Formula 1 Austin 2013: le pagelle del GP degli USA

Formula 1 Austin 2013: le pagelle del GP degli USA
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Vettel stravince ad Austin centrando l'ottava vittoria di fila. Voto 10 per il tedesco della Red Bull, ma non è stata l'unica eccellenza
18 novembre 2013

La perfezione delle sue gare è di una monotononia esaltante (per la Red Bull) e insieme deprimente (per gli avversarsi) e ormai ci rendiamo conto che anche le nostre pagelle rischiano di essere un po' ripetitive. La colpa però è tutta.. di Vettel: cos'altro si può dire di un pilota che ottiene l'ottava vittoria di fila (!) segnando ancora una volta pole e giro più veloce, il tutto senza la minima sbavatura? E il merito non può essere solo di Newey, perchè anche in Texas se fosse stato per Webber... avrebbe vinto la Lotus. Quindi voto 10 a Vettel, anche per i tondi a cui ci sta abituando, che se le cose continuano così rischiano di essere l'unico momento di umanità in una F1 sempre più asettica. Incontenibile.

Tante le eccellenze ad Austin

Voto 10 però anche Grosjean, che nella prima gara senza Raikkonen conferma di avere ormai la statura del caposquadra: in qualifica è il primo "degli altri" e in gara riesce a tenere dietro con autorevolezza Webber che arrivava più veloce di lui. Gli eccessi di un anno fa sono solo un lontano ricordo: ora il francese è un pilota completo, e complimenti alla Lotus per avergli dato un'altra possibilità, cosa che raramente accade in F1.

Ad Austin, però, sono stati diversi i piloti che meriterebbero un gran bel voto anche se non sono saliti sul podio. Hulkenberg, per esempio, non fa quasi più notizia, eppure con una Sauber sull'orlo del fallimento ha strappato la seconda fila, ha condotto tutta la gara con i "grandi" e per poco non andava a riprendere Alonso nel finale. Anche per lui quindi voto 10, con il rammarico che difficilmente lo vedremo in Lotus il prossimo anno, perchè nella F1 di oggi evidentemente non basta un piede pesantissimo per compensare un portafoglio leggero.

E voto 10 - questo è l'ultimo, non preoccupatevi - a Bottas. Il finlandese era arrivato in F1 con la nomea del predestinato a grandi imprese, ma pur non sfigurando nel confronto con il più esperto (e comunque veloce) Maldonando, non aveva ancora lasciato il segno, se si esclude la splendida qualifica sul bagnato in Canada. Del resto già è difficile comprendere subito tutte le problematiche della F1 moderna, se poi si deve lottare con una monoposto che non sta in pista come la Williams di quest'anno tutto si complica enormemente. Ad Austin però Bottas volava: è entrato agevolmente in Q3 mentre il compagno di squadra è stato eliminato già in Q1 e per tutta la gara ha guidato con un gran ritmo, a ridosso di monoposto decisamente migliori della sua e senza commettere il minimo errore. I primi punti in carriera sono il giusto premio per un w-e da incorniciare, con la speranza che la Williams del prossimo anno gli consenta di mostrare davvero il suo talento.

Ad Austin sono stati diversi i piloti che meriterebbero un gran bel voto anche se non sono saliti sul podio. Hulkenberg, per esempio, non fa quasi più notizia, eppure con una Sauber sull'orlo del fallimento ha strappato la seconda fila, ha condotto tutta la gara con i "grandi" e per poco non andava a riprendere Alonso nel finale

