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Sguardo pacato ma fiero, andatura decisa e un sorriso stampato in volto. Così ci si presenta Michel Nandan, Team Principal Hyundai WRC, a margine della tappa sarda del campionato del mondo, che ha consegnato il secondo ed il terzo gradino del podio a Paddon e Neuville.
Rispetto alla passata stagione, avete lavorato parecchio.
«Abbiamo apportato qualche modifica importante per quanto riguardava l'affidabilità a metà del 2014. Ad oggi, abbiamo migliorato la gestione del software, l'ICU, per avere maggiori valori di coppia. Vi è stata un'evoluzione importante nel collettore d'aspirazione. Siamo sempre al lavoro per capire dove e come migliorarci.»
Lo scorso anno, in Sardegna, è stato annunciato l'arrico di Frison in veste di Direttore Tecnico. Di cosa si sta occupando, in questo momento?
«Il suo principale lavoro è quello di coordinare tutta la squadra tecnica. Al momento, si sta concentrando sulla vettura 2016: sarà basata sulla nuova i20, ma avrà 5 porte. Il debutto è previsto al prossimo Rally di Montecarlo, e devo dire che l'impegno su questo progetto non manca minimamente, dato che è dal 2014 che ci stiamo lavorando alacremente. L'abbiamo portata in strada due settimane fa, e faremo altrettanto la settimana prossima, in Finlandia. L'ufficio tecnico lavora per circa l'80-85% del tempo sulla nuova auto, ma non siamo minimamente fermi nemmeno sull'attuale: dal Rally di Germania porteremo degli step evolutivi per quanto riguarda il propulsore, e speriamo che ciò possa fornirci più coppia. Questo è ciò che possiamo fare per il presente, perché il grosso dell'impegno è focalizzato sul futuro. Dal 2014 ci siamo portati avanti su diversi aspetti per incrementare la solidità dell'auto. I problemi ci sono sempre, ma la i20 è performante, anche se c'è da lavorare per essere a livello della Volkswagen.»
Quanto differirà la vettura del 2016? Siete partit da un folio bianco, per la sua realizzazione?
«L'abbiamo davvero sviluppata da zero. A livello concettuale, ci sono dei tratti in comune, ma la macchina sarà nuova al 95%: cambieranno il motore, la trasmissione... Mi sento di affermare che non vi sarà un solo pezzo simile all'attuale i20.»
A livello concettuale, ci sono dei tratti in comune, ma la i20 sarà nuova al 95%
Dopo aver conquistato diversi buoni piazzamenti – tra cui una vittoria – la passata stagione, ora avete concluso a podio con due auto in Sardegna. Un pensiero al mondiale, per il 2016, pare dovuto.
«Siamo qui per questo. Vogliamo lottare con Volkswagen, e la macchina nuova ci aiuterà anche in questo.»
Se Paddon dovesse confermarsi sui livelli visti in Sardegna sarebbe più una risorsa per Hyundai o un problema per Neuville?
«Hayden è con noi perché abbiamo fatto una chiara scelta: è veloce, ha molte possibilità. L'anno scorso, quando si unì a noi, volevamo che maturasse passo passo, e lo ha fatto nel modo giusto. In Messico ed in Argentina ha avuto sfortuna, però in Portogallo ha dimostrato i propri livelli di performance. Ha avuto un vantaggio per via della posizione di partenza, ma ha dimostrato di saper tenere lo stesso passo di Ogier. Semplicemente, Paddon ha avuto sfortuna, un po' come tutti o quasi, visto che Ogier, da questo punto di vista... Sappiamo che in confronto a Volkswagen, la performance della nostra macchina è inferiore. Il secondo posto ci rispecchia.»
Quanto manca a livello di motore per raggiungere le Polo WRC?
«Dobbiamo lavorare su quell'aspetto, ma non solo. Anche il telaio richiede qualche piccola miglioria, ed abbiamo bisogno di maggiore trazione. Ci servono studi più approfonditi per rifare il motore, per alleggerire delle componenti. Tutti questi punti, tuttavia, li abbiamo già analizzati per la macchina nuova.»
Quanto peso hanno le decisioni del pilota per la mescola delle gomme da utilizzare in prova?
«Totale. Lui conosce le strade, lui guida e lui sceglie. Noi possiamo fornire i dati, le condizioni climatiche, ed in base a ciò lui sceglie. Chiaro che se dovesse arrivare ad una proposta assurda, in quel contesto ne discuteremmo con lui. A livello di team, poi, cerchiamo sempre di diversificare le scelte.»
Neuville, nell'ultimo periodo, ci è sembrato un po' appannato. Questo calo nel rendimento è dovuto ad uno stato di forma negativo o agli strascichi polemici dovuti alla macchina 2016?
«Penso sia meglio chiederlo a lui, direttamente. Semplicemente, per quanto ci ha riportato, non si sentiva a suo agio con l'assetto della vettura. Può aver cercato di colmare il gap com Volkswagen in qualche modo, ma al momento non siamo ai livelli della Polo WRC. Abbiamo dimostrato, tuttavia, che in situazioni particolari ce la possiamo giocare.»
Dopo aver vinto nel 2014 in casa della Volkswagen, ora sentite sulle vostre spalle un peso maggiore?
«La vittoria di quel rally è stata figlia di determinate circostanze, ed è un fatto notorio. Verissimo, alla fine siamo riusciti a vincere: le nostre vetture erano lì, ed hanno risposto subito “presente” una volta occorsi i problemi alle Volkswagen. È una vittoria, ma non la si può considerare tale in senso assoluto.»
