Il grande buco nero degli EV cinesi. Spoiler: sono tutti in perdita tranne Byd e LI Auto

Il grande buco nero degli EV cinesi. Spoiler: sono tutti in perdita tranne Byd e LI Auto
Pubblicità
Il mercato delle auto elettriche e ibride plug-in in Cina è saturato, e i conti di metà anno sono in rosso per tutte tranne due costruttori. Anche Tesla nei guai
31 luglio 2024

Rivoluzione green quanto mi costi?. Ne sanno qualcosa le case automobilistiche che nel corso degli ultimi anni si sono lanciate nel mercato dei veicoli elettrici (EV, Electric Vehicles). Occidentali, certo, ma anche cinesi, e cioè quelle che più di tutte hanno cavalcato l'onda verde grazie alle politiche impartite da Pechino. Il risultato è che, dalle nostre parti, si contano decine di marchi delusi per l'impatto fin qui avuto dai loro mezzi, gli stessi che avrebbero dovuto trasformare la mobilità americana ed europea. C'è chi ha raccolto frutti più magri dei semi coltivati (Mercedes, Stellantis) e chi, peggio ancora, ha visto fallire l'intera baracca. In quest'ultimo caso rientrano i coraggiosi pionieri che ambivano a diventare i nuovi Elon Musk: la Fisker di Los Angeles, fallita il 18 giugno; la Lordstown Motors dell'Ohio; la californiana Proterra e così via. Non sorridono i pionieri d'oltre Muraglia. All'ombra della Città proibita, nel mercato elettrico più grande del pianeta, è infatti in corso un massacro silenzioso. Lo ha ben evidenziato l'ultimo rapporto della società di consulenza Alixpartners, secondo cui è vero che in Cina l'elettrico vende alla grande, ma è altrettanto vero che nel 2023 soltanto due case automobilistiche hanno di fatto guadagnato. Quali sono? Byd e Li Auto. Il resto è in rosso. Persino Tesla nel primo trimestre ha fatto i conti con una brusca frenata dei ricavi, con un poco rassicurante -8,6% e ancor più preoccupante -55% degli utili.

Il profondo rosso delle case automobilistiche elettriche

Vendono tanto, spaventano l'Occidente, hanno indotto Stati Uniti e Unione Europea ad attuare dazi nei loro confronti. Eppure, in patria, le grandi aziende cinesi di EV soffrono le pene dell'inferno. Come detto, sono tutte in rosso tranne Byd e Li Auto. Un esempio? X-Peng, che quattro anni fa poteva sfoggiare un titolo in Borsa che navigava intorno al valore di 64 dollari, ora deve accontentarsi di appena 8 dollari. Nio, un altro fulmine a ciel sereno proveniente dall'Oriente, è passata dai 61 dollari del 2021 agli attuali dieci o poco più. Che cosa sta succedendo? Colpa di una concorrenza sfrenata, asfissiante, soffocante. Ci sono infatti troppe aziende – oltre cento a livello planetario - impegnate a cavalcare un'onda ingovernabile e forse meno alta di quanto non immaginiamo. Il mercato, poi, si sa come funziona: in questa giungla sopravvive soltanto chi riesce ad effettuare investimenti intelligenti e proporre prodotti rilevanti. Gli altri, presto o tardi (qualcuno lo ha già fatto), sono costretti ad alzare bandiera bianca. Ci sarebbe poi da considerare la redditività delle aziende impegnate nel settore degli EV, ancora bassa e in grado di soddisfare soltanto i gruppi più grandi.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

Anche le aziende cinesi piangono

Negli ultimi anni, l'industria cinese degli EV ha registrato un boom impossibile da ignorare. Adesso ha iniziato invece a fare i conti con una dolorosa resa dei conti. L'Agenzia Internazionale per l'Energia (IEA) ha scritto che, nonostante si preveda che l'adozione di veicoli elettrici oltre la Muraglia crescerà del 45% nel 2024, esistono ancora "molte più aziende di EV in Cina di quante possano sopravvivere in un mercato competitivo". I dati sono clamorosi. Solo nel 2014, appena dieci anni fa, oltre 80mila aziende registrate in Cina sono entrate nel settore dell'elettromobilità; nel 2023, oltre l'80% delle vendite di auto elettriche in Cina si è però concentrato in poco più di 30. Cosa significa? Che, con circa 123 società cinesi a contendersi la clientela, il numero di operatori probabilmente diminuirà drasticamente. Il rapporto dell'IEA parla chiaro: il mercato cinese degli EV probabilmente si coordinerà attorno a una manciata di "campioni solidi". Non è un caso che il capo di X-peng, He Xiaopeng, ha parlato di un "round ad
eliminazione diretta" che potrebbe concludersi in un "bagno di sangue". Intanto i prezzi dei modelli continuano a scendere nonostante il rallentamento della crescita del Paese. Per la Passenger Car Association cinese, le vendite di veicoli a nuova energia dovrebbero aumentare del 25% nel 2024, in calo rispetto al 36% dell'anno precedente. A marzo le startup di EV HiPhi, WM Motor sostenuta da Baidu, e Aiways sostenuta da Tencent hanno esaurito i fondi per sostenere le loro attività. Altri marchi, tra cui Levdeo e Singulato Motors, sono entrati in procedura fallimentare. Il Governo cinese, che deve controllare da vicino ogni cosa, è ancora indeciso sulle strategie da adottare, e per il momento riattiva la soluzione più semplice ma anche la più rozza: aumentare gli incentivi per le NEV (elettriche e ibride) secondo lo schema italiano: chi rottama un auto vecchia riceve 2.550 euro di sconto. Gli incentivi in Cina erano stati sospesi nel 2022.

Pubblicità