Furti d’auto: fenomeno che non conosce crisi

Furti d’auto: fenomeno che non conosce crisi
Pubblicità
Resta alto in Italia il livello d’allarme per i furti d’auto: crescono quelli di veicoli premium ed utilizzando dispositivi elettronici
6 luglio 2016

La fonte è degna di fede: il Ministero degli Interni diffonde ogni anno con chirurgica precisione i dati relativi al fenomeno dei furti d’auto, che coinvolge a vari livelli tutto il territorio nazionale.

Una piaga, come abbiamo già avuto modo di definirla, che si poggia su numeri da paura: ogni giorno sulle strade italiane vengono rubati oltre 312 veicoli, per un totale di ben 114.121 nell’ultimo anno, con una frequenza di 13 ogni ora.

Vale a dire, quando avrete terminato di leggere questo articolo, se avrete la compiacenza per chi scrive di arrivare fino in fondo, altre sei o sette vetture avranno salutato il loro legittimo proprietario.

Una vera emorragia, dunque, visto che l’attività di prevenzione e contrasto delle Forze dell’Ordine riesce a riportare a casa il 45% dei veicoli rubati (in tutto il 2015 50.820).

2015: 63.000 veicoli spariti nel nulla

La buona notizia è che degli oltre 114.000 veicoli rubati nel 2015, quasi il 45% (50.820 in tutto il 2015) riesce a tornare nella disponibilità del legittimo proprietario; se ne deduce, quindi, la cattiva: di oltre la metà dei veicoli rubati (63.301, nel 2014 erano 59.771) si perdono per sempre le tracce.

In quindici anni, si calcola che un parco auto di ben 1.232.780 unità sia scomparso nel nulla. L’analisi del trend degli ultimi anni evidenzia la difficoltà delle attività di recupero delle auto rubate, scese dal 56% del 2001 al recente 45%, a fronte della complessiva stabilizzazione del numero dei furti registrati sul territorio. Degli oltre 114mila veicoli rubati, 11.459 sono furgoni, 4.541 sono SUV, e i restanti 98.121 sono autoveicoli.

L’Italia si conferma terra di approvvigionamento di veicoli, poi instradati in traffici internazionali verso i Paesi dell’Est Europa o cannibalizzati e sfruttati per alimentare il mercato dei pezzi di ricambio.

La stabilizzazione del numero dei furti sembra ormai un trend consolidato, così come la diminuzione dei veicoli recuperati, l’attenzione per i veicoli premium (i cui tassi di furto sono in deciso aumento) e l’aumento delle sottrazioni portate a termine con strumenti tecnologici.

In Europa, il 30% dei furti di vetture con meno di 5 anni di anzianità viene commesso servendosi di strumenti elettronici in grado superare il livello di protezione imposto dalle Case.

Un trend stimato in crescita nei prossimi anni, di pari passo con l’aumento delle dotazioni telematiche di bordo e dei sistemi di apertura e avviamento key-less in graduale diffusione anche nel nostro Paese.

 

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese

In cinque Regioni il 78% dei furti

Il fenomeno furti resta focalizzato principalmente su alcune aree “critiche” della penisola, dove la presenza delle organizzazioni criminali è più radicata o che risultano centrali per le attività economiche del nostro Paese.

Si rafforza il primato negativo di Campania e Lazio che rappresentano rispettivamente il 21% (oltre un’auto su cinque viene rubata in questa regione) e il 16% del totale, seguite a stretta distanza da Puglia (15%) e dal duo Lombardia-Sicilia (entrambe appaiate al 13%). Rispetto all’anno precedente il fenomeno appare ancora più concentrato in queste cinque aree che rappresentano ben il 78% del fenomeno: quasi 8 auto su 10 vengono sottratte in queste zone.

La Campania, insieme all’Abruzzo (1.967 furti e +8% vs 2014) è l’unica regione a far segnare una crescita (+4%) nel raffronto con l’anno precedente e conferma la storica difficoltà nel recuperare i beni sottratti in queste terre (solo il 35% delle auto “torna a casa”), criticità seconda solo al Lazio, dove il tasso di recupero scende addirittura al 29%.

Al di fuori di queste aree “a bollino rosso” e di alcune Regioni “border line”, come Piemonte (5.203 furti) e Calabria (3.600), il fenomeno assume dimensioni più contenute.

