I carburanti sintetici: c'è vita oltre benzina e diesel

I carburanti sintetici: c'è vita oltre benzina e diesel
Pubblicità
Non solo elettrico per la futura mobilità: le fonti d'alimentazione non derivate dal petrolio reclamano un loro spazio
29 novembre 2023

Biocarburanti, combustibili sintetici, carburanti sintetici: a candidarsi come alternative credibili ai classi carburanti di origine fossile, benzina e gasolio, grazie ai continui progressi della ricerca tecnologica, ci sono anche propellenti ottenuti da materie prime di recupero, come gli scarti della cucina industriale (oli di frittura esausti, olio vegetale, scarti di grasso animale, ecc...), o combustibili liquidi ottenuti da fonti davvero alternative (e di cui diremo a breve), senza dimenticare il contributo che può arrivare da quelli prodotti dallo scarto della gomma o della plastica.

Insomma, in attesa di capire cosa accadrà davvero nel 2035 almeno in ambito europeo, siamo innanzi ad un panorama in continua evoluzione e molto interessante per gli sviluppi potenziali che promette, visto che potrebbe in qualche modo permettere di “tenere in vita” i motori termici modificandone l’impatto ambientale.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

In attesa che si perfezioni il processo di “democratizzazione“ dell'idrogeno (ovvero risolvendo i problemi ancora complessi legati alla riduzione dei costi di produzione, allo stoccaggio, alla distribuzione sul territorio delle stazioni di rifornimento) non c'è dubbio che l'interesse maggiore sia oggi rivolto verso i carburanti sintetici ottenuti da materie prime presenti ovunque, come carbone, gas naturale, biomasse, anidride carbonica catturata nell’ambiente.

Un territorio esplorato con molto interesse dalla Case: per esempio, Porsche in questo settore ha investito capitali importanti, visto che neppure dodici mesi fa ha inaugurato in Cile un impianto pilota di produzione di e-fuel, dando vita ad un progetto cui collabora anche Siemens Energy.

In questo caso, l'e-fuel viene prodotto grazie all'elettricità generata da un impianto eolico: tramite elettrolisi, si provvede a dividere l'idrogeno dall'ossigeno dell'acqua, e dall'idrogeno trattato con CO₂ (estratta dall'aria) si produce e-metanolo; la fase successiva, di sintesi da metanolo a benzina, permette di ottenere una benzina grezza sintetica, a sua volta trasformata in carburante conforme agli standard e quindi utilizzabile nei comuni motori a benzina.

In tema di carburanti sostenibili, Eni ha da tempo proposto HVOlution, il primo diesel prodotto al 100% da materie prime rinnovabili e disponibile nelle stazioni di servizio in tutto il territorio italiano.

Derivato da scarti e residui vegetali, da olii generati da colture non in competizione con la filiera alimentare attraverso una rete di agri-hub sviluppata in diversi paesi africani, contribuisce all’immediata decarbonizzazione del settore dei trasporti anche pesanti, tenuto conto delle emissioni allo scarico, perché utilizzabile da tutte le motorizzazioni.

L’utilizzo di Hvo assicura una riduzione delle emissioni di CO2 su tutta la filiera rispetto al carburante di origine fossile con percentuali dal 60 al 90% a seconda della carica utilizzata per la loro produzione.

Per questi motivi HVOlution rientra nella categoria dei “biocarburanti”, i combustibili di origine biologica prodotti a partire da biomasse, scarti e residui dell’attività agricola e forestale e relative lavorazioni, comprese sostanze vegetali e animali, ma anche da rifiuti biodegradabili: sono risorse rinnovabili, perché la loro produzione si basa su materie prime in grado di riprodursi in breve tempo.

La suggestione maggiore, comunque, resta quella legata all'idrogeno, da usare per generare elettricità tramite le fuel cell o direttamente come carburante.

Dopo i primi, storici tentativi di BMW risalenti ormai quasi a vent'anni fa, oggi ci riprova Toyota, tramite uno sperimentale tre cilindri alimentato da idrogeno allo stato gassoso, contenuto in bombole ad alta pressione.

L'idrogeno rappresenta in natura la molecola con la più alta densità d'energia e un solo chilo, che contiene la stessa energia di 2,1 kg di gas naturale o di 2,8 kg di benzina, è sufficiente a percorrere ben cento chilometri; una comune berlina alimentata ad idrogeno potrebbe avere quindi un'autonomia enorme, non lontana dalla soglia dei mille chilometri ed emettendo allo scarico solo vapore acqueo.

Vedremo mai l'alba di un giorno simile?

Argomenti

Pubblicità