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General Motors compie un altro passo nel ridimensionamento delle sue attività internazionali. Il colosso di Detroit ha annunciato che lascerà i mercati di Australia e Nuova Zelanda e ritirerà definitivamente il marchio Holden entro il 2021.
Holden era da tempo in predicato di essere chiusa: già nel 2015 era stata interrotta la produzione in Australia, per privilegiare le importazioni nelle isole dell’Oceania da Corea e Thailandia.
«Ai massimi livelli della nostra azienda abbiamo il più profondo rispetto per l'eredità di Holden e per il contributo dato alla nostra azienda e ai paesi di Australia e Nuova Zelanda. Dopo aver considerato molte possibili opzioni siamo giunti alla conclusione che non potevamo dare la priorità a ulteriori investimenti» ha spiegato il presidente Mark Reuss.
La Holden è nata nel 1952 da un immigrato britannico per produrre articoli in pelle. Passò negli anni '10 del '900 prima alla produzione di sidecar e successivamente di carrozzerie per automobili, proprio per conto di GM, che la rilevò nel 1931. Fu Holden a creare la prima auto australiana nel 1948: la Holden 48/215.
GM inoltre cederà lo stabilimento thailandese di Rayong a Great Wall, che già a gennaio si era assicurata lo stabilimento indiano di Talegaon vincendo la concorrenza di altri costruttori cinesi interessati. In Thailandia sarà inoltre ritirato il marchio Chevrolet.
Negli ultimi anni General Motors ha ridotto fortemente la sua presenza internazionale per concentrare i propri sforzi sui mercati di USA, Sud America, Cina, Corea del Sud e Medio Oriente.
E’ uscita da Russia, India, Sud Africa, Singapore, Vietnam e dal mercato europeo, prima ritirando il marchio Chevrolet nel 2015 e nel 2017 cedendo Opel e Vauxhall a PSA.
Ad oggi resiste ancora il polo Global Propulsion Systems di Torino fondato nel 2005 dopo la rottura scissione con Fiat, un centro di ingegneria e sviluppo della progettazione di tutti i motori Diesel di GM per Asia ed Americhe.