Gilbert e Orridge, Monster: «Non siamo solo sponsor. Ci piace sporcarci le mani ai box»

Gilbert e Orridge, Monster: «Non siamo solo sponsor. Ci piace sporcarci le mani ai box»
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In occasione della presentazione del Mondiale FIA Rallycross abbiamo avuto la possibilità di parlare con i responsabili motorsport di Monster Energy James Gilbert, 4 Wheel Motorsport Manager e Lindsay Orridge, Motorsport Communication Manager
24 aprile 2014

Franciacorta - In occasione della presentazione del Mondiale FIA Rallycross abbiamo avuto la possibilità di parlare con i responsabili motorsport di Monster Energy James Gilbert, 4 Wheel Motorsport Manager e Lindsay Orridge, Motorsport Communication Manager.

 

Monster infatti, il celebre marchio di bibite energetiche, ha scelto di essere uno dei maggiori patrocinatori anche del Rallycross, dimostrando di voler continuare ad investire con forza nel motorsport.

 

Intanto complimenti per essere uno dei patrocinatori di questa manifestazione – è un grande campionato. Come mai questa scelta?
James Gilbert «Abbiamo iniziato la partnership lo scorso anno, quando la competizione era a livello europeo, ed è stato normale proseguire ora che si tratta di un Mondiale. Lavoriamo con la gente, li abbiamo visti sviluppare l’evento e quindi abbiamo continuato a supportarli.»


Lindsay Orridge «Il nostro metodo di lavoro peraltro è molto diverso da quello di altri sponsor: non ci limitiamo a investire soldi nel campionato e a presentarci la sera della gara per vedere che succede. Lavoriamo fin dall’inizio con gli organizzatori, con i piloti e con i media perché vogliamo dare un nostro tocco personale, aiutare i campionati a crescere e a realizzare il loro potenziale.»

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Oltre ad essere uno dei maggiori patrocinatori del Rallycross, Monster Energy partecipa al campionato con una Citroen DS3


Ma chi è Monster, come compagnia? Perché tutte queste partnership con sport motoristici ed eventi estremi?
JG «Facile: prima di tutto siamo degli appassionati. Io ho un passato nelle corse, sono io la prima persona che ha lavorato su questo accordo ma sono io per esempio il primo spettatore di questo genere di eventi. Seguo – seguiamo – tantissimi sport a due e quattro ruote, parliamo con i nostri fan, cerchiamo di capire cosa trovano cool, divertente, e cerchiamo di proporglielo al meglio. Senza fare i VIP – non vogliamo escludere nessuno, vogliamo che tutti possano venire a vedere lo spettacolo. E’ la stessa cosa per i piloti, vogliamo aiutare anche loro a partecipare al Rallycross.»


LO «Certo, abbiamo un prodotto, ma il miglior modo di descrivere cosa offriamo è parlare di musica, di sport.»


JG «E trattiamo tutti questi spettacoli con lo stesso approccio: per noi non ce n’è uno più importante di un altro: un pilota della MotoGP è solo un pilota di moto, un pilota del Rallycross guida un’auto, ma sono entrambi importanti per noi.»

Credo molto nel Rallycross, credo che sarà lo sport dei prossimi anni; la Formula 1 è il meglio in assoluto, nessuno sport motoristico regge il confronto, ma proprio per questo è un po’ troppo distaccata


Qual è lo sport più difficile da seguire? Formula 1, MXGP, MotoGP, Supercross…
JG «Io ho un background automobilistico, la mia passione è per le auto per cui per me è più semplice relazionarmi con la gente delle quattro ruote. Ho un passato nel drifting, per me è una passione e la vivo continuamente. Credo molto nel Rallycross, credo che sarà lo sport dei prossimi anni; la Formula 1 è il meglio in assoluto, nessuno sport motoristico regge il confronto, ma proprio per questo è un po’ troppo distaccata. Credo che invece il Rallycross da un punto di vista del divertimento abbia un potenziale incredibile.»

