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Tra gli stand di Ginevra non si guardano solo le inedite forme o le finiture dei nuovi modelli, piuttosto che le tipiche hostess da fiera, ma si pensa anche a quello che ci si ritroverà sotto i cofani a breve termine. Tutti parlano di elettrificazione gamma nel corso degli anni Venti e ovviamente anche il grande colosso giapponese Honda, Casa storicamente nota per le prestazioni e l'affidabilità dei propri motori endotermici, a benzina, non è troppo indietro rispetto a chi vanta la maggior quantità di modelli elettrificati. Il target è avere in gamma entro il 2025 il 60% di veicoli elettrificati. Arriva così per la prima volta su un SUV Honda in Europa, con il nuovo CR-V 2019, una soluzione puramente ibrida relativamente semplice che però è anche molto diversa da quanto la Casa abbia già fatto sinora, a dimostrazione di quale potenzialità ci sia nei cantieri per chi abbia vinto titoli mondiali tanto nel motociclismo quanto nella Formula 1 e si occupi persino di robotica, oltre che di automotive.
Tralasciando i tre modelli concept esposti allo stand svizzero di Honda (Urban, Sports e NeuV) tanto simpatici nelle forme quanto 100% elettrici nella propulsione ma ancora un po’ distanti, dalla reale gamma che avremo in strada da noi in Italia, abbiamo fatto un confronto a distanza di nemmeno due anni per i debutti della NSX, prelibata supersportiva di nicchia e il più popolare CR-V (tra i SUV più venduti al mondo) con propulsione ibrida. Se la prima costa circa duecentomila euro, auto davvero per pochissimi, con tre motori elettrici combinati a un sei cilindri a V da 3493cc, per oltre 580 CV totali, la seconda che arriverà solo agli inizi del prossimo anno da noi è un SUV quasi generalista, che costerà in variante ibrida giusto € 1000 più di una versione benzina, come la 1.5. I due sistemi motoristici elettrificati targati Honda, sono fatti uno guardando alla massima prestazione e adattabilità anche uso pista, l’altro all'economia e facilità di gestione, per le strade di tutto il mondo.
Del primo e pregiato sistema ibrido Honda usato sulla NSX, abbiamo già parlato su Automoto.it, sintetizzando si tratta di una prelibata e oggi ancor rara sul mercato coppia di motori elettrici anteriori (TMU 37CV + 37CV) capaci di funzionare anche come stabilizzatore, oltre che per la trazione integrale. Ibrido posteriore, con endotermico V6 turbo 507CV più elettrico (48CV) a trasmissione diretta, che funge anche da generatore, per una potenza complessiva da circa 582 CV. Il cambio è a doppia frizione, con nove rapporti. L’autonomia in solo elettrico? Davvero poca, pur esistente. La soluzione ibrida Honda che debutta nel 2019 da noi in Europa, già vista in altri mercati, è molto interessante soprattutto in ottica di risparmio invece, perché è una struttura diametralmente opposta nel target a quella di NSX e quindi più contenuta nei costi e nelle dimensioni, prima che nelle prestazioni qui stimabili sommariamente in 30/35 Km di range in puro EV (già decorosi e doppi rispetto a NSX) per circa 200 CV complessivi a disposizione. Gli elementi base del sistema intelligent Multi-Mode Drive sono cinque, in questo caso: Motore / generatore elettrico, Endotermico benzina 4 cilindri 2.0 iVTec ciclo Atkinson, Gruppo frizione, Batterie, Ecu di controllo (sulla NSX sono due le unità, di cui una molto “importante” in tutti i sensi). Soprattutto qui non solo non è presente la pregiata trasmissione a nove rapporti con doppia frizione, ma si risparmia anche il cambio meccanico convenzionale, passando direttamente nei tre modi guida:
EV Drive: propulsione elettrica con energia dalla batteria lithium-ion (endotermico spento, autonomia limitata);
Hybrid Drive: propulsione elettrica alle ruote mentre il motore a benzina gira a bassi regimi (tra 800 e 2000 rpm circa, variabili secondo i carichi) in supporto al generatore di corrente elettrica;
Engine Drive: tramite frizione si collega la trasmissione delle ruote alla piena propulsione endotermica (solo giungendo a velocità elevata, 120 Km/h circa, con rapporto fisso).
Il gruppo posteriore della NSX serve unicamente la trazione alle ruote dietro, mentre i due motori elettrici anteriori sono dedicati all'asse frontale, il più semplice sistema i-MMD può essere abbinato a una classica trazione integrale, meccanica. Se il primo sistema (Sport Hybrid SH-AWD) affascina ma difficilmente si può diffondere popolarmente, pensando a economia o ecologia in generale, il secondo sistema non dispiace proprio su auto normali e potrebbe divenire certo molto popolare, in alcuni mercati. Insomma, Honda anche a Ginevra 2018 ha rimarcato che è capace di proporre globalmente soluzioni tecniche di un certo livello, come i sistemi ibridi alternativi, con caratteristiche diverse. Cosa normale? Forse, in teoria, ma non comune pensando ad altri costruttori che invece stentano a proporre ancor oggi qualcosa in gamma, pur in questa evidente fase fluida di fine anni Dieci con soluzioni varie d’ibridazione sfruttabili; destinate verosimilmente a terminare in un futuro di medio termine, quando prevarranno solo alcune soluzioni. La grande casa giapponese si distingue in positivo quindi, investendo per sposare utenze molto diverse sotto un marchio solo che spazia a pieno range nel mondo dei motori come ha sempre fatto.
Honda
Via della Cecchignola, 13
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https://www.honda.it/cars.html
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