Sappiamo che in confronto a Volkswagen, la performance della nostra macchina è inferiore. Il secondo posto ci rispecchia
Il Rally di Sardegna è tra i più duri inseriti in calendario: vi piace questo genere di corse?
«Negli ultimi 5 o 6 anni, i rally sono stati più “facili”, con un fondo stradale meno duro. Quest'anno abbiamo avuto una svolta: non solo Sardegna, ma anche Argentina e Portogallo si sono rivelati impegnativi. I rally sono così.»
Se tale livello di durezza dovesse essere confermato anche dalle altre prove per il prossimo futuro?
«In tal caso, adatteremo la nostra auto.»
Con l'arrivo della quarta maccchina, come cambia – se cambia – la struttura del team?
«Nulla, dato che il team che si occupa di sviluppare la nuova vettura è separato.»
Cosa vi aspettate da Abbring? Perché avete scartato un pilota come Atkinson?
«Abbring è il nostro test driver. È un pilota giovane, che ha molto potenziale. La scelta su chi tenere, si effettua in base a quel parametro.»
Avete una tabella di marcia o delle imposizioni dall'alto?
«La nuova i20 arriva per aiutarci nella conquista del titolo mondiale. Nel 2017 entrerà in vigore un nuovo regolamento. La nostra avventura nel WRC è iniziata due anni fa: avremmo potuto portare sui campi di gara direttamente la nuova i20, ma abbiamo preferito esordire con questa per far svolgere il giusto allenamento al team, a differenza di quanto fatto da alcuni nostri competitors. Normalmente, prima si sviluppa la macchina, poi si va in gara. Noi abbiamo fatto l'esatto opposto.»
A livello di struttura, tutto ha funzionato come previsto o avete dovuto adottare degli aggiustamenti di una certa importanza?
«Ad essere onesto, non ho mai visto qualcosa che funzioni come previsto. La nostra progressione procede come si deve. Abbiamo sempre qualche membro nuovo che si aggrega a noi, siamo arrivati al punto di considerarci una piccola ONU, dal momento in cui sono rappresentaet in questo team ben 26 nazionalità! Realizzare un team dal nulla, è molto complesso. Nel 2013, eravamo davvero in cinque persone. Occorre almeno un altro anno per avere qualcosa di funzionante.»
Nel WTCC, Citroen ha portato un pilota marocchino. Nel rally, tale punto di vista esiste?
«Dipende essenzialmente dalla politica della marca. Abbiamo preso dei piloti che reputavamo essere di livello, poi bisogna fare un discorso sulla base delle richieste del marketing. Al momento, non possiamo lamentarci.»
In Hyundai si lavora su macchine ad alte prestazioni, risultati raggiunti a seguito dell'interazione forte con il motorsport. La gente oggi ci sceglie per la qualità delle nostre auto
Dani Sordo sta fornendo l'apporto che vi aspettavate?
«Le sue performance sono sempre state valide. Ha avuto, purtroppo, un problema di natura tecnica al serbatoio. Sia in Portogallo che in Sardegna, abbiamo visto che occupa buone posizioni, ed i tempi che fa registrare sono validi. Lo rivedremo con noi nel 2016. A tal proposito, la prossima stagione avremo tre auto. Paddon non ci ha sorpreso: Paddon sappiamo che va forte, in Portogallo è stato il migliore tra le Hyundai. Preso il campione del mondo come riferimento, lui è stato all'altezza.»
Quali aspettative nutrite per il Rally di Germania?
«Ogni volta che partecipiamo ad una corsa, vogliamo fare il meglio possibile.»
Lo sport, talvolta, modifica radicalmente l'immagine di un marchio. Avete già ottenuto un riscontro in termini di vendita?
«Se siamo qui a competere nel WRC, è per merito di una decisione del board di amministrazione, al fine di migliorare l'immagine di Hyundai a livello sportivo. In Hyundai si lavora su macchine ad alte prestazioni, risultati raggiunti a seguito dell'interazione forte con il motorsport. La gente oggi ci sceglie per la qualità delle nostre auto: basti pensare che 7 persone su 10 che acquistano una ix35, lo fanno optando per l'allestimento top di gamma. Non veniamo più visti solo come un pezzo di ferro economico.»
Avete già qualche dato di questo cambiamento di percezione da parte del pubblico?
«Non avevamo un modello sportivo all'interno del nostro parco auto. Ora abbiamo lanciato la i30 Turbo, una vettura spinta da un motore da 1.6 litri, in grado di erogare 186 cavalli. Abbiamo, come team di WRC, il supporto totale e completo della casa madre. Siamo costantemente in contatto con il centro di ricerca e sviluppo in corea, con cui lavoriamo praticamente 24 ore al giorno. Il rally, rispetto alla Formula 1, offre una solida base di tecnologia meccanica, oltre ad offrire direttamente l'immagine del prodotto.»
Avete individuato quale sia il punto forte nel modo di lavorare di Volkswagen?
«Volkswagen Motorsport esiste da molti anni. La struttura era già avviata, e quando hanno deciso di cimentarsi nel WRC avevano già un piano operativo vincente e ben delineato, ricco a livello organizzativo, oltre che di strutture e di banchi di prova da sfruttare. Noi siamo ancora giovani, ci vorrà del tempo, ma sapremo farci valere.»
Marco Congiu