Giorgetto Giugiaro: «I centri stile soffocano la creatività» [Video]

Giorgetto Giugiaro: «I centri stile soffocano la creatività» [Video]
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In questa terza parte della conversazione con Giorgetto Giugiaro andiamo al cuore del suo lavoro: le automobili. Le scuole, l’incontro con Giacosa e l’ingresso in Fiat. E poi la più importante delle sue auto, quella che avrebbe voluto disegnare e i centri stile | N.Cereghini
30 ottobre 2015

Il grande designer ha voglia di raccontare come ha cominciato. Dalla provincia si trasferì a Torino frequentando contemporaneamente il liceo artistico e l’istituto tecnico serale. La sua era una famiglia di artisti, ma il padre gi raccomandò di far pratica anche nel disegno tecnico. Grazie a un saggio scolastico, conobbe il grande Dante Giacosa, anche lui amante del disegno libero e delle caricature, che gli propose di entrare in Fiat. Da lì la formazione fino alla creazione di Italdesign nel ’68.


Qual è la sua auto più significativa? Giugiaro non ha dubbi: la Panda. Perché è molto più difficile progettare una utilitaria di successo, con la necessità di contenere dimensioni e costi, che non una sportiva elitaria. Invece l’auto che avrebbe voluto disegnare è la DS 19 di Citroen, una vettura che ha cambiato la storia. Cosa pensa delle forme di oggi? Sembra anche a lui che la creatività sia un po’ appannata? Quale la sua opinione sui centri stile delle varie Case? Giorgetto Giugiaro è una persona schietta e non si sottrae alle nostre domande.

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