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Nel suo recentissimo The Pulse of Autonomous Driving Audi - con la collaborazione degli specialisti di Ipsos - ha intervistato e studiato 21.000 persone in Cina, Corea del Sud, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Spagna per capire quello che pensano dei veicoli senza conducente e, tra le altre cose, ha individuato cinque profili. Partiamo da qui:
Rappresenta il 14 per cento del campione chi preferisce avere il volante fra le mani. È molto attento alla sicurezza e trova pericoloso tutto ciò che non conosce, incluse le nuove tecnologie. Dunque, predilige lo status quo e del resto non prova emozioni nei confronti delle auto, che sono solo mezzi per spostarsi.
Non si interesserà alla guida autonoma fino a quando non diventerà un fenomeno di massa.
Nel 24 per cento dei casi, gli intervistati hanno espresso uno scarso interesse verso la guida autonoma, la conoscono poco ma hanno qualche curiosità al riguardo.
Immaginano che l'auto possa prendere il controllo nel traffico, in autostrada o in fase di parcheggio, ma vuole anche poter intervenire in qualsiasi momento. La sicurezza è un aspetto chiave e non c'è alcuna voglia di provare avventure, di nessun tipo.
Il 30 per cento vede la guida autonoma sotto una buona luce, ma non ne ha una visione manichea. Si aspetta più sicurezza, validata da test in condizioni reali, e una maggiore comodità, ma vuole poter intervenire in qualsiasi momento. Inoltre, vorrebbe avere una propria auto a guida autonoma, piuttosto che condividere il veicolo.
Occupa una porzione del 16 per cento e ama le nuove tecnologie e vorrebbe provare la guida autonoma il prima possibile. Il motivo, soprattutto, è che farlo migliorerebbe la propria immagine e reputazione.
Ovviamente c'è molto interesse verso la tecnologia e la sicurezza, ma anche nei confronti degli algoritmi e dei sistemi che governano un veicolo a guida autonoma.
Ultimo non ultimo (anche lui sta nella torta al 16 per cento) salirebbe a bordo di un veicolo a guida autonoma subito. Pensa che sia solo una questione di tempo prima che questa tecnologia diventi realtà e ha un approccio molto flessibile.
È l'unico utente che non si preoccupa della perdita di controllo ma piuttosto della mancanza di un quadro giuridico ben definito. Non è preoccupato di essere semplicemente un passeggero e crede in una mobilità facilmente accessibile per tutti, molto più comoda e soprattutto molto più sicura.
In generale, lo studio ha dimostrato l’esistenza di una grande curiosità e interesse nei confronti della guida autonoma: il 22% ha dichiarato di saperne molto, anche se solo l'8% si è dimostrato realmente in grado di darne una definizione esatta.
In ogni caso, più della metà degli intervistati si è detta disposta a una prova pratica dei sistemi di guida autonoma.
Tutti gli intervistati vedono potenziali vantaggi in termini di efficienza e di sicurezza, ma anche di accessibilità, soprattutto riguardo a categorie specifiche: bambini, anziani e disabili, o anche chi semplicemente non ha la patente.
Quanto al tempo trascorso a bordo, la maggior parte delle persone lo userebbe per godersi il panorama, per leggere, ascoltare la musica o guardare film, oppure per parlare con gli altri passeggeri.
Nonostante l’interesse e i benefici riconosciuti, la guida autonoma segna comunque un delicato punto di svolta nel rapporto uomo-macchina: il 41% dei partecipanti alla ricerca si è mostrato diffidente nei confronti della guida autonoma e più di un terzo ha mostrato una certa ansia.
Le preoccupazioni derivano principalmente dal lasciare il controllo all'auto in caso di emergenza e da un grande interrogativo: l'auto è in grado di cavarsela in tutte le situazioni in modo indipendente?
Oltre la metà degli intervistati ha sentito parlare di incidenti in cui fossero coinvolti veicoli a guida autonoma, ma nei due terzi dei casi ciò non ha modificato la loro opinione.
In generale, le persone più ben disposte verso la guida autonoma sono giovani, hanno un alto grado di istruzione e un reddito elevato.
Gli approcci variano anche in base al Paese: in Cina c'è molta euforia verso la guida autonoma, così come in Corea del Sud. Spagnoli e italiani sono in prima linea in Europa, mentre tedeschi e francesi sono più prudenti, al pari di americani, giapponesi e britannici.
I risultati di questo studio dicono che c'è molto margine per migliorare la conoscenza della guida autonoma, rafforzare il know-how sugli aspetti tecnici, sui benefici per la società e sui limiti di questa tecnologia.
Il potenziale è elevato, ma bisogna fissare aspettative appropriate. L'attitudine nelle persone è molto diversa a seconda del contesto e bisogna tenere conto delle necessità specifiche di ogni territorio.
Ad ogni modo, i tre argomenti chiave sono la sicurezza, la legislazione e l'affidabilità della tecnologia e appare evidente la necessità di un approccio interdisciplinare e una collaborazione tra tutti i settori della società, dall’industria alla politica.