La Ferrari

Voto 9, invece, ad Alonso, più per la determinazione che per il risultato finale, naturalmente: questo poteva e doveva essere il "suo" anno, ma quella che a inizio stagione era una monoposto da mondiale dopo l'estate è diventata la quarta, se non la quinta, forza del campionato. Ce ne sarebbe abbastanza per demotivarsi, ma Alonso - ancora dolorante dopo la scordolata nella gara precedente - è tornato a fare la differenza in qualifica (per lo meno rispetto a Massa) e anche dalla gara ha tratto il massimo. Certo è che quando uno dei tre migliori piloti al mondo, al termine di un giro perfetto chiude sesto in qualifica e in gara, mentre naviga in sesta posizione, dai box lo avvisano che dietro di lui non ci sono pericoli immediati (dietro!), vuol dire davvero che la monoposto è alla frutta. Domenicali ha dichiarato di attendersi una "reazione" della squadra in Brasile. Ma in base a cosa se l'auto inevitabilmente sarà la stessa vista ieri? In Ferrari per Interlagos possono solo augurarsi che piova, come ai bei - anzi brutti - vecchi tempi...

A proposito di Ferrari e Brasile, voto 5 a Massa, che ad Austin dava l'idea di uno in mezzo alle sabbie mobili: qualsiasi cosa provasse a fare sulla sua monoposto, le cose non miglioravano, anzi. E lui ha fatto appunto quello che ti raccomandano quando sei dentro le sabbie mobili: è rimasto immobile per tutta la gara, lontano dalla zona punti. Lui non capisce il motivo, noi nemmeno.

La Mercedes

Voto 7,5 a Hamilton, che con una Mercedes che su questa pista era dietro anche alla Lotus ha ottenuto comunque il massimo possibile, ovvero un posto a ridosso del podio, altri punti importanti per il campionato costruttori e la soddisfazione di essere stato di nuovo davanti a Rosberg per tutto il fine settimana. A proposito di Rosberg: per lui un altro week end da dimenticare e un voto 5 da riscattare prontamente in Brasile.ù

Voto 9 ad Alonso, più per la determinazione che per il risultato finale, naturalmente: questo poteva e doveva essere il "suo" anno, ma quella che a inizio stagione era una monoposto da mondiale dopo l'estate è diventata la quarta, se non la quinta, forza del campionato

Una anomala McLaren

Voto 8 invece a Perez, che considerando la pochezza del mezzo a disposizione e la difficile situazione in cui si trova ha dimostrato sul campo di meritare un'altra possibilità: per tutto il fine settimana ha sovrastato Button (voto 5: alla fine coglie un punto ma... chi l'ha visto?), entrando in Q3, lottando con Alonso e ottenendo un 7° posto che con la McLaren di oggi è il massimo. Il talento mostrato in Sauber non è andato perduto.

Complessivamente tutti promossi

Voto 7, ma non di più, a Webber, la cui gara assomiglia a tantissime altre già viste quest'anno: in qualifica (si) illude di poter lottare con Vettel, ma in gara parte male (ok, in Texas chi partiva dalle caselle pari era oltre modo penalizzato) e non riesce a recuperare con l'autorevolezza che ci si attenderebbe da uno che guida la monoposto campione del mondo, complici anche misteriosi problemini che capitato sempre e solo a lui. Il terzo posto, con la Red Bull, è come certi brodini: fa bene, ma è insipido.

Voto 7, ma di tutt'altro valore, anche per Gutierrez, che entra in Q3 ma viene arretrato per di dieci posizioni per un suo errore. In gara, complice una strategia azzardata, risale posizioni su posizioni finchè le gomme non lo abbandonano. Ai box ci mettono qualche giro di troppo ad accorgersene e a richiamarlo per un secondo cambio gomme, ma di questo il messicano non ha colpe. Rimane fuori dai punti, ma la sua crescita nelle ultime gare è innegabile.

Voto 6,5 - più di incoraggiamento che altro - a Kovalainen, che con una monoposto mai guidata e alle spalle solo quale turno di libere sulla Caterham entra agevolmente in Q3 e in gara, pur partendo malissimo, potrebbe andare a punti, se non fosse vittima di una misterioso calo di carico aerodinamico sull'anteriore che lo costringe a cambiare il musetto con una fermata extra che di fatto gli rovina la gara. Non è mai stato un fulmine, il finlandese, ma viste le condizioni in cui si è trovato ha fatto meglio del previsto e merita un'altra occasione in Brasile.

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