Heavener, Cadillac: «Nuova CTS? Lusso a misura d'Europa. Al diesel ci stiamo pensando»

Lisbona - Con l'uscita di scena di Chevrolet, che dal 2015 lascerà i mercati europei – eccezion fatta per i modelli iconici Camaro e Corvette – General Motors rivoluziona la sua strategia sul Vecchio Continente, concentrando tutte le sue energie su Opel e Cadillac.

Ecco quindi che all'improvviso, il marchio di lusso per eccellenza degli Stati Uniti, acquista un'importanza inedita anche sui mercati europei, dove fino ad ora era andato ad occupare soltanto delle nicchie di mercato.

Oggi Cadillac si ritrova nel bel mezzo della mischia, forte di un ruolo dominante all'interno della galassia GM e pronto a confrontarsi a viso aperto con i mostri sacri tedeschi del mercato premium.

Il brand di lusso nato a Detroit nel lontano 1902 si presenta sul nostro mercato con nuovi prodotti, pensati sia a livello stilistico che tecnico per andare incontro a gusti ed esigenze degli automobilisti europei. Oltre alla nuova ATS, che presto verrà affiancata dalla versione Coupé, Cadillac alza il tiro con la nuova CTS, berlina di segmento E pronta a sbarcare anche in Italia ad un prezzo che parte da 52.687 euro.

Siamo andati alla scoperta della nuova berlina di lusso americana con Blaine Heavener, Lead Development Engineer CTS.

La nuova CTS ricorda la vecchia ma è molto diversa, soprattutto al suo interno. Cosa è cambiato?
«Possiamo partire dal design: la nuova CTS è più bassa, soprattutto in zona tetto, più lunga (2,5 cm) nella carrozzeria e nell’interasse ma anche più snella – l’auto appare più magra e filante. Ma è anche più magra nel senso reale del termine, visto che pesa 120 kg meno della precedente. Una differenza sensibile, visto che ammonta all’8,5%»
 

Quali conseguenze porta tutto questo?
«La cosa ha diverse conseguenze nella dinamica del veicolo: l’auto è più agile, scattante e più performante in frenata data la maggior leggerezza, e in generale il comportamento alla guida migliora. Come ci siamo arrivati? Attraverso tecniche di Efficient Design per ottimizzare le masse e il loro posizionamento. Abbiamo chiesto ai tecnici di ottimizzare ogni singolo componente scegliendo i materiali più adatti. Abbiamo prestato grande attenzione alla struttura delle portiere, sfruttando l'alluminio anche con funzione strutturale dove era possibile. Il mantra che abbiamo trasmesso ai tecnici è stato “Ogni tecnico, ogni grammo, ogni giorno”, abbiamo risparmiato grammi ovunque fosse possibile»

Avete fatto un ottimo lavoro, perché l’auto si rivela più leggera ma anche più gustosa da guidare – anche migliore di diverse rivali europee. Il che fa un effetto strano, perché ci si trova un’auto dall’estetica marcatamente statunitense ma con una guida europea...
«E’ vero, volevamo ottenere un’auto che alla guida risultasse più leggera di quanto non sembrasse fisicamente. Il nostro riferimento era la BMW della serie E60 (Serie 5, ndr); in un segmento che si è spinto sempre più verso il lusso abbiamo voluto mantenere una certa dinamica di guida. Lo potete vedere dalla scelta di componenti premium nella parte tecnica, dai freni Brembo al servosterzo ZF, che con la trazione posteriore offre un senso di agilità e sveltezza in curva»

Qual è la maggior difficoltà che affronta un tecnico americano nel progettare un’auto europea?
«Credo che per me sia stato abbastanza facile: vivo in Europa da quattro anni, che è il motivo per cui sono stato scelto per guidare questo progetto. In generale le differenze ci sono, le velocità sono mediamente più elevate – pensate alla Germania, è un paese delle stesse dimensioni degli altri stati europei, ma porta alla necessità di definire automobili più stabili, che si comportino meglio a velocità elevate e che, di conseguenza, si guidano comunque meglio anche a ritmi più rilassati. Abbiamo fatto diversi viaggi in Europa durante il processo di sviluppo: siamo stati al Nürburgring un paio di volte, e ci siamo poi tornati per rifinire l’assetto e dare gli ultimi tocchi»

Ci è piaciuto molto il nuovo sistema di entertainment integrato, già dotato sul modello precedente di funzionalità molto avanzate. In cosa è cambiato?
«Credo che il suo punto di forza sia la robustezza, ma anche il non dover toccare niente usando i comandi vocali. E’ un’interfaccia tecnologica a tutte le funzioni della vettura, ed un po’ come certi prodotti d’eccellenza nell’elettronica, che offrono la stessa funzione al tocco attivabile però attraverso la voce – credo che sia un plus non indifferente, per esempio nell’interazione con il navigatore. E ci sono tante piccole funzionalità da scoprire, tanto che ogni volta che si attiva il sistema si finisce per dire ‘Oh, non sapevo si potesse fare anche questo!»

Parlando del mercato italiano spicca l’assenza di una motorizzazione diesel, anche se il vostro benzina, particolarmente parco nei consumi, potrebbe ricevere una buona accoglienza anche nel nostro Paese...
«Certo, crediamo che il nostro due litri turbo sia un gran motore, ma sappiamo che per vendere in Europa Cadillac dovrà dotarsi di un diesel; nel futuro ci sarà. Crediamo comunque che questo sia un ottimo motore per entrare in Europa e consolidare la nostra presenza»