Il caos dei dossi rallentatori: dai liquidi non newtoniani a quelli "naturali" fatti con le buche nell'asfalto

Il caos dei dossi rallentatori: dai liquidi non newtoniani a quelli "naturali" fatti con le buche nell'asfalto
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Lo scopo è indubbiamente benefico, ma il modo di applicare questi dispositivi sta sfuggendo di mano: in un caos di viabilità creativa i comuni non rispettano le norme per i dossi rallentatori
26 dicembre 2024

Come se non bastasse l'incuria per le strade piene di buche, sempre più spesso incontriamo manufatti non regolari per rallentare il traffico sulle strade urbane: i dossi rallentatori hanno precise caratteristiche di rilievo e di visibilità, ma non tutti rispettano queste regole e da dispositivi di sicurezza gli elementi in rilievo possono diventare un pericolo per le quattro e le due ruote. Il caos è anche normativo: infatti in Italia esiste una regolamentazione per i dossi rallentatori ma non una per i passaggi pedonali, che spesso vengono realizzati con lunghezze e pendenze improvvisate e non adeguate per i veicoli. In realtà queste opere, siccome modificano il profilo verticale della carreggiata, creano artificialmente un dosso longitudinale convesso. Ma mentre per i dossi esiste un minimo di normativa in Italia, finisce che ogni ente, fa come crede, con risultati di un'anarchia e irresponsabilità nel trattamento delle strade, di fatto aumentando il rischio e l'insicurezza per tutti gli utenti della strada.

Oltretutto questi dossi fuorilegge collocati su tratti di strada al alta intensità di traffico, si dimostrano spesso inadatti a sopportare il carico di migliaia di veicoli al giorno, usurandosi precocemente in un dissesto generale che non viene adeguatamente ripristinato, in parte per incuria, in parte per gli elevati costi di manutenzione. Per non parlare del pericolo che questi improvvisi "scalini" rappresentano nelle ore notturne e col bagnato per i veicoli a due ruote dove un rialzo di 11-14 cm rispetto al piano stradale rappresentano un rischio mortale che ha già portato alla condanna di tecnici del comune e di realizzatori dell'opera (Verona).

La tecnologia dei fluidi non newtoniani inventata qualche anno fa dalla società spagnola Badennova SL dell'inventore Jose Antonio Aguilera non ha avuto seguito (benché finanziata dalla UE con 71.500 euro nel 2017. Che fine avranno fatto?), interessante solo dal punto di vista fisico: l'invenzione consisteva in una sacca riempita di una sostanza viscosa che ha la proprietà di comprimersi solo se viene schiacciata a bassa velocità, mentre diventa rigida se la velocità aumenta oltre una certa soglia. Evidentemente il progetto si è rivelato troppo costoso e bisognoso di manutenzione per diffondersi.

Il dosso "intelligente" inventato in Spagna
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La rilevazione della velocità elettronica potrebbe anch'essa venire in aiuto per la realizzazione di rallentatori "intelligenti" e più efficaci, ma anche in questo caso il coso dell'impianto è proibitivo: si tratta di un servomotore collegato ad un misuratore di velocità che regola l'altezza del rilievo sulla carreggiata lasciando passare senza ostacoli i veicoli che procedono ad andatura regolare e rallentando gli altri.

Il dosso intelligente sperimentato in Messico
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Il nuovo Codice della Strada

Il nuovo Codice della Strada recentemente entrato in vigore prevede una serie di disposizioni anche in merito alla sicurezza dell'infrastruttura stradale, per esempio con lo studio per il cosiddetto "terzo guard rail" a salvaguardia dei motociclisti. La legge 177 del 25 novembre 2024 all'articolo 35 comma t) prevede una delega al Ministero di predisporre nuove linee guida alle amministrazioni locali sulla costruzione di infrastrutture stradali e arredi urbani volte a migliorare anche la sicurezza degli utilizzatori di veicoli a due ruote.

Da Moto.it

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