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Si chiamano in modo strano e non facile da ricordare forse, Coradia iLint, ma sono chiaramente dei pionieri che saranno menzionati nella storia. Parliamo dei nuovi treni a idrogeno che in Germania, nota patria dei motori diesel auto, come i TDI Volkswagen o i CDi Mercedes, prendono il posto di alcune vecchie flotte diesel. Il motivo? Semplice: ecologia e leggi da rispettare in primis, ma anche praticità ed economia. Le ultime due sono quelle che nell’automotive proprio mancano, come vi abbiamo recentemente spiegato dagli Stati Generali milanesi sull’idrogeno come fonte energetica di mobilità.
Questi treni azzurri da 300 passeggeri, che sono spinti a emissione zero fino a 140 Km/h, per circa 1000 Km di autonomia, usano delle celle combustibile a idrogeno. Sono poste in alto e danno origine, quale prodotto della trasformazione energetica, a vapore acqueo. La trazione elettrica sfrutta anche delle batterie a ioni di litio e un recupero energia in frenata, garantendo rispetto al diesel un comfort acustico molto superiore.
Qualche lacuna logistica per i rifornimenti ancora la hanno, effettivamente, ma si stanno attrezzando i tedeschi e intanto i treni iLint viaggiano, da fine 2018 lungo una rete non certo moderna, che non si sarebbe convertita facilmente. Costa davvero troppo elettrificare tutta la rete ferroviaria EVB in Bassa Sassonia, per metterci poi treni elettrici e la Germania, che di ferrovie ne ha parecchie e anche datate, in questo caso ha preferito avere subito la soluzione, inedita, dell’idrogeno.
Costano cari anche gli iLint, perché si parla di 5,7 milioni di euro l’uno, ma non sono certo come le milionate a go-go che andrebbero per elettrificare centinaia km di linee ferroviarie, impossibili da recuperare con rincari di biglietto. Secondo le stime i treni a idrogeno vengono ammortizzati già a metà del loro ciclo vita (10 anni su 20) e mettono subito in regola con l’ecologia.
Sono messi peggio di noi, come quantità di rete ferroviaria non elettrificata, i tedeschi, ma trattano coerentemente auto e treno, bannando il diesel su asfalto e su rotaia, gradualmente. 14 i nuovi treni a idrogeno Alstom ordinati, più altri cinquanta previsti nei prossimi anni nelle zone del Nord e le prime stazioni di rifornimento (in circa quindici minuti) che si stanno allestendo dove serve. L'auto a idrogeno che si mette in lungo viaggio e trova rifornimento facile, per ora da noi non esiste (dovrebbe gravitare sempre intorno a Bolzano) ma per i treni pare che qualche regione italiana si stia interessando.
OMF