I più grandi “matrimoni” della storia dell’automobile

I più grandi “matrimoni” della storia dell’automobile
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L’ultimo è quello, ancora non perfezionato, tra FCA e PSA, ma nella storia dell’industria automobilistica acquisizioni e fusioni, spesso clamorose, sono da sempre una costante. Ecco quelle più importanti, dagli inizi del ‘900 ad oggi
6 novembre 2019

La storia dell’automobile è punteggiata da grandi fusioni ed acquisizioni, quelle che nel gergo economico si chiamano operazioni M&A, ovvero “mergers and acquisitions”. L’ultima e tra le maggiormente rilevanti in ordine di tempo è quella ancora non perfezionata (mai dire mai visto com’è andata a finire con Renault...) tra PSA ed FCA, che catapulterebbe insieme i due Gruppi dal fondo della classifica top 10 dei costruttori globali a ridosso del podio.

La più importante risale agli inizi del ‘900, quando la neonata General Motors acquisì in rapida successione Buick, Oldsmobile, Cadillac, Elmore, Oakland (che sarebbe diventata poi la Pontiac) e ci mancò poco che prendesse anche Ford, mentre negli anni ‘10 entrò a far parte di GM anche Chevrolet, per citare solo alcuni delle più famose tra le oltre trenta aziende (non solo di automobili ma anche di componentistica) che il fondatore William Durant volle riunire sotto un’unica holding

Il suo scopo, semplificando un po’, era quello di utilizzare gli stessi fornitori e tecnologie per i diversi brand, razionalizzando i costi e poter vendere sotto un unico ombrello societario i prodotti di ogni marchio alla clientela di riferimento. Esattamente come si fa ancora oggi per ottenere economie di scala attraverso cui migliorare la redditività. 

Per questo motivo le M&A in ambito automobilistico non sono affatto infrequenti, anzi. Una delle prime fusioni in Europa è quella tra la francese Darracq e le inglesi Sunbeam e Talbot, che diede vita al Gruppo S.T.D. nel 1920. Dalle ceneri della filiale italiana della Darracq che aveva sede a Napoli e costruì uno stabilimento a Milano in zona Portello e che abbandonò l’Italia dopo appena tre anni (fu attiva appena dal 1906 al 1909) sarebbe poi nata nel 1910 la Alfa Romeo. 

Negli anni '20 la Grande Depressione è all'origine di un'altra grande fusione: è quella che dà vita nel 1932 alla tedesca Auto Union, che nasce dalla fusione di DKW, Audi, Horch e Wanderer, quattro Case ognuna con il suo segmento d'elezione, dalle utilitarie alle berline di lusso. La società adottò come simbolo i quattro anelli che sarebbero poi diventati il marchio di Audi e si dimostrò molto forte nelle competizioni, sostenuta dal regime nazista che smaniava per dimostrare la superiorità tedesca in ogni campo, automobilismo compreso. Corsero su delle Auto Union anche Tazio Nuvolari e Achille Varzi. La Auto Union divenne di proprietà della Daimler nel 1958, ma fu ceduta alla Volkswagen già nel 1964. 

William Durant, fondatore della General Motors. Fu il primo a comprendere l'importanza delle fusioni in campo automobilistico
William Durant, fondatore della General Motors. Fu il primo a comprendere l'importanza delle fusioni in campo automobilistico
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Nel 1926 in Germania nasceva invece la Daimler. Come? Dalla fusione, per l’appunto, della Benz & Co Rheinische Gasmotorenfabrik Mannheim di Karl Benz e la Daimler-Motoren-Gesellschaft di Gottlieb Daimler, che diedero vita alla Daimler-Benz AG con sede a Berlino.

All’inizio degli anni ‘30, in Inghilterra Rolls-Royce acquisì la rivale Bentley che si trovava sull’orlo del fallimento. I due gloriosi marchi rimasero un’unica entità fino al 1998, quando lo Spirit of Ecstasy entra a far parte di BMW mentre la “B” alata diventa di proprietà Volkswagen.

Tra le più grandi aggregazioni del secondo dopoguerra si ricorda quella del 1968 che formò la British Leyland Motor Corporation, che riunì sotto una grande azienda di Stato la maggior parte dell’industria britannica. Sotto la stessa proprietà finirono Austin, Jaguar, Rover Land Rover, Mini, Morris, Daimler, Vanden Plas, Wolseley, Lanchester, Albion, SMC, Alvis e BSA.

In Italia tra il 1967 e il 1969 la Fiat ingloba la OM di Brescia, la Autobianchi e la Lancia. Nel 1968 il Lingotto si lega a Citroen, di cui condivide con il 49% la proprietà con Michelin, che detiene invece il 51%. L'accordo avrà vita breve: sarà sciolto nel 1972 per la contrarietà prima del presidente Charles De Gaulle e, dopo le sue dimissioni, di Georges Pompidou. L’acquisizione più importante è però il 50% di Ferrari nel 1969, affare che permette alla Casa di Maranello di correre in Formula 2 (categoria che ammette solo motori prodotti in grande serie, che furono realizzati da Fiat) e il cui primo frutto è la nascita delle Dino.

