Il mercato italiano in pillole. L'analisi del primo trimestre 2016

Il mercato italiano in pillole. L'analisi del primo trimestre 2016
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Tre mesi di vendite analizzate in maniera trasversale: come sta orientandosi il mercato, anche in considerazione delle dinamiche dei prezzi dei carburanti?
12 aprile 2016

L’azione combinata della discesa dei prezzi di benzina e gasolio e le grandi campagne promozionali messe in atto dalla Case producono effetti concreti sulle vendite, dando nuovo impulso alle modalità più tradizionali di alimentazione. Nel primo trimestre 2016, infatti, le auto diesel crescono del 22% e quelle a benzina del 35%, le vetture ibride registrano un incremento del 49% e le elettriche calano del 31%; segno negativo per le vetture a propulsione alternativa: quelle a GPL in tre mesi perdono il 20% rispetto ad un anno fa e 2,8 punti di quota, mentre le vetture a metano calano per il 22% dei volumi e per 1,5 punti di quota.

Automobile, bene privato per eccellenza

Tra gennaio e marzo 2016, le vetture intestate ai privati sono per oltre il 49% alimentate a gasolio, per il 37% a benzina, per il 7,6% a GPL, per il 3,6% a mMetano e per l’1,9% sono ibride. Le auto intestate a società sono invece per il 66,5% a gasolio, il 28% a benzina, l’1,9% a GPL, l’1,4% a metano, il 2% sono ibride e lo 0,2% elettriche.

La quota delle vendite ai privati in Italia resta più alta rispetto a molti paesi europei; per contro, l’incidenza delle auto aziendali in Italia è molto più bassa che in Francia, Germania, Regno Unito e Spagna. Uno dei freni all’acquisto di auto aziendali è rappresentato dalla pressione fiscale, in Italia più alta degli altri major market europei. Un primo alleggerimento fiscale del quale beneficia l’auto viene dalla Legge di Stabilità 2016, che punta ad incentivare gli investimenti in beni strumentali nuovi fino al 31 dicembre, attraverso una maggiorazione della deduzione ai fini della determinazione dell’Ires e dell’Irpef. Tra i beni beneficiari del super-ammortamento vi sono le auto aziendali acquistate anche in leasing, ma nessun bonus è previsto per quelle in noleggio a lungo termine.

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Più forte la domanda nel Sud e nelle Isole

L’alto di gamma registra anche marzo un incremento delle vendite del 23%, che arriva a circa il 31%. A marzo sono in crescita le vendite di SUV di tutte le dimensioni, con oltre 48.000 nuove immatricolazioni e crescita del 33%. La quota dei SUV raggiunge il 26% del mercato nel cumulato, dove si registra un’ulteriore riduzione dei segmenti A/B per un punto percentuale, scendendo nel primo trimestre 2016 al 45% di quota.

Crescono, invece, i segmenti C (medie-inferiori) e D (medie) rispettivamente del 24% e del 25% nel mese di marzo e del 28,7% e del 17% nel totale del primo trimestre.

A gennaio-marzo 2016 tutte le regioni registrano volumi di immatricolato in crescita, ad eccezione della Valle d’Aosta (-0,1%). L’incremento maggiore si registra nell’area Sud-Isole, con un +29,2% (che ora arriva al 15,3% del mercato nazionale) e nel settore Nord-Est, con un +21,8% (per un quota del 35,4% del mercato). Le regioni che registrano nel primo trimestre del 2016 un incremento inferiore a quello nazionale sono Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige, Toscana e Sardegna. 

Ma non è tutto oro quel che luccica. Una parte della popolazione resta esclusa dalla possibilità di acquistare un’auto: i giovani

Uno su dieci forse la compra

L’ISTAT ha svolto un sondaggio, interrogando un campione statistico sulle intenzioni di acquisto di un’auto nei prossimi mesi: le risposte confermano il positivo trend del mercato, visto che il 9,3% degli interpellato ha affermato “certamente si” o “probabilmente si” alla domanda sulla possibilità di formalizzare un acquisto; un valore in crescita, che lo scorso anno era all’ 8,4% ed appena all’5,1% nel 2014. Ma non è tutto oro quel che luccica: una parte della popolazione resta esclusa dalla possibilità di acquistare un’auto: i giovani. Il tasso di disoccupazione giovanile, vicino al 40% (a febbraio 2016 al 39,1%), è molto superiore sia alla media UE28 del 19,7%, che alla media Area Euro del 22%1; i paesi europei con i tassi di disoccupazione giovanile più bassi risultano Germania (7,1%), Repubblica Ceca (11%), Danimarca (11,1%) e Paesi Bassi (11,2%). L’esclusione dal lavoro e la mancanza di un proprio reddito, di fatto “congela” questa fascia di consumatori, per i quali l’alternativa per la mobilità privata si chiama car sharing.

Carburanti, un pieno… di tasse!

Secondo le indicazioni del FMI, il prezzo del petrolio (media tra le quotazioni WTI, Brent e Dubai) nel 2015 è stato di 50,8 dollari USA a barile, inferiore del 47% rispetto a al prezzo medio del 2014, quando sfiorava quota 100 (per l’esattezza, 96,2). E l’eccesso di produzione rispetto alla richiesta comporta un’ulteriore discesa dei prezzi: le previsioni del FMI per il 2016 indicano una quotazione di soli 34,8 dollari USA a barile (in calo quindi sul 2015 per oltre il 30%), per poi forse risalire un po’ nelle stagioni a venire.

In Italia, nel 2015 il prezzo industriale dei carburanti ha subìto una contrazione sul 2014 del 21% per la benzina, del 24% per il gasolio e del 26% per il GPL. In conseguenza, il peso della componente fiscale ha continuato ad incidere sempre di più sul prezzo alla pompa: il prezzo medio annuale è infatti sceso solo del 10% per la benzina, del 13% per il gasolio e del 20% per il GPL.

All’inizio del 2016, il prezzo medio ponderato dei carburanti è sceso ancora, con valori in picchiata dal 7,5 al 10,2%, ma in compenso le imposte (IVA+Accise) hanno preso a volare, gravando per il 70,9% sul prezzo della benzina, contro il 66,9% di un anno fa, per il 69,8% su quello del gasolio, contro il 62,1% del 2015 e toccando il 44,5% sul prezzo del GPL, contro il 41,8% di un anno fa.

Ricordiamo che l’imposizione fiscale sui carburanti ha portato nelle casse dello Stato 37 miliardi di euro nel 2014, oltre il 51% del carico fiscale che pesa su tutta la motorizzazione, in aumento (+0,9% sul 2013), nonostante il calo dei consumi. Su benzina e diesel grava una lunga serie di accise (la prima risale al 1935), una forma di tassazione diretta, sicura e a costo zero per lo Stato, utilizzata per coprire spese straordinarie: accise che non decadono mai allo scadere delle cause che le hanno determinate.

Secondo gli ultimi dati disponibili del Ministero dello Sviluppo Economico, i consumi di carburante sono saliti a febbraio 2016 del 4,7% per la benzina, del 4,9% per il gasolio e del 4,1% il GPL rispetto allo stesso mese del 2015.  

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