se oggi tutti dovessimo avere un'auto elettrica, non avremmo nemmeno la possibilità di muoverci».
Oggi gli automobilisti italiani sono governati territorialmente in modo disomogeneo. Una situazione che continua a cambiare e che rende molto complicato dare ai consumatori e ai concessionari, modo di programmare le loro azioni a medio e lungo termine. Lei pensa che ci debba sempre essere un'autonomia locale, in questo tipo di decisioni, oppure che occorra un coordinamento più centrale?
«Io sostengo e rispetto le autonomie, ma ci sono alcuni sindaci che penalizzano in maniera folle chi usa l'auto per lavoro. Non si può penalizzare interi quartieri nelle città. Anche perchè si sposta il problema dai centri nelle periferie, più intasate e inquinate. Alcune linee guida varrebbe la pena valutarle, per le ZTL».
Prospettive interessanti quindi, per automobilisti e rivenditori auto, almeno secondo i piani. Ora però ci sono di mezzo le elezioni europee. Salvini si è impegnato su alcuni di questi temi e ha promesso anche di istituire un tavolo permanente di discussione sul fronte automotive, da ottobre.
Lo seguiremo in questi mesi, sperando che gli impegni presi possano tradursi in realtà. Per chiudere, se qualcuno si domandasse quale è l’auto preferita dal Ministro degli Interni: «Al momento io guido una Fiat, 500 e mi trovo bene».