Gianoglio: «Automotoretrò unisce appassionati d'epoca e moderno»

Gianoglio: «Automotoretrò unisce appassionati d'epoca e moderno»
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Abbiamo parlato con Giuseppe Gianoglio, Organizzatore di Automotoretrò, della 32ª edizione di questo evento e di come questo prova a rinnovarsi di anno in anno
10 febbraio 2014

In occasione della 32ª edizione di Automotoretrò (di cui vi proponiamo le immagini più belle), che ha avuto luogo lo scorso weekend a Torino presso Lingotto Fiere e che ha messo in scena auto e moto d'epoca al fianco di quelle moderne, abbiamo avuto modo di parlare con Giuseppe Gianoglio, Organizzatore della manifestazione.

Ci può parlare di questa edizione di Automotoretrò?
«Questa edizione direi che è partita abbastanza bene. Tutti gli anni trattiamo un argomento tematico, motociclistico o automobilistico. Quest'anno abbiamo scelto i 60 anni della Mercedes 300 SL. Per quanto concerne il tema motociclistico invece, a differenza dell'anno scorso che avevamo trattato BMW, abbiamo pensato di scegliere l'Harley-Davidson, un marchio che affascina sempre».

Quali sono i numeri della manifestazione?
«Quest'anno Automotoretrò si è avvicinato, come numero di espositori, ai 1.000 (987 per la precisione) e propone stand di ogni genere. Ci sono moltissimi club, moltissimi restauratori. ACI, ASI, oltre 300 stand di ricambisti, 120 stand di modellismo, circa 200 auto di privati e circa 1.800 vetture esposte, anche perché abbinato ad Automotoretrò da 5 anni c'è anche Automotoracing che rappresenta la parte moderna della passione motoristica ove sono presenti gli stand dei preparatori, delle scuderie e di tutti coloro che lavorano nel mondo delle corse».

Quest'anno Automotoretrò ha registrato 987 espositori e propone attrattive di ogni genere. Ci sono moltissimi club e restauratori. ACI, ASI, oltre 300 stand di ricambisti, 120 stand di modellismo, circa 200 auto di privati e circa 1.800 vetture esposte


Il mondo del tuning?
«All'interno di Automotoracing ci sono anche i settori custom e tuning. Quest'ultimo, presente l'anno scorso per la prima volta, ha portato 120 vetture provenienti da ogni dove. Quest'anno sono divenute 230, di cui tantissimi provenienti da altre parti d'Europa, per cui direi che si tratta di un grosso successo con un notevole sviluppo».

E il custom invece?
«Per quello che riguarda il custom si trovano delle motociclette trasformate radicalmente che si possono definire delle vere opere d'arte, che da usare su strada sarebbero un vero peccato. Sono dei pezzi che andrebbero bene da esporre in casa come oggetto d'arredamento. Sono quindi due manifestazioni (Automotoretrò ed Automotoracing, ndr) che si completano a vicenda e che servono molto a coinvolgere due fasce diverse di pubblico: quello giovane e quello meno giovane».

Tutti gli anni riusciamo ad aggiungere qualcosa cercando di lavorare nel migliore dei modi. Quest'anno per la prima volta abbiamo aggiunto ad Automotoretrò anche una sezione dedicata ai Fuoristrada


Cosa si può fare per potenziare questa manifestazione?
«Penso che ci sia sempre qualcosa da aggiungere. O per migliorarla o per completarla. Noi tutti gli anni riusciamo ad aggiungere qualcosa cercando di lavorare nel migliore dei modi. Quest'anno per la prima volta abbiamo aggiunto anche una sezione dedicata ai Fuoristrada; non è molto grande perché siamo partiti in ritardo e avevamo poco spazio a disposizione però quel poco sta promettendo bene, quindi il prossimo anno anche questo settore potrà avere un notevole sviluppo».

Per quanto concerne invece le moto lei ha menzionato Harley-Davidson, ma qua in Italia c'è tanta storia. Si può fare qualcosa per incrementare il numero di marchi nostrani?
«In Italia c'è tanta storia, infatti quest'anno siamo riusciti a riportare la Piaggio, che si presenta con cinque modelli storici e cinque modelli dell'attuale produzione, perché la storia è importante ma quello che serve per mandare avanti l'azienda è il prodotto attuale che deve essere venduto. E' comunque interessante presentare il parallelo tra ieri e oggi. Per quanto concerne le varie Case italiane io vorrei intanto precisare che solamente Torino, nella storia, ha avuto qualcosa come 126 costruttori di moto. Noi cerchiamo – e ci riusciamo in parte - a sviluppare il settore motociclistico perché molta gente pensava che Torino dovesse essere solamente la capitale dell'Auto, di conseguenza la motocicletta non veniva considerata, invece moltissimi torinesi – senza contare che la nostra manifestazione non è solo torinese e nemmeno solo italiana ma ormai internazionale – e moltissimi piemontesi sono appassionatissimi di motociclette. Cerchiamo quindi di incrementare ogni anno la presenza motociclistica».

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