Fornero: «Per Fiat bisogna ascoltare anche i sindacati»

Fornero: «Per Fiat bisogna ascoltare anche i sindacati»
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Si incontreranno nel pomeriggio di sabato Fiat ed il Governo per discutere della situazione relativa alla posizione del Gruppo torinese nei confronti dell'Italia. Molte le reazioni delle associazioni in previsione di questo meeting
20 settembre 2012

In attesa dell'incontro tra Fiat e il Governo che avverrà nel pomeriggio della giornata di sabato, Giorgio Airaudo,  Responsabile Auto della Fiom, ha dichiarato di sperare: «che la Fiat sabato dica la verità. Per noi la priorità è la salvaguardia della capacità del Paese di fare autoveicoli, del suo know how e di tutti i posti di lavoro, dagli ingegneri agli operai. E' molto più importante sentire cosa dirà il Governo italiano e sapere se intende informare poi i sindacati. E' curioso che non siano convocati neanche subito dopo. Resta aperto il problema della rappresentanze, delle agibilità e delle discriminazioni che vanno sanate, e anche di questo dovrebbe occuparsi il Governo.»

Importante il parere dei lavoratori

Il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, esprime la volontà di incontrare anche le associazioni dei lavoratori, puntualizzando che «la prossima settimana incontreremo il sindacato. E' importante sentire non solo i vertici della Fiat, ma ovviamente anche tutti i sindacati» , aggiungendo che la data non è stata ancora fissata ma «c'è questa determinazione. E' una questione che riguarda l'azienda, ma ovviamente i lavoratori, e bisogna anche sentire i rappresentanti dei lavoratori.»

In rappresentanza di questi ultimi si è nel frattempo espresso Maurizio Landini, Segretario generale della Fiom, che in merito a ciò che potrebbe dire al Ministro del lavoro precisa che si dovrà «capire cosa succede nell'incontro di sabato, diremo al Governo che noi più della Fiat siamo interessati che si facciano gli investimenti in Italia: Marchionne può produrre in giro per il mondo ma noi, per i lavoratori che rappresentiamo, non ce lo possiamo permettere.»

Richiesto un sistema industriale italiano

Il sistema industriale va mantenuto nel nostro Paese. Chiediamo che la Fiat investa e confermiamo la disponibilità ad affrontare i temi

«Il sistema industriale va mantenuto nel nostro Paese. Chiediamo che la Fiat investa e confermiamo la disponibilità ad affrontare i temi. Chiederemo - prosegue Landini - di ripristinare la democrazia e la libertà sindacale negli stabilimenti perché ogni lavoratore della Fiat possa decidere a quale sindacato aderire.»


In merito ad un possibile sciopero generale Landini dichiara: «Sciopero generale? In una situazione in cui i lavoratori sono in cassa integrazione lo sciopero non è il massimo. Bisogna decidere con i lavoratori le forme più giuste di mobilitazione per spingere la Fiat a fare gli investimenti e difendere l'occupazione.»

Al Presidente del Consiglio i sindacati chiedono che, nell'incontro di sabato a Palazzo Chigi, Mario Monti pretenda dalla Fiat la verità. E la loro richiesta di un tavolo di confronto non resta inascoltata: la prossima settimana il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, li incontrerà.

«Sono due anni che ogni mese ci viene detto 'vedremo' e vengono rinviate le scelte - afferma la leader della Cgil, Susanna Camusso - il Governo deve chiedere la verità alla Fiat, in modo da potere prendere eventualmente delle contromisure.»

E' una questione che riguarda l'azienda, ma ovviamente i lavoratori, e bisogna anche sentire i rappresentanti dei lavoratori


Gli investimenti sono importanti

«L'unica cosa che deve fare la Fiat - osserva il numero uno della Uil, Luigi Angeletti - sono gli investimenti per produrre nuovi modelli e rilanciare gli stabilimenti. E lo deve fare con i propri soldi, non con quelli dello Stato. Quando si incassa e si guadagna si devono mettere i soldi. Fiat se la deve cavare da sola.»

Intanto l'agenzia Fitch conferma il rating a lungo termine di Fiat con outlook negativo. La decisione, riflette la previsione che il Gruppo riuscirà a gestire l'erosione della cassa nei prossimi anni, grazie alle performance stabili in Brasile e di altre divisioni che limiteranno l'impatto erosivo in Europa.

Fonte: Ansa

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