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Una della abitudini più odiose agli occhi degli automobilisti corretti riguarda il malcostume di utilizzare la corsia d'emergenza per superare le auto in colonna per traffico o incidente: furbetti d'ogni risma, dalle city car ai grandi Suv, si credono superiori alle regole e, complice anche la totale impunità finora riservata a tali comportamenti, spesso si fanno beffe di quanti, rispettando le regole della circolazione, attendono fermi ad attendere lo smaltimento della coda.
Ora qualcosa sembra muoversi, per evitare il ripetersi all'infinito di un atteggiamento odioso: la Polizia Stradale negli ultimi giorni ha avviato una serie di controlli a tappeto sulle principali arterie urbane, i raccordi autostradali e le autostrade, alla caccia proprio dei “furbetti della corsia d'emergenza”.
I risultati non si sono fatti attendere: i quasi ottocento poliziotti impegnati nel servizio hanno fermato e controllato 1.620 veicoli ed in poche ore sono state ritirate 76 patenti, tolti 808 punti e contestate oltre 100 infrazioni al Codice della Strada, oltre alla redazione di molti verbali con pesanti sanzioni di carattere pecuniario a carico degli automobilisti colti in flagranza.
In campo sono scese 392 pattuglie della Polizia Stradale, che hanno istituito sull'intera rete nazionale 385 posti di controllo, tesi a reprimere un fenomeno particolarmente pericoloso, in quanto occupare la corsia d'emergenza significa precluderne l'uso ai veicoli di soccorso impegnati in operazioni di sicurezza.
«Dall'inizio dell'anno i nostri equipaggi - sottolinea in una nota il Servizio Polizia Stradale - hanno controllato 749.661 veicoli, rilevando 1.319.696 infrazioni, tra cui 500.527 eccessi di velocità, con 17.615 patenti ritirate e 2.175.441 punti sottratti».
Dalla Polstrada arriva un ulteriore monito ai furbetti delle corsie di emergenza: «Fate attenzione, poiché le telecamere sono inesorabili ed inviano le immagini alle nostre centrali operative, consentendo di controllare a distanza comportamenti non corretti poi sottoposti alle sanzioni previste dal Codice».