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Tra le molte attività che sono colpite dal blocco di mobilità per il Coronavirus in Italia, anche la società Autostrade. Quella tristemente nota per i molti drammi degli incidenti stradali, o per il traffico in coda e per i pedaggi. Ora che sulle autostrade si viaggia e certo si viaggerà molto meno, anche Aiscat (l’associazione di settore) chiede al governo un aiuto, economico.
Il “Cura Italia” non cura le casse e il lavoro di Autostrade, dove anzi si stima -80% di traffico e quindi di incasso. Messa in crisi è la stessa sopravvivenza di certi concessionari sulla rete autostradale, se i blocchi permangono altri mesi. Aiscat chiede per loro la sospensione delle tasse e dei debiti verso le amministrazioni pubbliche. Ovviamente gli automobilisti ricordano che Autostrade, nello specifico il gruppo Atlantia (famiglia Benetton) ha fatto grandi incassati negli anni recenti, ma il sottosistema dei piccoli, non ha solidità finanziaria analoga, al netto di tutte le spese.
Molto varie e articolate, le richieste portate, come moratoria dei debiti, sospensione ammortamenti e persino contributo per la continuità e la sicurezza del servizio. Richieste da comprendere e dettagliare, per un servizio certo importante, ma che fanno a dir poco imbizzarrire persone che magari oggi non hanno più da lavorare del tutto (non -80%). Senza tutela alcuna o non proporzionata e calcolabile da un rappresentante che parla ai ministri e non hanno mai fatto un debito; semmai contano i morti per il Covid-19. Richieste queste delle autostrade invero non dedicate per forza solo a chi come ASPI, si trova con altre magagne pregresse da tamponare pubblicamente, come la gestione degli strascichi per il ponte Morandi.