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La portata dello scandalo Carlos Ghosn, Ceo automobilistico finito agli arresti l’altro giorno, non è da poco sebbene la notizia per molti italiani, avvezzi a casi giudiziari di personaggi influenti nella società tricolore, passi come una delle tante. I conteggi di fine anno nel 2017 hanno detto che, almeno per ora, il maggior gruppo automobilistico per numero di veicoli venduti è proprio quello di Nissan – Renault – Mitsubishi: 10,6 milioni annui.
Nel suo ventennio al timone di una nave che è divenuta ammiraglia, con interessi a bordo da parte persino dei governi (quello francese detiene quote di Renault) Ghosn ha collezionato importanti successi, come l’elettrificazione, soprattutto in Nissan, il recupero del marchio Dacia e qualche degna nota sportiva apprezzata dai puristi, con la F.1 e il recupero di Alpine.
Proprio la fetta asiatica del gruppo però, con Nissan, ha dichiarato usando toni fermi che coopera con l'investigazione, puntando anche sul dirigente americano Greg Kelly. Nissan ha prontamente estromesso Ghosn, mentre i francesi di Renault, per ora, lo hanno in qualche modo “solo sostituito”. Le Case e anche i rappresentati politici (es. lo staff di Macron) hanno confermato la volontà di avere ancora uno stato ben solido, della reciproca alleanza, ma secondo alcuni la stessa è a rischio, pensando a come nel fronte interno fosse già vivo un filone giapponese non totalmente in linea con certe strategie validate da Ghosn.
Attualmente il bilanciamento di potere è a favore di Renault, con quasi il triplo delle partecipazioni francesi in Nissan (43,4% contro 15% dei giapponesi in Renault). Prima di una ventilata fusione, pare che adesso potrà esserci qualche nuovo approfondimento da fare, specie per Hiroto Saikawa, uomo forte di Nissan, che tra le altre cose vanta volumi di fatturato molto superiori a Renault.