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Tensione in Francia nella fabbrica di Renault a Caudan, in Bretagna. I lavoratori della fonderia hanno organizzato una manifestazione di protesta contro la vendita dello stabilimento, arrivando a circondare l'impianto e a prendere in ostaggio sette dirigenti. Sono stati liberati solo nella tarda serata di ieri, dopo oltre dieci ore di sequestro. È questo l'ultimo capitolo di una vicenda scaturita dalla decisione di Renault di vendere la fabbrica, come parte di un più ampio piano di ristrutturazione finanziaria, con una riduzione dei costi di 3 miliardi di euro in tre anni.
Lo stabilimento, operativo dal 1965 e incentrato sulla produzione di bracci per sospensioni, collettori di scarico e differenziali per trasmissioni, vanta circa 350 dipendenti, che temono di perdere il lavoro con la vendita della fabbrica. Dopo aver chiesto ripetutamente di avere un confronto con la direzione, vista la mancanza di risposte da parte dei rappresentanti sindacali, gli operai hanno deciso di passare alle maniere forti. In un comunicato diffuso nella serata di ieri, Renault ha fatto sapere di condannare fermamente questo tipo di iniziativa e ha invitato alla calma, ricordando che si sta cercando un acquirente «per mantenere le attività del sito e garantire la continuità dei posti di lavoro. Questo processo deve continuare con dialogo e calma».
In Francia il sequestro dei dirigenti è pratica non così rara. Il caso più eclatante risale al 2015, quando i dipendenti di Air France, per protestare contro un pesante ridimensionamento dell'organico, assaltarono il quartier generale della compagnia aerea, arrivando ad aggredire alcuni dirigenti, che fuggirono con i vestiti a brandelli. Ma sono successi casi analoghi anche in Goodyear e in Caterpillar. E a Caudan i dipendenti sono pronti a protestare a oltranza, finché non avranno una risposta ai loro interrogativi.