Dopo il programma F1, cancellato anche il progetto NSX
21 dicembre 2008
Addio competizioni, addio ricerca delle alte prestazioni, e avanti tutta con l'ibrido: è questa la risposta di Honda alla crisi del settore auto. Una risposta coraggiosa, perchè rinnegare da un giorno all'altro quanto fatto in precedenza - investendo centinaia di milioni di euro ogni anno - dimostra certamente un grande coraggio, oltre che una capacità di reazione all'evoluzione del mercato che ha pochi uguali tra i grandi costruttori.
F1: prima raddoppia, poi lascia
Eppure proprio la rapidità di questo cambiamento di rotta lascia perplessi: Honda aveva iniziato il mondiale 2008 addirittuta con due team di F1, considerando che la Super Aguri altro non era che un team creato con il pieno sosteno della casa giapponese per dare un volante al suo protetto Sato, e per il secondo anno di fila aveva rinunciato alle decine di milioni di euro garantiti da un main sponsor per utilizzare le proprie monoposto come cartelloni pubblicitari per un messaggio ecologista. Un messaggio che il pubblico aveva tutto il tempo di leggere quando passavano le vetture, considerando la loro scarsa competitività dimostrata negli ultimi due anni...
Di più: durante la stagione aveva assunto - con un contratto quinquennale - Ross Brawn per mettere finalmente ordine tra i tecnici della squadra, ha trattato fino all'ultimo per strappare Alonso alla Renault e la settimana precedente all'annuncio ha messo alla prova i candadi per il sedile di Barrichello in previsione della stagione 2009.
Ora, se è vero che la crisi in atto sta evidenziando dimensioni preoccupanti, è comunque lecito chiedersi come possano cambiare così rapidamente gli orizzonti di un costruttore come Honda, se il ritiro non sia soprattutto un ravvedimento dopo un clamoroso errore di pianificazione sportiva e finanziaria.
NSX: ambizioni senza futuro
Il secondo annuncio, per certi versi ancora più sorprendente, riguarda lo stop del progetto NSX, la nuova generazione di supercar che nelle intenzioni di Honda doveva rappresentare la vetrina tecnologica della Casa nel prodotto di serie. Considerando che i prototipi erano già in avanzata fase di sviluppo, anche in questo caso viene da chiedersi se la crisi non abbia semplicemente messo in evidenza l'inutilità di una vettura che difficilmente avrebbe avuto i numeri - o semplicemente il carisma - per mettere in crisi l'elite dei costruttori europei di supercar, perchè di fronte a capolavori come la Ferrari 599 Fiorano o la Porsche GT2 perfino un V10 da 500 CV - questa la motorizzazione prevista - sarebbe stato inadeguato. Non a caso la stessa Toyota, impegnata in un progetto analogo con la LFA, sta incontrando non poche difficoltà nel raggiungere gli standard di prestazioni necessari a essere un'avversaria credibile di Ferrari e Porsche.
Crisi economica o di risultati?
Certo, la decisione di concentrare le proprie risorse sullo sviluppo di una gamma più ampia ed efficiente di veicoli ibridi è sicuramente encomiabile e rappresenta una risposta sicuramente più concreta ed efficace alle esigenze della mobilità contemporanea, eppure le corse e la ricerca tecnologica finalizzata alle prestazioni sono da sempre nel DNA di Honda. La crisi, quindi, sembra avere cancellato questa cultura, ma forse evidenziato anche l'incapacità di raggiunge con costi e tempi ragionevoli risultati all'altezza del proprio blasone. E questo, per la proverbiale determinazione giapponese, probabilmente rappresenta qualcosa di ancora più difficile da accettare della stessa crisi dei mercati: molto meglio, allora, dedicarsi alla produzione di semplici elettrodomestici a quattro ruote...
Honda: cancellato il progetto NSX