Gabriele Tarquini, Honda WTCC: «Puntiamo al titolo nel 2015»

Roma - Giornata speciale, alla Honda Motor Italia: nella sede che vede insieme la sezione quattro e due ruote, l’ospite d’onore è stato Gabriele Tarquini, veterano delle piste e confermato pilota del Team Honda Civic-Castrol nel WTCC del prossimo anno. Occasione dell’incontro, la consegna ufficiale delle chiavi a Tarquini da parte del Direttore Generale di Honda Motor Europe Italia, Alessandro Skerl, di una fiammante Accord Tourer 2.2 versione full optional, nuova vettura personale di Gabriele.

Un’occasione troppo ghiotta per farci sfuggire Tarquini, in procinto di partire per le gare finali della stagioni, alla volta dell’Asia: in calendario ci sono le tappe in Cina, a Shanghai, e poi proprio in Giappone, sulla pista di Suzuka. Saranno occasioni per cercare di dare lustro ad una stagione purtroppo non soddisfacente, che ha visto la Civic arrancare dietro la Citroen. Ma Tarquini è un tipo tosto, che certo non si abbatte davanti alle difficoltà: anzi, da esse trae nuove energie per ripartire.

Come vi presentate alle ultime gare di stagione, che si svolgeranno lontano dall’Europa?
«Con il campionato ormai compromesso, le ultime gare saranno il banco di sperimentazione di nuove soluzioni, già studiate per la stagione 2015. Ci concentreremo soprattutto sul motore, visto che le prestazioni sono state il nostro tallone d’Achille, cercando l’equilibrio ideale tra performance e telaio. Qualche miglioramento lo abbiamo già ottenuto e non nascondo la speranza di ben figurare nella parte finale di stagione: in particolare, ci teniamo a far bene nella gara di Suzuka, che ovviamente per Honda ha un’importanza particolare, Non posso certo promettere la vittoria, ma ci impegneremo al massimo per stare davanti a tutti».

Hai trovato le cause per questa travagliata stagione?
«Intanto, sono stati gli avversari e Citroen in particolare ad azzeccare la vettura giusta. Da parte nostra, non ha certo giovato che la struttura racing sia stata allocata presso la Honda Japan, scelta che ha generato una serie di problemi ed ostacoli per lingua e lontananza. Ora abbiamo la giusta sintonia, ma ormai tocca pensare all’anno prossimo: mi pare nel Reparto Racing Honda stiano lavorando le persone giuste e nel modo migliore».

Il 2015 si annuncia davvero memorabile per Honda, visto il ritorno in Formula Uno: come  giudichi questa scelta?
«Ovviamente mi ha fatto molto piacere, perché Honda ha nel DNA le gare ed a stare lontani dalla Formula Uno si soffre. Anche l’accordo con la McLaren è carico di suggestioni: ma le regole oggi sono ben diverse rispetto al passato e miracoli non se ne fanno. Le power unit, con l’importanza crescente della parte elettrica, necessitano di un lungo lavoro di affinamento e calibrazione per arrivare alle massime performance. Per Honda non sarà semplice essere da subito competitiva, ma credo che in un paio di stagioni potrà tornare stabilmente nelle zone nobili della classifica».

Nella tua lunga esperienza agonistica hai assistito a rivoluzioni tecniche, all’introduzione di tante novità, allo sviluppo di soluzioni inedite: ci sveli quale aspetto delle competizioni su quattro ruote ti ha sorpreso di più?
«Senz’altro la spettacolare evoluzione dei veicoli a trazione anteriore: ormai la forbice prestazionale con la classica posteriore si è quasi chiusa e le differenze quasi annullate. Tutto merito di un certosino lavoro di sviluppo, di ore ed ore passate prima a ragionare con i tecnici e poi a sperimentare in pista. Basti pensare  quanto sofisticate siano oggi le soluzioni per le sospensioni o i differenziali per valutare tutta la strada fatta».

Ma dopo una carriera di oltre trent’anni, in questo mondo c’è ancora qualcosa capace di emozionarti?
«Nulla è più appassionante della sfida di realizzare una nuova vettura da corsa partendo da un foglio bianco: quando succede, e con Honda è stato così, ritrovo l’entusiasmo del ragazzino che per la prima volta scendeva in pista!».