Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su info@moto.it
Sebastian Vettel contro Charles Leclerc. Due Ferrari da rottamare durante il GP del Brasile. Ovvero quando il testosterone prevale sul neurone. Perché non c'è dubbio che, nella toccata che passerà alla storia, quella fra Vettel e Leclerc è stato l'ormone maschile a dettare la manovra più che l'intelligenza. Questo incidente non è che l'ultimo di una lunga serie e probabilmente ne seguiranno altri. Da che mondo è mondo in F.1 il tuo compagno di squadra è il primo avversario. Perché si suppone abbia lo stesso mezzo a disposizione e quindi, a parità di auto, stargli davanti segna il presupposto di una carriera degna di nota. O solo di magra consolazione a fronte di una annata deludente.
Alla Ferrari non è la prima volta che gli animi si accendono. Senza andare a ritroso negli anni 50, con la pattuglia maledetta dei cinque top driver, tutti deceduti in corsa, l'epopea dei vari Musso, Castellotti, De Portago per intenderci, il caso più eclatante dell'era moderna è senza dubbio la rivalità fra Gilles Villeneuve e Didier Pironi. Il loro sembrava un sodalizio perfetto, si frequentavano fuori dalle piste, andavano d'accordo. Il 1981 scorre via veloce e sereno ma a Imola, nel 1982, esplode in tutta la sua violenza. Pironi non rispetta gli accordi presi prima del via. Villeneuve viene beffato e perde la gara, corsa a ranghi ridotti per via della defezione dei team inglesi e da quel momento vedrà in Pironi il nemico numero 1, quello da abbattere, da distruggere.
E in Belgio, due settimane dopo, in un box da separati in casa il dramma si presenta sotto forma di un tempo migliore da parte di Pironi. Mancano pochi minuti alla fine delle qualifiche, Gilles Villeneuve non vuole farsi superare da Didier e percorre un ultimo giro sull'onda della disperazione che lo porterò a decollare sulla March di Jochen Mass e a disintegrarsi contro le protezioni. Da allora le rivalità e i duelli fra compagni di squadra si sono susseguiti di pari passo al crescere della competitività di una squadra. Prendiamo la Williams. Con Mansell e Piquet. Poche sportellate fra i due, ma odio reciproco. Con un mondiale vinto da Prost grazie alla loro rivalità.
E parlando di Prost il francese fu il secondo protagonista di una rivalità accesa con Ayrton Senna, sfociata nel famoso incidente di Suzuka 89, che assegnò il titolo al francese, con la replica 12 mesi dopo di un Senna che alla prima curva buttò fuori pista Prost, vincendo il suo secondo titolo iridato. E parlando di Prost il francese è stato protagonista delle rivalità più forti negli anni 80 e 90. Con Lauda non finirono a pesci in faccia perché Niki, intelligente, aveva capito come batterlo ma nel 1984 capì che era finita la sua epoca.
Quando Prost arrivò alla Ferrari ecco ripetersi la rivalità con il compagno dell'epoca. Quel Nigel Mansell che già con Piquet era finito ai ferri corti. E' rimasta impressa nella storia della F.1 la partenza del GP del Portogallo nel 1990, con Nigel già fuori dalla Ferrari e Prost sempre più padrone della squadra. Invece che tirare dritto e involarsi alla prima curva, Mansell spinse contro il muro Prost con una cattiveria che oggi sarebbe passibile di squalifica a vita. O quasi. I tempi recenti ci hanno mostrato cosa succede in un top team come la Mercedes quando i due galletti se le suonano. Nico Rosberg e Lewis Hamilton hanno lasciato pezzi di auto in alcuni circuiti iridati, da Barcellona, con frittata in mondo visione e due auto distrutte alla terza curva, al Belgio con alettoni che volavano da tutte le parti.
E infine Vettel. Con Webber in Turchia fece la stessa cosa fatta con Leclerc in Brasile. Entrambi KO e auto demolite. E ancora Vettel con Raikkonen, ben prima del famoso GP di Singapore del 2017 con frittata a tre e Verstappen salame nel panino Ferrari. Fino ad arrivare al duello con Leclerc. Si era già visto durante l'anno che qualcosa sarebbe successo. Adesso che è accaduto, forse sarebbe da fare come fece Niki Lauda con Rosberg e Hamilton. "Il primo che fa ancora casino gli faccio pagare 10 milioni di euro di penale" disse. Ma non solo: i due furono portati in fabbrica, riunirono i 1200 dipendenti e disse loro: "Ecco, quando in pista decidete di fare casino, ricordatevi che state portando al traguardo il lavoro di questa gente". La F.1, uno sport di squadra il cui destino è nelle mani dei peggiori egoisti...