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Poco conta che molti non sappiano bene cosa siano le traduzioni di certi acronimi anglosassoni. Quello più generico e inclusivo oggi è AEBS, Advanced Emergency Braking System. Una volta c’era solo l’ABS, per non bloccare le ruote e già bastava a far sbagliare molti italiani, a parole, ma diminuiva da subito gli incidenti in strada e questo è ciò che conta. Se a giugno passerà l’ultima proposta discussa recentemente all’UNECE, giustissima a parer nostro, le nuove auto immatricolate in Europa a partire dal 2020, dovranno tutte avere di serie installato un sistema di controllo della frenata che eviti, automaticamente, certi tipi di impatto. La cosiddetta frenata automatica di emergenza.
Sono stati i rappresentanti di 40 Paesi nel mondo, a fare giustamente presente questa nuova necessità che se tradotta in regole da rispettare, aiuta la sicurezza delle auto di tutti, per tutti, anche ciclisti e pedoni (che a oggi sono circa il 40% delle vittime stradale in Europa).
Una stima NCAP di riduzione degli incidenti, è per circa un 38% in meno sulle basse velocità, tradotto in vite salvate, più di 1000 solo in Europa. Tra le varie tipologie di assistenza alla frenata che oggi equipaggiano tutte le vetture premium, sarà obbligatoria quella che permette almeno un funzionamento di emergenza fino a 60 Km/h. La regola varrebbe sia per auto sia per veicoli commerciali leggeri.
Dettagli da ritoccare forse, per gradualità di obbligo nei segmenti (i mezzi da lavoro meriterebbero subito) o tipologia di sistema, ma l’obiettivo è corretto. Peccato solo che sorridono, forse, in strada quegli stupidi che spesso inchiodano all'ultimo, perchè durante la guida usano il telefonino e si salvano per miracolo da un impatto (le regola aiuterà anche loro). Ma sorridono soprattutto le loro vittime, saranno tutelate da un'intelligenza artificiale quando quella degli automobilisti tende a zero. Sorridono anche i sistemisti, nelle aziende come Bosch, perché tradotto in numeri, i volumi di impianti per la frenata assistita salirebero a una quota annua di circa 15 milioni di veicoli, per l’Europa.