In Formula 1 però non ve la cavate male, quest’anno…
JG «Non voglio dire niente per non portare sfortuna, ma in effetti…» (ride). «Le Red Bull stanno facendo un ottimo campionato, ma pare proprio che sia il nostro momento.»


LO «Anche se abbiamo disputato solo quattro gare, tutto può ancora succedere.»

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Monster Energy punta molto sul Rallycross perché è una disciplina in crescita a livello internazionale


Quali sono, in definitiva, gli eventi in cui credete di più, quelli che vorreste che gli italiani venissero a vedere?
JG «Beh, sicuramente il Rallycross. Ma anche il drifting, c’è a breve l’Europeo – è davvero divertente. Ma davvero, provate a vedere dal vivo il Rallycross: si gusta bene anche in televisione, ma venire qui, sentire dal vivo il motore delle auto, annusare la benzina e il fumo delle gomme, restare coinvolti in prima persona porta questo sport ad un altro livello. Certo, in TV si vedono bene tutte le curve, ma vedere anche solo una curva dal vivo, ve lo assicuro, è un’altra cosa. E’ come assistere ad un concerto dal vivo: in DVD lo vedrete e sentirete anche meglio, ma volete mettere l’emozione con lo stare in prima fila?.»

 

LO «Siamo presenti in tanti eventi europei: la MotoGP, il rally di Monza…»

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Investendo anche nel Rallycross, Monster dimostra di credere con forza nel motorsport


Fatto 100 il vostro budget di sponsorizzazione, quando di questo finisce negli sport motoristici?
JG «E’ difficile da dire, perché oltretutto varia moltissimo in base ai singoli paesi e ai momenti. Peraltro non ci piace molto quantificare così il nostro impegno: come dicevamo non ci limitiamo a investire economicamente negli sport in cui crediamo, ma mettiamo a disposizione la nostra esperienza e il nostro potenziale organizzativo e promozionale »


LO «Non renderemmo giustizia a questi eventi se ci limitassimo a parlarne in termini di sponsorizzazione economica. Se venissimo soltanto qui, pagassimo e ce ne andassimo l’esercizio sarebbe abbastanza sterile: come abbiamo già detto crediamo molto di più in un lavoro in partnership. Specialmente in un campionato come questo possiamo contribuire ad attirare pubblico e a creare appassionati»

Non ci limitiamo ad entrare in uno sport scegliendo un pilota o un team vincente, preferiamo prendere giovani da crescere e portarli al successo


JG «Di fatto la collaborazione con un marchio di alto valore, cool come Monster funziona anche come richiamo, e possiamo sfruttare alte potenzialità nel merchandising. Ci piace essere coinvolti, ci piace sporcarci le mani nei box, non siamo semplicemente sponsor che mettono il capitale e basta»

Tanto tempo fa uno dei marchi più noti negli sport motoristici era Martini Racing. Ci sono ancora tanti fan di Miki Biasion, che in occasione di un’intervista ci ha dichiarato come fosse onorato di rappresentare i colori Martini Racing. E’ lo stesso con i vostri piloti?
JG «Lo spero. Abbiamo tanti piloti, e con tutti loro il nostro rapporto va al di là della semplice sponsorizzazione. Ci piace crescere con loro, lavorare ed aiutarli a crescere: le scadenze dei contratti, come dice il nostro amministratore delegato Guy Carling, devono essere poco più che formalità perché vogliamo avere rapporti a lungo termine. Ecco perché alcuni dei nostri fan arrivano a tatuarsi il nostro logo addosso. Molti dei nostri piloti sono con noi da quando erano ragazzini: ne abbiamo uno nel drifting che solo quattro anni fa faceva il matto sulle strade aperte al traffico alle tre del mattino, oggi ha uno sponsor e sta crescendo, imparando. Cerchiamo di dare a tutti un’opportunità di avere successo»


LO «Non ci limitiamo ad entrare in uno sport scegliendo un pilota o un team vincente, preferiamo prendere giovani da crescere e portarli al successo»

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