Fusione FCA-PSA, le opinioni di sindacati e politici

Fusione FCA-PSA, le opinioni di sindacati e politici
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Ecco le dichiarazioni a caldo di sindacati e politici sulla fusione paritaria tra FCA e PSA
31 ottobre 2019

Arrivano le prime reazioni in seguito all’ufficializzazione della fusione paritaria tra FCA e PSA, arrivata nella mattinata di oggi. Dai sindacati la notizia è stata accolta con dei dubbi sul futuro delle fabbriche nel nostro paese. «C'è una fortissima preoccupazione per gli stabilimenti. In Italia c'è una capacità produttiva installata di 1,5 mln di auto, ma ne vengono prodotte meno della metà. I nostri stabilimenti sono pieni di cassintegrati, la fusione è molto rischiosa», ha spiegato Francesca Re David, segretario generale di Fiom Cgil, ai microfoni di Radio anch’io, su Rai Radio1.

«Chiederemo a FCA continuità nel piano industriale e negli investimenti e produzione in Italia - ha dichiarato alla Rai il Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli - . La fusione di due grandi gruppi come FCA e PSA può generare economiche di scala a livello di costi, ma i risparmi non devono colpire i lavoratori nel nostro paese». «Non ho parlato con FCA - aggiunge - ma qualche giorno fa ci siamo incontrati al tavolo legato all'automotive. Se dovessero essere rispettati i piani industriali e occupazionali nel nostro paese, questo accordo rappresenterebbe una buona notizia».

Ha espresso invece parere positivo sull’operazione il Ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, che dice di accogliere «favorevolmente l'avvio delle negoziazioni». Lo Stato, però, «sarà particolarmente vigile sulla tutela dell'impronta industriale in Francia, la localizzazione dei centri decisionali e la creazione di una filiera europea delle batterie elettriche», si legge nella nota diffusa alla stampa. «La Francia - ha aggiunto Le Maire - deve essere fiera della sua industria automobilistica che ha dato prova delle sue capacità di ricerca e di innovazione tecnologica, in particolare, in materia elettrica e ibrida».

La segretaria di Stato all’Economia, Agnès Pannier-Runacher, ha dichiarato a Radio Europe 1 che l’operazione «rafforza la solidità del gruppo Psa» mettendo il costruttore francese «potenzialmente al riparo nella competizione mondiale». Sul fronte dell’occupazione, Pannier-Runacher non esclude esuberi di personale:  «Non si possono chiudere gli stabilimenti, ma si può avere bisogno di ritoccare la loro dimensione».

Il Ministro della Transizione Ecologica francese, Elisabeth Borne, ha spiegato che la sua principale «preoccupazione è che il gruppo abbia i mezzi per investire nella transizione energetica per fare l'auto pulita di domani». A domanda di France Info sulla decisione di avere la sede sociale nei Paesi Bassi, Borne risponde: «Non ho elementi per spiegare la scelta».

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