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Il GPL, insieme al metano, rappresenta la forma ideale di transizione tra i carburanti tradizionali (benzina e diesel), ormai chiaramente in fase di declino, e la futura alimentazione alternativa a base elettrica ancora non affidabile ed utilizzabile al 100%.
In Italia si vendono più auto a GPL di tutta Europa: dalle nostre parti, il Gas di Petrolio Liquefatto, sottoprodotto della raffinazione del petrolio greggio, gode di buona fortuna, essendo diventato negli anni una vera alternativa ai carburanti classici e, in attesa dell’affermazione della propulsione elettrica, un ottimo surrogato in termini di emissioni ridotte ed rispetto dell’ambiente, con il valore aggiunto di un costo ridotto e di una sostanziale carica energetica equivalente (GPL 10.000 kcal/kg, benzina 10.300).
Insomma, avere un’auto alimentata a GPL significa spendere meno, non avere preoccupazioni nel circolare durante i blocchi del traffico, godere di alcuni vantaggi fiscali: una serie di plus e vantaggi concreti capaci di convincere una fetta importante degli automobilisti italiani a fare il grande passo, entrando nel club dei… gasisti.
Una congregazione ormai uscita dalle ombre della semiclandestinità dei primi tempi e della diffidenza iniziale per entrare a pieno diritto nell’élite della mobilità, vista anche l’attenzione crescente da parte delle Case a proporre con frequenza sempre maggiore nuovi modelli declinati appunto anche con l’opzione GPL, ed in diversi casi con operazioni di marketing mirate, quindi anche senza sovrapprezzo rispetto ai prodotti mossi da benzina e diesel.
Questa serie di congiunture favorevoli ha fatto dell’Italia in campo europeo il Paese per eccellenza del GPL: superare, e non di poco, il 10% di quota di mercato significa essere un attore importante della mobilità nazionale.
Il trend positivo, purtroppo, negli ultimi mesi è di molto rallentato: il rilancio degli acquisti di nuove auto non è stato omogeneo nei segmenti e, complice la riduzione generale del prezzo dei carburanti, benzina e diesel crescono più della media e sono tornate le opzioni preferite dagli acquirenti nostrani.
Inoltre, anche le conversioni a GPL sono in regressione: nel 2015, il totale della auto a GPL scende dal 9,1 al 7,6%, e la tendenza dei primi sei mesi del 2016 segna un calo ulteriore, anche se più contenuto.
Insomma, quella che era la terza via, ampia e comoda, tra carburanti classici e possibilità elettrica sembra ridursi ad un sentiero di montagna, più impervio e destinato a pochi eletti.
Speriamo non sia così: altrimenti sarebbe l’ennesima riprova dell’incapacità di cogliere le occasioni, l’ulteriore occasione sprecata per rendere l’Italia un Paese più virtuoso ed efficiente.
Il GPL, lo ricordiamo, rappresenta anche il sistema migliore per ottimizzare l’uso del petrolio, rendendo utile e fruibile quella che altrimenti sarebbe solo uno scarto della lavorazione di raffinazione.
Ai conosciuti vantaggi che assicura, il GPL aggiungerà presto un upgrade senz’altro molto gradito: per la fine dell’anno, infatti, sarà possibile effettuare il rifornimento della vettura anche in modalità self-service, senza avere bisogno dell’operatore abilitato al servizio.
Finalmente è giunto a conclusione l’iter amministrativo-burocratico che allinea l’Italia a quanto già da tempo è possibile oltreconfine: i Vigili del Fuoco, investiti della responsabilità di redigere un protocollo che rendesse praticabile quanto disposto dal legislatore, hanno stabilito le linee operative ed infrastrutturali che renderanno possibile il rifornimento di GPL in ogni momento ed in maniera autonoma.
La fase sperimentativa per gli impianti di distribuzione è ormai in dirittura d’arrivo: così come accade normalmente per benzina e gasolio, anche le vetture a GPL potranno essere rifornite direttamente dai proprietari, sia negli impianti tradizionali oltre l’orario di apertura che in quelli “ghost” del tutto privi di operatore, utilizzando banconote o carte di credito.
L’utente dovrà solo essere in possesso di una carta identificativa, in modo da essere “riconosciuto” dalla macchina erogatrice: si tratta di una misura studiata come sistema di interdizione alla pratica, pericolosissima ma ancora purtroppo molto diffusa, di caricare con GPL destinato all’autotrazione anche le bombole per l’uso domestico, con tutti i rischi che ne derivano.
Basterà questa soluzione per riportare le vetture mosse da GPL alla quota di mercato che storicamente loro compete?