Harald Wester: «Maserati è un brand eccezionale. Aveva solo bisogno di coerenza»

Harald Wester: «Maserati è un brand eccezionale. Aveva solo bisogno di coerenza»
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A tu per tu con Harald Wester, Chief Technology Officer Head di Alfa Romeo e Maserati che delinea per noi, con grande trasparenza e dovizia di particolari, il futuro di Maserati
5 dicembre 2014

In occasione dell'evento commemorativo dei 100 anni del marchio, nella sua città, Bologna,  abbiamo avuto modo di intervistare l'ingegnere Harald Wester, figura carismatica a capo del gruppo Alfa Romeo Maserati. Entrato nel Gruppo Fiat nel lontano 2004, assunse inizialmente il ruolo di Chief Technical Officer di Fiat Group Automobiles. Una lunga chiacchierata durante la quale ci ha illustrato strategie, prospettive, progetti. Ha risposto da appassionato, senza tirarsi indietro anche a domande delicate come le tasse e la concorrenza.

«Chi è la Maserati oggi dopo 100 anni di attività?»

«Oggi è una eccellenza italiana che fa parte di FCA Automobiles. É  una azienda cresciuta moltissimo negli ultimi anni, basti pensare che nel 2006 abbiamo venduto 6.000 vetture, nel 2012 15.400 e oggi siamo a 35.000. Chi mai avrebbe detto che la Maserati avrebbe festeggiato il suo centenario in questa condizione? Pochi. Avendo vissuto questa crescita in prima persona mi sento una parte integrante della storia del Tridente e ne vado fiero»

«Cosa mancava alla Maserati per diventare un'azienda di successo anche nelle vendite?»

«La Maserati come marchio era ed è un brand con un appeal altissimo, stimato e conosciuto in tutto il mondo nonostante i volumi piuttosto piccoli che facevamo registrare. La Maserati ha sofferto di una incoerenza e una non linearità dell'evoluzione di prodotto nel corso della sua storia. Quello che abbiamo fatto noi è stato ridare coerenza e rivitalizzare la buona base con fatti e prodotti ma anche ricostruzione della rete e dei processi industriali».

«In termini industriali ci può fare il quadro della situazione?»

«Sì, il quartier generale è come sempre a Modena, luogo in cui produciamo Granturismo, Grancabrio e Alfa Romeo 4C. Quella della nostra sportiva è una produzione che andrà avanti perché è un prodotto apprezzato in tutto il mondo. A Grugliasco, invece, produciamo Ghibili e Quattroporte. Siamo molto felici di quello stabilimento perché è molto moderno ed in grado di sostenere ritmi di lavoro molto elevati. Basti pensare che abbiamo prodotto da qualche giorno la vettura numero cinquantamila dopo poco più di un anno e mezzo dal via della produzione, una Quattroporte GTS. Lavoriamo al ritmo di 37.000 unità all'anno ed è quello che in questo momento il mercato ci chiede. Stiamo preparando poi un'area importante a Mirafiori per la Levante, la nostra nuova SUV».

«Parlando di Levante, non si pensava di costruirla negli USA?»

«La Levante poteva essere costruita negli States ma poi abbiamo rivisto questa decisione e la vettura sarà prodotta in Italia. Sarà sulla base della Quattroporte e della Ghibli e questo cambiamento di strategia industriale ha portato anche la necessità di rivisitare le caratteristiche. Quindi non sarà su base Jeep come invece si pensava inizialmente».

«Quali saranno i modelli del futuro?»

«I piani strategici li abbiamo comunicati a maggio nella conferenza con gli analisti negli States. Dopo il Levante partiremo con la Alfieri Coupè e poi la Cabriolet. Entro il
2018, invece, faremo l'erede della Granturismo».

Credo che oltre all'impatto sulla vendita delle vetture nuove le tasse introdotte negli scorsi anni hanno ammazzato anche il mercato dell'usato delle supercar

«Maserati, fino al 2018 sappiamo cosa farete. Ma non c'è davvero nient'altro nel cassetto? Una Maserati compatta, ad esempio?»

«Se la Maserati fosse da sola come Casa automobilistica, cosa che oggi non funzionerebbe, si ragionerebbe in modo diverso.  Stiamo gestendo un business molto complesso, la FCA è un Gruppo fatto di numerosi brand e sarebbe un guaio se tutti facessero tutto. Ogni brand ha un suo preciso posizionamento e quindi posso dire che Maserati non andrà sotto la Ghibli. Se parliamo di motori allora il discorso si fa diverso. Ci saranno comunque alcune sovrapposizioni con altri brand ma molto limitate».

«Quali sono i mercati della Maserati?»

«Siamo rappresentati in 70 Paesi. Da un punto di vista di ripartizione non è una sorpresa che l'Italia nel mercato domestico non fa più del 10%. Quest'anno venderemo più di 1.000 vetture nel nostro Paese, nel 2012 solo 100, ma il resto è in linea con i mercati globali del lusso quindi USA (33/35%), Cina e poi quattro/cinque mercati con 4% come Germania, UK, Giappone».

«La quotazione in borsa della Ferrari sarà ripetuta anche con Maserati?»

«L'operazione Ferrari è unica e non si farà nulla del genere con Maserati».

«Lei è un manager tedesco in azienda italiana. Come si trova a sfidare la concorrenza teutonica?»

«Ormai il mondo è globale. Ho vissuto in numerosi Paesi del Mondo, in linea di principio mi sento europeo e questa non è una partita della Nazionale italiana contro i tedeschi. Questo è un mestiere serio in un mondo globale, con una competitività feroce. Il resto non conta».

«Qual è il modello che le ha dato più soddisfazione?»

«Sono innamoratissimo di tutte le nostre auto e la più bella...beh, è sempre la prossima».

«Cosa ne pensa delle tasse sull'auto in Italia?»

«Credo che oltre all'impatto sulla vendita delle vetture nuove le tasse introdotte negli scorsi anni hanno ammazzato anche il mercato dell'usato delle supercar. C'erano tanti appassionati di Quattroporte della penultima generazione, ad esempio, che potevano entrare in possesso di un oggetto stupendo ad un costo ragionevole. Oggi, quelle persone, sono disposte ancora a spendere 7/800 euro al mese di costi fissi per tenere in garage un'auto che magari non è la prima o la seconda auto ma semplicemente il coronamento di un sogno? Io credo di no e tutto il resto va di conseguenza».

«Che ne pensa del Motorsport?»

«Il Motorsport è nel DNA della Maserati. Lo è sempre stato ed è stato lo scopo per cui l'azienda è nata. I fratelli Maserati non avevano idea di fare auto di lusso, loro volevano vincere, competere e correre. Noi in questo momento ci stiamo concentrando con tutte le forze a estendere la gamma e posizionare il marchio sui mercati globali perché lo scopo finale di qualsiasi azienda è generare profitti. Senza questo non c'è lavoro e non c'è Motorsport. Abbiamo fatto bene a ritirarci dalla GT1 come Campioni del Mondo e poi non ci sono più state competizioni e regolamenti per far correre ancora quella vettura. Dal nostro punto di vista stiamo andando avanti con il Trofeo Maserati e con la nascita della Alfieri avremo un prodotto con cui potremo ripresentarci con qualche progetto interessante proseguendo da un lato con il nostro Trofeo e dall'altro con un prodotto, per intenderci una GT3, con cui presentarci sulle griglie di partenza dei Campionati di tutto il mondo indipendentemente da impegni ufficiali da parte nostra».

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