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In questi giorni è stato diffuso un comunicato stampa che ha subito attirato la nostra attenzione. Il titolo recitava solennemente: “Gallerie italiane promosse a pieni voti”. Siamo balzati subito sulla sedia. Ma come? Ci imbattiamo tutti i giorni in tunnel sporchi, malconci, stretti e pericolosi e veniamo persino promossi?
Gallerie: come facciamo ad essere promossi?
Fortunatamente è bastato il sottotitolo per svelare l'arcano: “Risultati notevoli per Monte Bianco e Sant'Angelo. Bene Monza”. Ovvero per tre delle gallerie più nuove e moderne d'Italia! Ma ecco come è nato il fantomatico comunicato. In pratica per effettuare il test EuroTAP (European Tunnel Assessment Program), che valuta la qualità dei tunnel stradali, l'Aci ha sottoposto insieme all'Adac – l'omologo automobil club tedesco – soltanto tre gallerie della Penisola. Guarda caso le tre più nuove o ammodernate di recente, tralasciando però tutte le altre!
È bastato questo per annunciare la promozione a pieni voti dell'intera rete di gallerie italiane. Peccato che gli Italiani, muovendosi tutti i giorni in auto o in moto, sappiamo fin troppo bene quali siano le reali condizioni dei tunnel nel nostro Paese. Basterà fare pochi esempi, alcuni dei quali arcinoti, per rendersi conto che la situazione è ben diversa dal quadretto roseo delineato in questi giorni.
Da Roma al Lago di Como: il disastro
Partiamo da Roma, la Capitale. I cittadini dell'Urbe sanno benissimo che molti dei tunnel di collegamento al GRA sono tutt'ora completamente privi di illuminazione. Guasti e furti di rame affliggono ormai da mesi il Raccordo, che spesso rimane al buio per lunghi tratti. Non parliamo poi delle gallerie della A1 sul tratto appennico tra Barberino e Roncobilaccio: un autentico taboga. I tunnel, molti dei quali risalenti agli anni '60, sono strettissimi e costringono le auto a viaggiare fianco a fianco con inteminabili file di TIR. In questo tratto infatti si verificano spessissimo incidenti, anche molto gravi. Fortunatamente però, almeno in questo caso, la situazione potrebbe migliorare grazie alla nuova Variante di Valico, che dovrebbe essere inaugurata soltanto tra pochi mesi.
Non mancano però situazioni ancora più compromesse. In Liguria tutti conoscono lo stato disastroso dei tunnel sulla Genova-Voltri o sulla Genova-La Spezia. Anche qui si è costretti ad attraversare gallerie strettissime, poco illuminate e prive di corsie o piazzole di emergenza. Tristemente famoso, per esempio, il tunnel sotto il Monte di Portofino. E le conseguenze possono essere disastrose, come avvenuto ad aprile di due anni fa, quando un uomo, scivolato con lo scooter, venne inevitabilmente travolto e ucciso nella angusta galleria “Cantarena”, nei pressi del Capoluogo ligure.
Basterà fare pochi esempi, alcuni dei quali arcinoti, per rendersi conto che la situazione è ben diversa dal quadretto roseo delineato in questi giorni
Cosa può fare un'auto in panne?
Abbiamo denunciato più volte anche lo stato pietoso delle gallerie che costeggiano i laghi di Como e di Iseo. Oltre alla scarsissima illuminazione, qui ci siamo imbattutti in una sporcifizia inaccettabile, che è addirittura andata a compromettere la visibilità della segnaletica e dei catarifrangenti. Come se non bastasse poi alcuni segnali stradali sono divelti e giacciono a bordo strada, mentre sono del tutto assenti marciapiedi o piazzole di emergenza. Anche qui quindi, in caso di guasto, si resta con la propria auto in balia del traffico. Il risultato è che spesso gli automobilisti sono costretti a scendere dai propri veicoli, in condizioni di sicurezza fuori da ogni logica.
E potremmo andare avanti con esempi negativi all'infinito. Anche la galleria di Monza, del resto, presa come esempio di eccellenza italiana, presenta tutt'oggi gravi limiti. La struttura è molto tecnologica e al passo coi tempi ma con una percorrenza media di 56.200 veicoli al giorno ci sarebbero volute molto più di tre corsie per senso di marcia. E la prova sono le code che continuano a formarsi quotidianamente, soprattutto durante le ore di punta.
Altro che promozione! Serve un'inchiesta seria
In ogni caso prima di lanciare certi annunci trionfalistici quindi, a nostro parere, bisognerebbe fare un’inchiesta approfondita per appurare quali e quante sono le gallerie sulle quali è urgentissimo intervenire. E poi diffondere alla stampa i risultati di tale inchiesta. Specialmente quando c'è in ballo l'incolumità di tutti. E quando c'è ancora così tanto da fare per migliorare la sicurezza della nostra rete stradale.