Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Si dice buon sangue non mente: è certamente il caso di quello che da molti è considerato il più grande designer della storia dell'automobile, discendente per l'appunto da una famiglia di artisti. Quel Giorgetto Giugiaro capace di regalare alla collettività modelli come la Fiat Panda e la Volkswagen Golf, auto transgenerazionali e "rivoluzionarie" per il modo in cui hanno saputo unire lo stile alla funzionalità, come solo un genio italiano avrebbe saputo fare.
Il maestro piemontese compie oggi 85 anni, una vita dedicata in gran parte alle quattro ruote, ma con una grande passione - vivissima ancora oggi - per le due (ruote), come racconta al Corriere tra i sentieri del Gennargentu, in Sardegna. «Ho cominciato a fare trial 40 anni fa, cercando di stare alle costole di mio figlio. Lui ora si è convertito in toto all’elettrico. Io non ancora, e continuo felicemente a sgasare».
Andare in fuoristrada nella natìa Garessio, nel cuneese, oppure sulle pietraie sarde, è qualcosa a cui non vuole proprio rinunciare, nonostante l'età e «5 denti che ho perso andando a sbattere contro una pianta». «Correre in moto» - come dice Giugiaro - è uno dei segreti per non invecchiare, assieme al «non perdere mai il gusto di sperimentare e di creare».
E se lo afferma il "Car Designer del secolo", chiamato addirittura dal Moma di New York, il museo d'arte contemporanea più celebre del mondo, nel 1976 per realizzare un prototipo di taxi adatto a sostituire quelli vecchi e poco efficienti circolanti nella "Grande Mela", allora c'è solo da prendere nota.
Solo pochi anni prima, nel '68, dopo esperienze nel Centro Stile Fiat e presso le Carrozzerie Bertone e Ghia, aveva fondato con Aldo Mantovani la Italdesign, società con la quale avrebbe firmato nel corso degli anni oltre 200 modelli entrati in produzione, come l'originale Volkswagen Golf del '74, per la quale i tedeschi gli chiesero di ispirarsi alla Fiat 128.
Pochi anni più tardi, nel 1980, sarebbe stata l'ora della Fiat Panda, una «sfida di peso e di costo» - come ricordava il designer - per rimanere negli stessi valori di peso e di carrozzeria della Fiat 126». Queste le ragioni principali che spinsero verso la ricerca di soluzioni semplici che - unite al design pulito, alla praticità e all'economicità di utilizzo - elevarono l'auto a icona nazionale nei decenni a venire.
Nel gennaio dell'83 a Cape Canaveral, in Florida - dove la NASA lanciava i propri veicoli spaziali - veniva presentata la Fiat Uno, un altro progetto di design ad opera di Giorgetto Giugiaro che introdusse particolari innovativi come le portiere integrali per eliminare il gocciolatoio a vista, un dettaglio "di lusso" che assieme a una nuova metodologia di produzione automatizzata fece sì che la vettura rappresentasse un evidente salto di qualità in termini di prodotto per il marchio torinese.
E a proposito di Uno, fu sempre il designer di Garessio il prescelto per occuparsi di creare le linee del modello che l'avrebbe sostituita. Così nacque nel 1993 la Fiat Punto, un successo sia per la critica che per il pubblico, infatti seppe guadagnarsi il titolo di "Auto dell'anno" nel 1995 e, sempre nello stesso anno, valse a Giugiaro il "Compasso d'Oro".