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Lo scorso 18 marzo l'azienda di trasporti Uber è rimasta coinvolta in una circostanza drammatica, quando in una fase di test, di una sua auto a guida autonoma, un incidente fatale ha ucciso un pedone che stava attraversando la strada. Come è stato poi rilevato dalla polizia dell'Arizona, in questa circostanza la vettura con pilota automatico non ha nemmeno accennato ad una frenata. Lo stesso pilota all’interno della vettura, non si è minimamente accorto dell’attraversamento del pedone. Purtroppo c'è da constatare che, come dimostrato dalla telecamera interna alla vettura, La donna ha attraversato la strada in assenza di strisce pedonali e intenta a guardare lo smartphone.
Non solo. Oltre alle polemiche relative a questo episodio Uber è stata coinvolta in una battaglia legale con Waymo, società di Google. Il motivo erano i disegni ed i brevetti trafugati riguardanti il Lidar, rubati da Anthony Levandowski ex dipendente di Google che aveva fondato Otto, società poi acquisita da Uber. La controversia si è poi conclusa con una parziale ammissione di colpa da parte di Uber e un risarcimento a favore di Waymo pari a 245 milioni di euro.
Nonostante questo, Uber prova a tornare in strada annunciando la volontà di voler riprendere i test. È stata presentata una domanda al Dipartimento dei Trasporti della Pennsylvania al fine di effettuare i test a Pittsburgh. Inoltre ha realizzato un rapporto di 70 pagine relativo al sistema di sicurezza che adotterà, impegnandosi ad implementare due piloti umani in ogni veicolo. Queste precauzioni sono ovviamente propedeutiche perché Uber ha l’assoluta necessità di riconquistare la fiducia degli azionisti. L’azienda americana, così come indicato nel rapporto consegnato alle autorità, sta investendo molto nella formazione dei dipendenti seduti al volante delle senza guidatore.