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Franciacorta, 28 settembre - I podi sono pur sempre una soddisfazione, ma non sono abbastanza quando un pilota o una squadra hanno grandi ambizioni. Per questi c’è solo la vittoria che conta. Ma non sempre il successo arriva subito, per varie ragioni e perché bisogna misurarsi sempre con avversari con analoghi obiettivi e con le particolarità dello sviluppo tecnico del mezzo. Solo la vittoria “certifica” il progresso del lavoro svolto, e cementa le ambizioni. Finalmente, per Timmy Hansen e per Peugeot, la prima vittoria è arrivata, a Franciacorta. Una vittoria schiacciante, indicata chiaramente dalla prima manche di qualifica e completata da una finalissima dallo sviluppo inequivocabile.
Finalmente pilota e macchina sono un passo avanti, tale da far pensar che il successo, tutto sommato, potesse arrivare anche prima. Ma, come sempre, i frutti del buon lavoro possono tardare a maturare, e magari, come in questo caso, arrivare tutti insieme e in abbondanza. Vuol dire, in questi casi, che si è costruito anche un piccolo margine per il futuro.
21 anni, figlio di Kenneth proprietario e manager del Team Red Bull Peugeot-Hansen, Timmy Hansen è al primo successo iridato. In testa al WRX di Franciacorta sin dalle primissime battute, con un margine evidente e mai messo seriamente in discussione dall’evoluzione della gara, il ventunenne svedese ottiene così un successo personale che vale triplo, poiché corona l’impegno della squadra di famiglia e della Casa, Peugeot, che ha scelto il Team per rappresentarla e per portare al debutto nella nuova avventura la neonata Supercar 208 WRX.
Ecco dunque quanto vale la vittoria di Timmy Hansen al termine del decimo appuntamento del Mondiale Rally Cross
«È una vittoria che aspettavamo ormai da tempo e per la quale abbiamo lavorato duramente. All’improvviso, tutto il week end è passato via liscio, perfetto, e alla fine abbiamo potuto ottenere quel sucesso che probabilmente meritavamo da tempo».
“Adesso è tutta una grande felicità, come uno stato di follia o di sovreccitazione. So bene che il mio successo significa molto per il Team e per Peugeot. È il primo motivo per cui mi sento felice. Peugeot ha vinto il suo primo appuntamento Mondiale”
Una vittoria “clean”, senza particolari imprevisti e stati di eccitazione?
«Che tutto il week end scorra “clean” è il risultato del buon lavoro che abbiamo fatto, il fatto che non abbiamo avuto da affrontare degli imprevisti segue la stessa logica. Per quanto riguarda l’eccitazione, beh, quella è sempre difficile da controllare. Ma siamo riusciti anche in questo».
Finale perfetta
«Il momento più delicato dell’intero week end. Sentivo una pressione fortissima, ma sono riuscito a partire in modo, direi, perfetto. È stato il momento chiave della corsa, dopo mi è sembrato tutto più facile».
Sei l’autore di un risultato importante e con molti significati, non propriamente di contorno. Ne sei consapevole?
«Sì e no. Se mi parli di consapevolezza, devo aspettare ancora un poco per mettere ordine nelle idee. Adesso è tutta una grande felicità, come uno stato di follia o di sovreccitazione. Però, sì, so bene che il mio successo significa molto per il Team e per Peugeot. È il primo motivo per cui mi sento felice. Peugeot ha vinto il suo primo appuntamento Mondiale, e la “famiglia” ha ottenuto, anche grazie a me, il successo che aspettava e che meritava. Sotto questo aspetto generale sono molto contento di aver svolto il mio compito nel migliore dei modi, di esserne stato all’altezza».
E adesso, sensazioni forti?
«Sensazioni incredibili. Il successo, il primo successo. Abbiamo lavorato molto per questo, sin dall’inverno con un obiettivo già allora preciso. È come se avessimo lavorato tutti per arrivare a questo week end perfetto».
Quali piani adesso? Ne hai gia? Hai realizzato un sogno?
«Partiamo dai sogni. Per la verità, no. Non è questo il mio sogno. Il sogno è quello di diventare, un giorno, Campione del Mondo. Sono convinto che, con la vittoria di Franciacorta, ho fatto un vero, grande passo avanti in quella direzione. La macchina, ora, è incredibilmente veloce, e efficacissima sia sulla terra e sui salti, anche quelli più difficili, e sulle più delicate parti di asfalto. Perfetta! Franciacorta è una pista che si è rivelata difficile, e piena di insidie, ma tutto è andato alla perfezione».
Tutto alla perfezione sin dall’inizio, dalle prove libere e la prima manche di qualificazione
«Sì, ed è proprio quello che ci eravamo prefissati alla vigilia, fare tutto, se possibile, in maniera perfetta, sin dall’inizio. Sono veramente felice che ci siamo riusciti così bene, tutti quanti!».