Guida autonoma: porterà davvero più sicurezza?

Guida autonoma: porterà davvero più sicurezza?
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Secondo uno studio dell’IIHS, la guida autonoma da sola non sarà sufficiente a ridurre l’incidentalità sulle strade. Va accompagnata a profonde modiche strutturali
10 giugno 2020

L’Insurance Institute for Highway Safety, organizzazione no profit fondata nel 1959 con sede ad Arlington, in Virginia e finanziata da diverse compagnie di assicurazione, getta acqua sul fuoco dei facili entusiasmi che uniscono l’avvento delle vetture a guida autonoma con l’azzeramento (o quasi) degli incidenti e delle morti sulla strada.

Per l’IISH, infatti, non è per nulla scontato che tale dinamica sarà garantita dal passaggio graduale alla guida autonoma: certo, con tali vetture un domani sarà possibile individuare sempre meglio gli ostacoli e soprattutto evitare le situazioni improvvise di rischio, ma questo elemento da solo non sarà sufficiente a prevenire del tutto gli incidenti.

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Secondo i ricercati dell’IISH, infatti, che hanno analizzato i verbali di oltre 5.000 incidenti stradali redatti dalla polizia, ben nove sinistri su dieci sono causati da errori alla guida; e, soprattutto, solo un terzo di essi sarebbero dovuti a circostanze che le auto a guida autonoma sarebbero in grado di evitare, perché “più brave a rilevare i pericoli”.

Secondo l’IIHS, la guida autonoma dovrebbe essere molto diversa da quella che va a sostituire: se si decide di renderla un’imitazione di quella umana, mettendo al primo posto comodità e velocità rispetto alla sicurezza, i vantaggi saranno trascurabili.

Per ridurre realmente gli incidenti, sostengono i ricercatori dell’IIHS, è necessario che le auto a guida autonoma non solo rispettino costantemente il Codice della Strada, ma che siano anche in grado di prendere decisioni poco gradite ai passeggeri, come quella di procedere nei centri abitati ad una velocità ben più bassa di quella di solito tenuta dagli automobilisti.

Per questi motivi l’IISH ha anche chiesto all’NHTSA (agenzia USA per la sicurezza dei trasporti) di definire standard ad hoc per i veicoli a guida autonoma, tra cui design, posti a sedere, obbligo delle cinture e decisioni di “comando”: «Rimuovere alcuni degli ostacoli all’introduzione di questi veicoli - ha affermato David Zuby, Chief Research Officer di IIHS - senza prima stabilire le regole su come guidare, è come mettere il carro davanti al cavallo».
 

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