Geronimo La Russa sui divieti alla circolazione a Milano: "Proroga di almeno un anno"

Geronimo La Russa sui divieti alla circolazione a Milano: "Proroga di almeno un anno"
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In occasione del talk Rom-E, il Presidente dell’Automobile Club d’Italia ha parlato sui divieti delle auto a Milano, sull'auto elettrica e sulle infrastrutture di ricarica
3 ottobre 2022

In occasione del talk Rom-E, il Presidente dell’Automobile Club d’Italia si è espresso riguardo le restrizioni, fino ai veicoli Euro 5, della circolazione dei veicoli in area B a Milano.

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Proroga alle limitazioni degli Euro 5

In passato sono stato critico sulle scelte di area B, oggi più che mai ritengo auspico una proroga di questo divieto (di almeno di un anno), questo per il particolare momento di difficoltà per le famiglie e per le imprese, dovuto principalmente al caro energia e quello dell'inflazione. Credo che non sia per nulla il momento di richiedere un cambio delle vetture moderne (Euro 5 diesel) e da tempo sostengo che queste ultime non possano essere considerate come un modello particolarmente inquinante. Inoltre, penso che se si discute di Euro 0-1-2-3 e persino 4, si può essere d’accordo che il parco auto debba essere rinnovato e sappiamo che in Italia è uno dei più vecchi rispetto la media europea. Va anche detto,però,  che Milano è una buona isola, nel senso che il parco circolante nella città è più giovane rispetto al resto d’Italia e sappiamo anche che questa battaglia al diesel a tutto spiano, secondo me non è assolutamente corretta. Le auto Euro 5 diesel sono state comprate qualche anno fa con gli incentivi e oggi non vedo l’esigenza di vietarle totalmente. Spero si possa ragionare sulla proroga, sull’ampia estensione del numero di accessi e mi auguro che non ci sia questo divieto il primo di ottobre. Inoltre, in ACI Milano, riceviamo centinaia di email e di telefonate di automobilisti che si lamentano, quasi come se fossimo noi a fare qualcosa di più di quello che già facciamo, cioè cercare di sensibilizzare le amministrazioni e di informare la gente che non si combatte così l’inquinamento. 

Inquinamento e auto elettriche

A proposito della battaglia all'inquinamento, come ACI state facendo molta informazione a livello nazionale e locale, anche sulla transizione della mobilità e sull’auto elettrica. La sensazione è che spesso le istituzioni centrali non vi coinvolgano attivamente per capire come è meglio fare, è solo un’impressione o un dato di fatto oggettivo?

 

E’ un dato oggettivo, noi facciamo studi seri e scientifici, raccogliamo dati e numeri, proponiamo delle cose però ci scontriamo spesso e volentieri con la demagogia. Come ad esempio quella dell'attacco al diesel, che ha fatto dei passi da gigante nella tecnologia e che oggi, sono auto pulite (riferendosi alle euro 6). Le auto ibride sono sicuramente una buona soluzione, però faccio presente che ci sono numerosi modelli in vendita di auto ibride con motore a benzina che quando queste circolano senza la corrente (quindi con la batteria scarica), inquinano ben di più di un diesel euro 6. Io mi auguro che per il futuro ci sia un maggior ascolto per chi, come l’ACI, se ne occupa in  maniera scientifica.

Incentivi: servono oppure no?

Riguardo lo svecchiamento del comparto auto, ACI porta questa battaglia avanti da un po' di tempo e nonostante gli incentivi, non riusciamo a ringiovanire i modelli del paese. Inoltre, ci sono delle regioni che hanno il 40% delle vetture a Euro 0 o 1. Gli incentivi  non sono serviti?

Servono se sono incentivi corretti. Fare la guerra al diesel Euro 5, quando c’è in giro per l’Italia un parco circolante di Euro 1-2, è una guerra sbagliata che fa solamente male alle famiglie in un momento di difficoltà. Se invece si fanno degli incentivi seri, cioè premiare chi cambia un’auto con un euro 5-6 di prima generazione, incentivando questo si dà veramente una mano al paese. Fare incentivi solo per auto elettriche o di nicchia, hanno il risultato che non vengono sfruttati e che non risolviamo il problema serio di svecchiare il parco circolante che oltre ad essere più inquinante è anche meno sicuro. 

Infrastrutture: il punto della situazione

Infine, passando al tema delle infrastrutture, qual è la situazione della Lombardia per capire com’è distribuita la rete e se effettivamente sono funzionanti o meno?

La situazione è critica. C’è un grande movimento che sponsorizza le auto elettriche, io stesso ho comprato un’auto elettrica da usare in città ma ho riscontrato che il problema di ricaricare esiste. Questo perchè ci sono alcune colonnine dedicate solo a determinate specifiche auto e c’è un’altro grande problema: stalli occupati da auto termiche oppure colonnine non ancora  in funzione. Il risultato è che quello stallo non può essere utilizzato sia da chi ha una vettura termica e sia da chi c’è l’ha elettrica. Un disservizio nel disservizio.

Noi in Italia abbiamo registrato circa 30.000 colonnine, che non sono poche ma non sono sufficienti per far fronte al grande movimento che si sente continuamente parlare della rivoluzione dell’auto elettrica e in più, con una distribuzione geografica non paritaria. Con più colonnine al Nord e pochissime al Sud. Ad oggi la tecnologia offre questo, sicuramente si potrebbe migliorare con una rete infrastrutturale seria ma ci dovrebbe essere un vero lavoro di sistema-paese, senza che ci siano diversi interlocutori per mettere una colonnina.

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