Inoltre, in Regioni soprattutto settentrionali, le percentuali di recupero raggiungono soglie elevate: Emilia Romagna (88%), Toscana (79%), Marche (63%) e Liguria (83%).

Napoli torna “capitale”

Il dettaglio sulla distribuzione del fenomeno nelle province italiane presenta diversi spunti di interesse, con i primi posti presidiati dai principali centri metropolitani del Centro-Sud.

Napoli torna “capitale dei furti”, scalzando Roma dal primato, con 16.074 furti (ben 44 al giorno) contro i… soli 14.884 della “città eterna”.

Gli episodi criminali registrati nel capoluogo campano hanno subìto un preoccupante incremento del 4%, che contrasta con il trend all’insegna della stabilità per gran parte delle altre province.

I dati fuori controllo dei furti, combinati con i tassi minimi di recupero (rispettivamente del 38% e addirittura 28%), illustrano bene le ragioni dell’allarme furti diffuso nelle province di Napoli e Roma e del conseguente boom dei costi delle coperture assicurative.

A Roma quasi 3 auto rubate su 4 non vengono ritrovate.

Tra i dati di questa top ten criminale, va evidenziata la nuova e significativa crescita del fenomeno nella provincia di Caserta (8° centro più bersagliato dai ladri) che nel raffronto con il 2014 ha fatto segnare un brusco aumento del +26% e i tassi di recupero oltre la media nazionale delle sole Torino (53%) e Foggia (60%).

Un aspetto singolare riguarda il dato relativo alla realtà bolognese: nella città “dei colli” sono state rubate lo scorso anno ben 850 auto, ma la quasi totalità (il 98%) è stata recuperata.

Le preferite dai ladri

Anche nel 2015, loro malgrado i modelli del Gruppo FCA sono protagonisti della top ten delle auto più rubate, occupando le prime cinque postazioni: un primato, già consolidato negli ultimi anni, che testimonia l’orientamento dei ladri sulle vetture più vendute sul mercato, spesso rubate e utilizzate per alimentare il mercato nero dei ricambi, piuttosto che inserite sulle rotte internazionali dei traffici di auto.

Il gruppo guidato da Marchionne detiene, nel complesso, il poco invidiabile primato nella market share di questo business, pari al 45,7% del totale. 

Unico dato positivo per FCA è il tasso di recupero, superiore di ben 7 punti percentuali (52% vs 45%) rispetto al dato medio nazionale e il generalizzato graduale calo nel numero assoluto degli episodi criminali rispetto al 2014. Di fatto, è l’unico brand a far registrare in maniera decisa un tasso di recupero superiore alla media.

Molto peggio se la passano i proprietari di veicoli degli altri due brand che accompagnano FCA sul poco invidiabile podio, Ford (7.494 sottrazioni e +5% vs 2014) e Volkswagen (6.031): i proprietari delle vetture di queste due Case riescono a rientrarne in possesso solo nel 42% e nel 32% dei casi.

Tra i brand più introvabili si conferma Smart: meno di una rubata su tre viene ritrovata (32%). Peggio fanno solo Land Rover e SEAT (31%), mentre non sono molto più fortunati i proprietari di Mercedes e BMW, ritrovate nel 33% e 35% dei casi.

Tornano, inoltre, a crescere i furti dei veicoli premium tedeschi Mercedes (da 3.619 a 4.451) e Audi (da 2.973 a 3.093), e subiscono un brusco rialzo le sottrazioni di Renault (5° brand più colpito, che registra un +13% vs 2014).

Passando dai brand ai modelli, la “regina” delle auto rubate resta la Panda con 11.598 casi di sottrazione (quasi il 12% del totale), seguita da Punto (8.742 furti) e 500 (6.669).

In particolare, i furti dei veicoli Fiat (43.531 sul totale di 114.121) sono prerogativa delle Regioni centro-meridionali, Campania in testa; solo in quest’area sono sparite 3.221 Panda, 2.686 Punto e 1.681 500.

Proprio i dati sulle Regioni del Sud-Italia risentono di un altro fenomeno in forte crescita: i furti subìti dalle società di noleggio breve e lungo termine, appetibili per le organizzazioni malavitose che in esse trovano un prezioso bacino di vetture di ultima generazione, ben mantenute e non sempre adeguatamente protette.

La top ten delle auto preferite dai ladri prosegue con Lancia Ypsilon (4.089 furti) al quarto posto, seguita da Fiat Uno (3.476), Ford Fiesta (3.205) e Volkswagen Golf (2.919). Completano le prime dieci posizioni Smart Fortwo (2.077), Renault Clio (1.755) ed Opel Corsa (1.448).

