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Forse il Motore Diesel sarà più duro a morire del previsto. È quel che vien da pensare quando si legge che Stellantis, nei giorni scorsi, ha confermato la compatibilità della sua gamma motori con il biocarburante HVO, prodotto a partire da oli vegetali.
Non solo: sono ovviamente compatibili le motorizzazioni che mostrano la dicitura "XTL" sul bocchettone di rifornimento, ma il gruppo ha dichiarato che l'HVO è perfettamente utilizzabile anche su una serie di propulsori diesel senza dicitura XTL, omologati Euro 5 ed Euro 6.
Nella fattispecie, la lista è la seguente:
Nonostante la mancata apertura da parte dell'UE nel considerare i biocarburanti come alternativa all'elettrico dopo il 2035, Stellantis spinge in questa direzione perché ad oggi l'HVO promette di ridurre fino al 90% le emissioni di CO2 della flotta circolante. Un gran bel risparmio di emissioni che sicuramente farà comodo alle aziende per ridurre la propria impronta carbonica, ma che giova anche all'intero ambiente.
Nulla da dire sull'efficacia del biocarburante sulle emissioni dunque, ma la domanda è: l'HVO conviene anche a livello economico? Facciamo due calcoli e scopriamolo.
La sigla HVO significa "Hydrotreated Vegetable Oil" (letteralmente "Oli Vegetali Idrogenati"). È un tipo di biocarburante avanzato ottenuto a partire da oli vegetali appunto, ma anche grassi animali, scarti e altri materiali rinnovabili. A differenza del biodiesel tradizionale (come ad esempio il "FAME"), l'HVO viene prodotto tramite un processo di idrogenazione per renderlo più simile al gasolio fossile. Dunque si hanno parecchi vantaggi rispetto ad altri carburanti alternativi:
A livello teorico, questa sembra la soluzione migliore nel breve termine per contenere le emissioni di CO2 prodotte dai motori a ciclo Diesel (purché compatibili). Viene quindi spontaneo chiedersi perché, se i vantaggi sono così evidenti, non venga ancora utilizzato su larga scala se non addirittura come gasolio primario rispetto a quello fossile. Ebbene, non è così semplice, perché alcuni svantaggi o punti critici "nascosti" ci sono eccome:
La risposta secca è Sì, salvo alcuni casi particolari.
Se per esempio prendiamo il prodotto ENI HVOlution, rispetto al gasolio tradizionale il prezzo alla pompa è di circa 10 centesimi/Litro in meno. Chi vi scrive ha avuto modo di provarlo su una Fiat Tipo 1.6 Multijet 120 CV (Euro 6B), e dai calcoli effettuati i consumi risultano sostanzialmente identici al gasolio fossile. Vale a dire che con un serbatoio da 50 litri si risparmiano 5 euro ad ogni pieno, e dunque ogni 15 pieni circa ne viene fuori uno "gratis" rispetto al caburante tradizionale, grazie ai consumi paragonabili. Sul fronte delle prestazioni, allo stesso modo, non si percepiscono differenze tangibili su prontezza, spinta e allungo del propulsore (tenendo bene a mente che i motori sono tutti diversi e il comportamento può differire da uno all'altro).
D'altra parte, è stato effettuato anche un test con il prodotto Blu Diesel+ sempre di ENI: all'interno di questo carburante, anziché il 7% di FAME come nel gasolio fossile standard, è presente un 15% di HVO. L'unione del gasolio fossile con i vantaggi dell'HVO, oltre ai vari additivi presenti in questo carburante, gli consentono di offrire consumi minori rispetto al gasolio tradizionale (e quindi anche all'HVO, dalla composizione più pura e con meno additivi). Nonostante un prezzo alla pompa maggiore, il Blu Diesel+ si compensa con consumi più contenuti, fino a farlo diventare anche leggermente più conveniente se utilizzato a dovere.
Insomma, sembra proprio che ovunque si metta l'HVO, che sia in toto o che sia in percentuale nel gasolio fossile, il vantaggio economico si faccia vedere eccome. È probabile sia solo questione di tempo prima che il processo venga ottimizzato e il rendimento migliorato ulteriormente (benché già da ora il potere calorifico sia molto alto). In linea generale si può prevedere che, se per motivi di materie prime non riuscirà a soppiantarlo completamente, è molto probabile che l'HVO diventi parte integrante in buona percentuale di tutto il gasolio utilizzato oggi. Dopotutto, se l'infrastruttura non viene intaccata e le emissioni si riducono, è un ottimo "tampone" a breve termine per ridurre CO2 ed NOx a partire da oggi stesso.
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