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Se ci sono maghi che possono realmente prevedere il futuro, meglio del "Mago di Segrate" interpretato da Abatantuono nel 1982, che si facciano avanti. Verso le istituzioni però, in modo riservato e non direttamente sui social, che sono parte della rovina in cui ci troviamo. A loro, i maghi, finito il lavoro serio per dare supporti al Governo nel gestire la pandemia, chiederemmo anche dove vanno a parare i mercati auto di tutto il mondo. Nessuno lo sa con certezza. Nessuno, a oggi, sa quando riprenderà il libero movimento dei cittadini con necessità di pieno uso dei mezzi di trasporto. Figuriamoci immaginare come saranno messe le tasche, il lavoro e la volontà di acquisto di una nuova auto o SUV.
La nazione che prima ha fronteggiato il maledetto assassino Covid-19 (perché assassino lo è, in più di un senso) è quella Cina il cui mercato dell’auto è sempre stato citato come esempio. Esempio parecchio fuori parametro invero, rispetto alla cara vecchia e poco unita oggi Europa, ancor più al nostro Bel Paese. Bene, se prima poco aveva a che fare il trend di quella nazione dove sfornano auto elettriche per imposizione, con il nostro, almeno un parametro comune ora lo abbiamo: la grande restrizione nella mobilità imposta dallo Stato per il Coronavirus.
Da loro, in queste settimane, si sta rimettendo in moto l’industria con crescita della mobilità, pur se non piena liberà. Le prime stime per il mercato auto Cina 2020, dove molte concessionarie hanno riaperto ma il “giro del lavoro” sembra comunque essere dimezzato, oscillano intorno al 10% negativo per le auto e -25% per i mezzi commerciali leggeri.
Simile ripercussione a fine anno, che per la Cina vorrebbe dire compensare bene crolli vertiginosi dei mesi recenti, da noi sarebbe come manna dal cielo per il settore. Prendendola sul ridere, la situazione che invece è di quelle in cui piangere, ogni numero dato sul mercato auto oggi, varrebbe più come giocata al lotto che come reale prospettiva su cui basarsi. L’Europa a febbraio ha segnato -7.3% generale, valore destinato a peggiorare in marzo e aprile. Tutti sperano nella fluttuazione con poi inversione di tendenza per l’estate, ma è ancora da vedere, impossibile contare.
Tra le cifre in ballo, nelle ipotesi basate sulle sensazioni più che sulla sostanza, anche quelle delle sanzioni per il target emissioni. Si parla di rivedere i termini Europei, allungarne le date (2035, 2040?) allontanare in pratica l’invasione di certe motorizzazioni troppo legate a fattori non europei e rivitalizzare magari quelle più classiche, come il diesel.