Le aree del Sud, Campania, Sicilia e Puglia evidenziano una maggiore focalizzazione sulle cosiddette utilitarie (Panda, Punto, 500, Uno, Ypsilon, 600, Fiesta) e city car; salendo di latitudine, nel Lazio, il business si modifica gradualmente e al centro delle attenzioni criminali entrano in modo deciso anche la 500, la Smart For Two e la Golf.

Infine, in Lombardia e nelle altre Regioni settentrionali, a questi modelli si aggiungono Volkswagen Polo, Audi A4 e un generalizzato maggiore interesse per i SUV, a testimonianza di un giro d’affari più attento ai “veicoli di pregio”.

Torna a crescere l’incidenza percentuale dei furti delle vetture della top ten sull’intero fenomeno delle sottrazioni, che nel 2014 aveva toccato la soglia del 36% e lo scorso anno ha raggiunto quota 46,9%, confermando una maggiore focalizzazione degli obiettivi del business criminale su alcuni modelli più diffusi sul mercato nazionale.

Attenzione crescente ai Suv

Merita un focus a parte il business legato ai furti di Suv, in forte crescita negli ultimi anni, che prende di mira veicoli di valore superiore ai 20.000 euro, destinato a crescere di pari passo con la moltiplicazione e con l’aumento della penetrazione di questi modelli nel parco circolante italiano. Nel 2015 si sono registrati ben 4.368 episodi in tutta la Penisola.

Roma resta la capitale di questi furti (1.047 sottrazioni), seguita da Milano (692) e Bari (296). In particolare, a fronte di una sostanziale stabilità del fenomeno rispetto allo scorso anno, Roma, Napoli (260 casi) e Catania (157) mostrano indici in consistente crescita, con +5%, +15% e +18%; segnale preoccupante di un’evoluzione del fenomeno.

E il dato partenopeo diventa ancora più allarmante, se lo si allarga a tutta la Campania che lo scorso anno ha visto aumentare questi furti del 27% (la sola Caserta registra un deciso +109% del fenomeno).

A rendere ancora più significativi questi dati, ci pensano i tassi di recuperi di questi modelli (35% pari a 1.482 veicoli ritrovati), ben al di sotto della media nazionale.

Come se non bastasse, nelle tre città in cui se ne rubano di più, Roma, Milano e Bari, le percentuali di recupero scendono al 22%, 29% e 19%. Le basse probabilità di rientrare in possesso di questi beni, una volta sottratti, mettono in evidenza come le attività criminali si stiano orientando proprio su questi veicoli dal valore economico elevato, utilizzando spesso sistemi tecnologici all’avanguardia per appropriarsene e per farne perdere rapidamente le tracce, trasferendoli nel giro di poche ore oltre confine.

Ma quali sono i modelli più bersagliati? Land Rover Range Rover (640 furti nel 2015 vs i 548 del 2014) consolida il poco invidiabile primato di Suv più “attenzionato” dai ladri, seguito da Nissan Qashqai (444), Toyota Rav (passato da 253 sottrazioni a 303), Land Rover Evoque (349 vs i 299 dell’anno precedente) e Kia Sportage (251).

Tra i modelli più rubati, l’Evoque è quello che offre minori chance di recupero: solo il 21% di possibilità di rientrarne in possesso dopo il furto (di quasi 4 su 5 si perdono le tracce).Più in generale Land Rover, con 1.202 furti e una crescita del 35% rispetto all’anno precedente, rappresenta il brand più ricercato, rispetto ai competitor di segmento Nissan, BMW, Toyota e Kia.

«I furti di auto rappresentano una piaga sociale - ha evidenziato Maurizio Iperti, Amministratore Delegato di LoJack Italia, azienda specializzata nel rilevamento e recupero di beni rubati, commentando i dati del Ministero - Negli ultimi anni ne abbiamo notato la decisa evoluzione, con un forte coinvolgimento delle organizzazioni criminali nel business e con l’uso di dispositivi tecnologici in grado di sottrarre in pochi secondi veicoli di ultima generazione senza danneggiarli. Per stare al passo con l’evoluzione del fenomeno e contrastarlo efficacemente, operiamo al fianco delle Forze dell’Ordine e delle vittime, perché il ruolo di intelligence tecnologica e sul campo è sempre più strategico».

Pubblicità