Gommisti abusivi, malcostume italiano

Gommisti abusivi, malcostume italiano
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I controlli di Polizia confermano il fenomeno dell’esercizio abusivo della professione, che ha pesanti ricadute in termini di sicurezza stradale legata agli pneumatici
1 marzo 2019

In occasione del tradizionale incontro che Assogomme organizza per illustrare i risultati dell’attività di contrasto da parte della Polizia all’uso non corretto dei pneumatici, il focus si è concentrato sull’anello di congiunzione tra aziende ed utenti: nel 2018, sono stati 749 i controlli effettuati dalla Polizia presso i gommisti di tutta Italia e tra questi 166, vale a dire il 22% degli esercizi controllati, sono risultati fuori norma con ben 69 abusivi, ovvero non iscritti in Camera di Commercio come titolati ad esercitare la professione di gommista, pari al 9% del campione.

In totale sono state elevate 280 sanzioni con 35 denunce all’Autorità Giudiziaria e 63 sequestri: un fenomeno non limitato, come pure si potrebbe immaginare, ad alcune zone del Paese, ma che coinvolge tutte le Regioni, anche se con incidenze diverse.

Sono i numeri forniti da Giovanni Busacca, Direttore del Servizio Polizia Stradale, durante il Convegno “Pneumatici e Sicurezza Stradale: la voce degli operatori del settore e il ruolo chiave del gommista“, svoltosi a Roma presso la sede dell’ACI.

«E’ necessario intervenire efficacemente - sottolinea Busacca - per arginare un fenomeno che incide negativamente su tutto il sistema della circolazione. I pericoli che derivano da una condotta sconsiderata ed illegale come quella di montare pneumatici non omologati o la pessima manutenzione degli stessi, impongono maggior attenzione e controlli sempre più serrati sui soggetti che operano in tutta la filiera. Mettersi alla guida con pneumatici lisci, danneggiati, non conformi  a quanto previsto dalla normativa, espone ad un elevato rischio di incidenti stradali. La Polizia Stradale è attiva con un impegno a 360 gradi che va dalla formazione dei nostri operatori, alla prevenzione, ai controlli e alla repressione». 

Dati che preoccupano non solo la Polizia ma anche le Associazioni di Categoria: ed infatti tutta la filiera approva questi controlli e prende le distanze dai soggetti che vanno considerati come eccezioni all’interno di una categoria sana, dato che un gommista che opera nella legalità offre all’automobilista sicurezza, rispetto ambientale e lavoro qualificato.

«Non basta produrre gomme nel rispetto di tutte le normative tecniche e giuridiche - ha rimarcato Fabio Bertolotti, Direttore di Assogomma - acquistato le marche più note a garanzia di qualità del prodotto, scelto gomme omologate e adatte al proprio veicolo e al periodo stagionale, ma è necessario poi prestare massima attenzione al corretto montaggio e alla successiva manutenzione».

«L’auto è sempre più tecnologica - ha ricordato Renzo Servadei, Segretario Generale di Federpneus e Amministratore Delegato di Autopromotec, biennale di attrezzature e aftermarket automobilistico - e questo vale anche per le ruote. La scelta, già oggi complessa, lo sarà sempre più in futuro, con veicoli a propulsione elettrica o ibrida. In tale scenario è fondamentale la figura del gommista, che deve essere un vero professionista nella consulenza per la scelta ed il montaggio dei pneumatici».

Da non sottovalutare poi il tema del collegamento del sistema ruote con i vari apparati elettronici che presiedono l’assistenza alla guida: già oggi è obbligatorio il controllo di pressione e per i nuovi modelli che hanno il livello 2 di assistenza, in caso di regolazione dell’assetto è necessario regolare anche i parametri dell’auto, per indicare al computer di bordo l’informativa corretta sul nuovo assetto. 

Tutte le Associazioni della filiera chiedono che sia adattata alle nuove esigenze la legge 122/92 che disciplina il sistema di autoriparazione: è necessario definire programmi di formazione omogenei sul territorio nazionale per il responsabile tecnico, con le procedure da seguire e un elenco di attrezzature minimali da tenere tarate.

Una corretta manutenzione del veicolo è l’elemento essenziale della sicurezza, ed un ruolo essenziale lo assume la legalità: il gommista dovrà investire in formazione e informazione ed attrezzature.

Chi lavora in nero, evadendo IVA e contributo ambientale, chi lavora con apparecchiature non idonee, chi monta gomme usate di dubbia provenienza ed idoneità, può fare certamente quotazioni più basse ma la differenza di prezzo si paga poi, in termini di sicurezza in strada.

Il gommista quindi svolge un ruolo determinante per il rispetto della normativa ambientale: il suo impegno e la coscienza ambientale sono fondamentali per evitare uno scorretto smaltimento degli pneumatici a fine vita, il cui contributo in termini economici deve comparire nello scontrino emesso al cliente, ricevuta fiscale che costituisce l’unico documento per far valere la garanzia di 24 mesi che vale, così come per ogni altro bene acquistato in Europa, anche per gli pneumatici di un’autovettura.
 

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