Nel 1988 Fiat sale al 90% di Ferrari, la quale ridiventa società indipendente con lo scorporo del 2016, rimanendo però sotto il controllo della famiglia Agnelli-Elkann attraverso la holding Exor. (Nell'immagine di apertura: Enzo Ferrari e Gianni Agnelli al Salone di Torino del 1967. Nel 1969 Fiat acquisirà il 50% di Ferrari)

Karl Benz e Gottlieb Daimler: dall'unione delle rispettive aziende nasce nel 1926 quella che oggi si chiama Daimler AG
Karl Benz e Gottlieb Daimler: dall'unione delle rispettive aziende nasce nel 1926 quella che oggi si chiama Daimler AG

Risale al 1974 invece la nascita dell’odierno Gruppo PSA, che prende forma dall’acquisizione da parte di Peugeot di una Citroen sull’orlo della bancarotta. Quattro anni dopo PSA acquisirà Chrysler Europe, che commercializzava le francesi Simca, le britanniche Rootes e le spagnole Barreiros, riunendo i modelli sotto il marchio Talbot.

Anche gli anni ‘80 sono segnati da importanti fusioni/acquisizioni: negli USA nel 1985 Chrysler si fonde con la AMC acquisendo il 49% a cui era salita via via Renault a partire dal 1979. La Casa francese lascia così gli USA, mentre Chrysler si mette in casa il marchio che oggi è il più in forma di FCA, ovvero Jeep.

Nel 1986 Volkswagen acquista il 51% della spagnola Seat, dando inizio ad una campagna di shopping che porterà il Gruppo VW alle dimensioni odierne con la conquista di Skoda nel 1990, la già menzionata Bentley insieme a Bugatti e Lamborghini (attraverso Audi) nel 1998.

Sergio Marchionne e Barack Obama nel 2011: l'ex presidente USA gli accordò la sua personale fiducia nel salvare la Chrysler dalla bancarotta. Così nacque FCA
Sergio Marchionne e Barack Obama nel 2011: l'ex presidente USA gli accordò la sua personale fiducia nel salvare la Chrysler dalla bancarotta. Così nacque FCA

Nel 1987 Ford arriva al 75% della britannica Aston Martin. Salirà al 100% nel 1994. Gli anni ‘80 e ‘90 sono anni di grandi acquisti per l’Ovale Blu in Europa, che nel 1989 rileva Jaguar e nel 1999 la divisione auto di Volvo. Land Rover diventerà di Ford, che la acquista da BMW (che a sua volta nel 1994 era diventata proprietaria del Rover Group), nel 2000. I tre marchi europei insieme alle americane Lincoln e Mercury formano il Premier Automotive Group, che viene progressivamente smantellato dal 2006 al 2010 con la cessione dei brand europei per via della scarsa redditività dal presidente Alan Mulally. Nel marzo 2008, Ford vende Jaguar e Land Rover alla indiana Tata Motors, mentre Volvo Cars passa nel 2010 alla cinese Geely. Aston Martin è invece la prima del PAG ad essere venduta, nel 2007 ad una cordata di investitori inglesi. 

Nel 1998, mentre Ferrari assume il controllo di Maserati, avviene la fusione tra la tedesca Daimler e l’americana Chrysler, che dà vita alla DaimlerChrysler. Integrare le piattaforme si rivela però più difficile del previsto e i risparmi previsti all’inizio dell’accordo non ci sono. Chrysler viene ceduta al fondo Cerberus nel 2007.

Nel 1999 nasce l’alleanza Renault-Nissan, che tecnicamente non è né un’acquisizione né una fusione ma uno scambio azionario, anche se il duo, che diventa trio nel 2016 con l’ingresso nell’alleanza di Mitsubishi, agisce in pratica come un’unica società, pur con dirigenze separate.

Nel 2005 Porsche acquista il 18,5% di Volkswagen AG, salendo al 50,8% nel 2009 in quella che fu una scalata paragonata alla lotta tra Davide contro Golia. La crisi che investì tutto il mondo dell’auto in quell’anno rovesciò le parti e nel 2012 Porsche diventò la decima marca della galassia di Wolfsburg.

Esempi di aggregazioni poco riuscite: il Premier Automotive Group di Ford nato nel 1999 che riuniva i marchi Lincoln, Mercury, Aston Martin, Jaguar, Land Rover e Volvo. Le vendite non decollarono mai e dal 2002 fu progressivamente smantellato e i marchi europei ceduti. Nella foto il presidente del PAG Wolfgang Reitzle con i modelli del 2000
Esempi di aggregazioni poco riuscite: il Premier Automotive Group di Ford nato nel 1999 che riuniva i marchi Lincoln, Mercury, Aston Martin, Jaguar, Land Rover e Volvo. Le vendite non decollarono mai e dal 2002 fu progressivamente smantellato e i marchi europei ceduti. Nella foto il presidente del PAG Wolfgang Reitzle con i modelli del 2000

La crisi del 2009, anno in cui GM e Chrysler dichiararono bancarotta, è all’origine dell’odierno Gruppo FCA: il gruppo americano è prossimo al fallimento, ma grazie al benestare del presidente Barack Obama Fiat diventa con il 20% azionista di riferimento e Sergio Marchionne viene investito del ruolo di CEO. Salirà al 58,5% nel 2012 e al 100% nel 2014, trasformando quella che era partita come una partecipazione azionaria in una vera e propria fusione. L’anno dopo Marchione propone un’alleanza alla collega di GM Mary Barra, ma la proposta viene rifiutata.

Arrivando ai giorni nostri, la necessità di aggregazioni nel settore automotive sembra avere un’ulteriore impennata sulla spinta delle normative sulle emissioni e della crescente necessità di tecnologie avanzate per la sicurezza e per la connettività che impongono sforzi economici in R&D e produzione troppo grandi per essere affrontati da soli. In quest’ottica si inseriscono le più recenti operazioni M&A come quella che ha portato al passaggio di Opel da GM a PSA o alla joint venture tra Daimler e Geely e quella, che pare in predicato di essere perfezionata, tra FCA e PSA.

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