Giuseppi Bitti, Kia: «Nei prossimi 5 anni vogliamo continuare a crescere in Italia»

Giuseppi Bitti, Kia: «Nei prossimi 5 anni vogliamo continuare a crescere in Italia»
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Abbiamo chiesto a Giuseppe Bitti, Amministratore Delegato di Kia Motors Italy, qual è il futuro dell'auto in Italia e quali potrebbero essere le possibili soluzioni per superare la crisi delle quattro ruote
29 maggio 2013

 

Verona - Nel corso dell'Automotive Dealer Day abbiamo chiesto a Giuseppe Bitti, Amministratore Delegato di Kia Motors Italy, qual è il futuro dell'auto in Italia e quali potrebbero essere le soluzioni possibili per superare la crisi delle quattro ruote. 

 

Ad un evento come Automotive Dealer Day non dovrebbero presenziare le istituzioni?
«Io credo che il mondo dell’auto nel suo complesso, dalle case costruttrici alla filiera, debba avere degli interlocutori istituzionali in grado di poter discutere le problematiche e le soluzioni che devono essere tempestivamente messe sul tavolo. Noi ci auspichiamo che si instauri molto presto un dialogo con la politica, perché è assolutamente necessario in un momento di difficoltà come quello che stiamo attraversando».

I livelli di mercato al di sopra dei 2 milioni di pezzi in Italia saranno molto difficili da replicare almeno nel breve-medio periodo

 

Quali interventi si potrebbero mettere in campo per uscire dalla crisi dell'auto? Si tornerà a livelli di mercato pre-crisi?
«I livelli di mercato al di sopra dei 2 milioni di pezzi in Italia saranno molto difficili da replicare almeno nel breve-medio periodo. Credo che interventi mirati ad adeguare la fiscalità dell’auto a quanto avviene nei più avanzati Paesi d’Europa, si possa dare un grande impulso alle flotte e alle auto aziendali, che invece in questo momento sono fortemente penalizzate. Per quanto riguarda la domanda dei privati dobbiamo invece considerare un contesto economico molto difficile, in cui la propensione all’acquisto di beni semi-durevoli è in netto calo. Pensiamo che in ogni caso che si potrebbero anche in questo caso mettere in campo una serie di interventi, a partire da un maggiore accesso al credito e da una drastica revisione dei costi di assicurazione. Una soluzione per rilanciare il mercato dei privati è anche quello di proporre formule di noleggio a lungo termine con rate omnicomprensive».


Quante concessionarie avete in Italia e come si stanno evolvendo?

«Kia in Italia ha 119 concessionarie. Siamo impegnati in questo periodo a garantire ala nostra rete volumi tale da poter coprire i costi di mantenimento di una concessionaria, ma a anche a garantire dei modelli di business più flessibile. Noi del resto siamo ancora un marchio in crescita nonostante il periodo particolarmente difficile e nei prossimi 5 anni abbiamo ancora ambizioni di crescita sul mercato italiano».

L’usato ha un ruolo importantissimo, anche perché in un momento di difficoltà come questo il mercato delle vetture di seconda mano bilancia in qualche modo le perdite del nuovo

 

Una soluzione per smuovere il mercato può essere quello di prolungare gli orari di apertura?
«Credo che questo sia inevitabile. Pensiamo che un po’ di anni fa le concessionarie erano addirittura chiuse il sabato. È necessario creare dei momenti di aggregazione all’interno della concessionaria che non siano strettamente legati all’automobile. In questo momento infatti il problema principale è attrarre i potenziali clienti in concessionaria».

 

L'usato che ruolo gioca in questa partita?
«L’usato ha un ruolo importantissimo, anche perché in un momento di difficoltà come questo il mercato delle vetture di seconda mano bilancia in qualche modo le perdite del nuovo. Stiamo lavorando infatti su un programma di usato garantito Kia perché vogliamo che il business  delle vetture di seconda mano vada a rappresentare una parte importante del fatturato del concessionario».

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