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General Motors, la più “big” delle Big Three, si ridimensiona: oggi è stato annunciato un piano di ristrutturazione delle attività che punta a far risparmiare costi per 6 miliardi di dollari USA all'anno a partire dalla fine del 2020.
Il focus del colosso di Detroit sarà sulle auto elettriche e sulla guida autonoma. Con una domanda prevista in flessione per le motorizzazioni attuali e le EV che si prevede avranno volumi inferiori, GM taglierà un quarto dei dirigenti e ridurrà nel complesso la forza lavoro del 15%. Ad oggi GM impiega 17.600 persone negli Stati Uniti.
Per questo si fermeranno progressivamente a partire dall'1 marzo del 2019 gli stabilimenti nordamericani di assemblaggio di Oshawa, Hamtramck, Lordstown e quelli dedicati alle trasmissioni di Baltimore e Warren. Saranno inoltre chiuse altre due fabbriche al di fuori della zona NAFTA alla fine del prossimo anno, che si aggiungeranno all'annunciata chiusura dell'impianto coreano di Gunsan.
Il piano di riassetto prevede un'attenzione particolare verso veicoli elettrici ed autonomi. Le elettriche si prevede che a partire dall'inizio degli anni '20 rappresenteranno il 75% dell'offerta dei marchi Cadillac, Chevrolet, Baojun, Buick, GMC, Holden, Jiefang e Wuling.
«Le decisioni che prendiamo oggi continuano la nostra trasformazione per essere altamente agili, resilienti e redditizi, dandoci la flessibilità di investire nel futuro. Riconosciamo la necessità di fronteggiare mutevoli condizioni del mercato e le preferenze dei clienti per posizionare la nostra azienda verso un successo nel lungo termine», ha dichiarato Mary Barra, presidente e amministratore delegato di GM.
Ulteriori dettagli sulla ristrutturazione saranno illustrati nel Capital Markets Day previsto per l'11 gennaio 2019 a New York.