Francia: elettrico vs biodiesel, come la pensano Macron e Le Pen sull’auto?

Francia: elettrico vs biodiesel, come la pensano Macron e Le Pen sull’auto?
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
In attesa del ballottaggio, il primo turno di voto francese ha rimesso in gioco i partiti e il loro pensiero sull'energia e sulle auto. Chi vuole detassare il diesel (Marine Le Pen) e chi pretende le elettriche francesi (Emmanuel Macron)
  • Alfonso Rago
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1 luglio 2024

A pochi giorni dall’incerto ballottaggio per le elezioni anticipate, i primi risultati danno in vantaggio Marine Le Pen sulla coalizione di Emmanuel Macron , che hanno idee molto diverse sui temi delle auto, dell'energia e della mobilità, e già si erano scontrati su questi argomenti alle politiche del 2017 e del 2022. Le due visioni sono in pratica opposte e coincidono solo nel caso dello sviluppo dell'energia nucleare e della tecnologia legata all'idrogeno. Sulle quattro ruote, invece, la destra francese ha posizioni simili a quelle italiane, e cioè una transizione ecologica dei motori senza imposizioni da parte dell'Europa ma legate alla disponibilità di tecnologie sempre più raffinate che però non escludano il diesel e la benzina, i carburanti sintetici e il biodiesel, che in Francia viene utilizzato più che in qualsiasi altro Paese europeo.

Marine Le Pen propone la riduzione dell'IVA dal 20 al 5,5% su ogni un litro di carburante, il che vorrebbe dire un risparmio dai 35 ai 45 centesimi e, come detto, non è d'accordo con il passaggio alla motorizzazione elettrica obbligatoria entro dieci anni perché, secondo lei, in tal modo l'auto diventerà un prodotto di lusso inaccessibile ai redditi bassi. Vuole tornare a istituire "zone a basse emissioni" nelle grandi città nei prossimi anni, vietando l'ingresso di motori termici in alcuni distretti e offrire 1.000 euro di incentivo alla trasformazione delle vetture per funzionare a bioetanolo, carburante poco costoso, la cui richiesta è cresciuta del del 33% negli ultimi mesi.

Emmanuel Macron, invece, punta tutto sul veicolo elettrico, obiettivo prefissato con il piano “Francia 2030“, che prevede due milioni di auto elettriche prodotte sul territorio francese; oggi il mercato transalpino vede i modelli elettrici al 17% delle vendite, in leggero calo. Il Presidente Macron è stato molto veloce anche nel prendere in considerazione il problema delle elettriche cinesi in Europa: la Francia è stato il primo membro dell'Unione a vietare gli incentivi ai veicoli con alti tassi di emissioni di CO2 prendendo però in considerazione anche il trasporto e le fonti energetiche relative, il che mette di fatto fuori gioco le BEV cinesi. Ha incoraggiato i progetti di Gigafactory per le batterie e  e vuole anche dare impulso alle stazioni di ricarica pubbliche, che oggi sono circa 84.000 mentre l’obiettivo è di arrivare presto a 100.000. Macron è stato anche il promotore del leasing sociale per l'acquisto delle auto elettriche di basso prezzo finanziando una tariffa massima da 100 euro al mese. 

Rispetto all’obiezione della Le Pen sul pericolo che restino escluse dall’acquisto di vetture elettriche le fasce meno abbienti, Macron prospetta  un "leasing sociale", un noleggio di auto elettriche in parte sostenuto dallo Stato per le famiglie a basso reddito, che solo al massimo 100 euro al mese.

In maniera forse sommaria, possiamo dire che da un lato Le Pen strizza l’occhio ai gilet gialli ed agli automobilisti che guardano con preoccupazione ai prezzi esposti fuori dai benzinai, mentre Macron cerca il supporto degli ambientalisti e dell'elettorato che al primo turno ha votato per Jean-Luc Mélenchon e Yannick Jadot.

Al ballottaggio, quindi, andranno a scontrarsi anche due diverse visioni del futuro della mobilità…

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