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Dal lontano 1995, circa, ogni nuova auto immatricolata dalle nostre parti si dotava di un inedito sistema immobilizzazione. Già, le cosiddette chiavi “con il code” abbinate a centraline iniezione “immobilizzate”. Definizioni popolari per una scelta logica, prima che tecnologica: il motore si avvia solo se nel blocchetto è presente una chiave giusta, non basta l’azione meccanica. Finiti i tempi in cui un abile scassinatore forzava serrature e in un attimo, con due mosse anche sulla corrente elettrica nell’impianto, avviava ogni bel mezzo.
Tralasciando gli antifurti opzionali e rimanendo nel mondo “del code” di serie, ogni costruttore serio e avanzato ha rapidamente esteso le codifiche ad altri moduli, altre centraline, per far funzionare non solo il motore ma tutta l’auto solo quando è identificato un possessore lecito. E quindi anche il bloccasterzo elettronico “sente” il suo giusto codice, prima di liberare il volante. Anche la strumentazione combinata e persino il modulo di controllo abitacolo (Body) che comanda un po’ tutto. Un crescendo di tutele, con protocolli ed elementi sempre più complessi, come tutti comprendono quando capita una manutenzione straordinaria. Quella che fa dire “No, il pezzo non si sostituisce con uno usato o adattabile”. Va messo necessariamente nuovo e ricodificato dal concessionario, altrimenti non funziona. Radio e Navigatori, Infotainment in genere.
Nonostante questi numerosi paletti che farebbero pensare sia quasi inutile rubarle certe auto, visto che anche i ricambi sono codificati, salta sempre fuori la triste verità, al bar dei buontemponi. Loro usano bici o vecchie compatte per venire in centro ad ammazzare il tempo, ma quando arriva il conoscente in odore di auto nuova sopra i 50K, conoscono i numeri delle statistiche più recenti sui furti. Un trend in lieve diminuzione fino al 2017, ora in risalita.
“Il nuovo SUV premium? Mercedes o BMW?” L’amico dice che prima vuole provare anche Range Rover e poi decide. “Cambia niente: poi occhio, che se lo lasci in giro te lo rubano in 10 secondi”. Lo rubano sì, purtroppo. Non molti sanno se davvero in 10 secondi e fatica zero. Andiamo allora a fare una carrellata dei principali “furti elettronici” di auto, come alcuni li chiamano, sapendo che sono indicazioni generiche meritevoli di approfondimento prima di dare sentenze. Sapendo che non ci sono solo tantissimi ladri d’auto e operatori interessati al traffico di interi SUV o soli ricambi rubati. Magari ci sono anche parecchie “menti” che ben pagate lavorano per aggirare i sistemi elettronici delle Case e, soprattutto, ci sono anche alcune persone che da “insider” nella filiera di Costruttori e Sistemisti, per qualche motivo favoriscono il reverse engineering del settore furti auto.
Separatamente, su queste pagine analizzeremo i singoli metodi di aggiramento elettronico usati nei furti d’auto oggi, come clonazione chiavi senza avere l'originale (si derivano i transponder dalle centraline) sostituzione “kit avviamento” (moduli, centraline e trasponder compatibili, già accoppiati) ma anche i futuristi furti online, con App e ovviamente la riproduzione di segnali keyless (di cui vi abbiamo parlato citando il caso della flotta Car2Go a Chicago).
Senza consumarsi nei dettagli per lodare o criticare le tecnologie di un certo carmaker, quando un sistema di immobilizzazione inedito viene violato in fretta e alla grande, si pensi anche a dirigenza che deve stare più attenta nel controllo di chi lavora su certi sistemi e maneggia le informazioni. Sarà questo un tema sempre più importante nel futuro dell'auto connessa e condivisa, più che la bontà di sempre utili bloccasterzo o allarme aftermarket.
Dopo 5 anni di calo, torna a crescere il numero dei furti d’auto in Italia. Nel 2018 sono stati 105.239 +5,2%. Dalle statistiche sullo scorso anno in Italia, risulta che tra i modelli di auto più rubati ci sono i SUV, in netta crescita, accostati alle sempre verdi utilitarie da città. Sono soprattutto Fiat Panda e Fiat 500 a popolare le denunce di furto, ma a loro, piccole italiane e generaliste, si avvicinano anche modelli di SUV che dovrebbero, teoricamente, essere più difficili da rubare grazie alle loro tecnologie elettroniche. Tra questi Range Rover Evoque, Toyota Rav4, Ford Kuga.
Fonti dati e immagini: StolenCars24, LoJack.