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La Germania è l'unico paese europeo in cui il mercato ha tenuto botta nonostante la pandemia di COVID-19: le immatricolazioni registrate sono 120.840 unità, con un calo del 61,1% rispetto allo stesso periodo del 2019. Una flessione notevole, ma non quanto il crollo verticale visto in Italia, la nazione con la contrazione più vistosa, - 97,6%. Il motivo è presto detto: le limitazioni imposte dal governo tedesco non sono state stringenti come nei paesi del Sud Europa, e i concessionari hanno riaperto i battenti già il 20 aprile, a differenza di quanto accaduto in Italia, dove la rete è rimasta ferma fino al 3 maggio.
In ogni caso, anche in Germania è scattato l'allarme per il calo della domanda; ad impensierire i giganti dell'auto tedesca sono i possibili effetti della pandemia sulla propensione all'acquisto da parte dei consumatori. Sin dall'inizio dell'emergenza, Volkswagen, Daimler e BMW sono in pressing sulle autorità locali e federali per un programma di incentivi che non riguardi solamente i veicoli elettrificati, ma anche le vetture endotermiche.
Al momento non si è arrivati ad un accordo: l'ultimo incontro tra il cancelliere Angela Merkel, le case e i sindacati ha dato fumata nera. Si è deciso di costituire una task force per mettere a punto delle proposte dettagliate da sottoporre al governo federale nel mese di giugno. Nel frattempo, l'intero settore automotive del nostro continente si sta muovendo per chiedere all'Unione Europea l'implementazione di misure per svecchiare il parco circolante e dare una spinta al mercato messo in ginocchio dalla crisi attuale.