Forghieri e Materazzi, ma non solo: ecco chi ci ha lasciato nel 2022

Forghieri e Materazzi, ma non solo: ecco chi ci ha lasciato nel 2022
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Oltre a Mauro Forghieri e Nicola Materazzi, altre personalità di spicco del mondo dell'automotive ci hanno lasciato nel 2022
31 dicembre 2022

Oltre a Mauro Forghieri e Nicola Materazzi, nel 2022 ci hanno lasciato altre personalità importanti del mondo dell'automotive. Andiamo a ripercorrere le loro carriere.

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Vic Elford

Scomparso il 13 marzo dopo una lunga malattia, il britannico Vic Elford è entrato nella storia del motorsport grazie a un anno memorabile, il 1968. Dopo aver ottenuto il titolo nel campionato europeo Rally l'anno precedente, colse un successo nel Monte-Carlo con il navigatore David Stone, su una 911T. Una settimana più tardi, si impose nella 24 Ore di Daytona, su una 907 condivisa con ben quattro co-équipier. Ma la sua performance migliore - per sua stessa ammissione - doveva ancora arrivare. Dopo aver perso 18 minuti per colpa di una foratura, Elford fu in grado di polverizzare il record di velocità media della Targa Florio sulla 907 condivisa con Umberto Maglioli. Un risultato straordinario, che Elford attribuiva alla sua profonda conoscenza del percorso dell'iconica corsa siciliana. Nella parte successiva della sua carriera, si tolse diverse soddisfazioni con i prototipi. E nel 1972 ricevette da Georges Pompidou la nomina a cavaliere per il coraggioso tentativo di soccorso a Jo Bonnier e Florian Vetsch alla 24 Ore di Le Mans.

Tony Brooks

Con la morte di Tony Brooks a 90 anni il 3 maggio se n'è andato l'ultimo vincitore di un Gran Premio negli anni Cinquanta ancora in vita. Brooks fu catapultato dai libri - studiava per diventare dentista - alla F1 a 24 anni, grazie alla vittoria nel GP di Syracuse, non valido per il campionato. Nel 1956, alla prima stagione con la BRM, rischiò di morire, sbalzato dalla sua vettura con l'acceleratore bloccato. Se la cavò con la rottura della mandibola. Nel 1957, si procurò delle ustioni alla 24 di Le Mans, e dovette lasciare la sua Vanwall per il GP di Gran Bretagna al compagno di squadra, Stirling Moss, uno dei maggiori interpreti di quell'era, che vinse la corsa. Le tre vittorie colte nel 1958 a Spa, al Nürburgring e a Monza, convinsero Enzo Ferrari a ingaggiarlo per la stagione 1959, in cui si laureò vicecampione del mondo. Nel 1961, provato dalla morte di tanti colleghi, decise di appendere il casco al chiodo. 

Nicola Materazzi

Papà di vetture iconiche come la Ferrari F40 e la Bugatti EB110, Nicola Materazzi ci ha lasciato il 24 agosto. Aveva 83 anni l'uomo che nella sua avventura in Ferrari, lunga un decennio, aveva dato vita a capolavori come la 288 GTO Evo. Dopo aver lasciato la Ferrari sul finire degli anni Ottanta, Materazzi lavorò prima in Cagiva e poi al fianco di Romano Artioli peri far rivivere la Bugatti con la EB110. Poi la creazione della B Engineering per realizzare la Edonis, un modello con base Bugatti che avrebbe dovuto raggiungere una velocità di 100 metri al secondo (360 km/h). Un risultato solo sfiorato, e non raggiunto - per un solo km/h - a Nardò nel 2001.

Dietrich Mateschitz

Scomparso il 22 ottobre a 78 anni dopo una lunga malattia, Dietrich Mateschitz ha fatto la storia della F1 trasformando una scuderia di bassa fascia come era la Jaguar in una superpotenza del Circus. Mateschitz non ha avuto bisogno di dichiarazioni roboanti per lasciare un segno poderoso nella storia del motorsport. Negli anni, ha messo le ali a decine di piloti, in discipline molto diverse tra loro. E il fatto che anche chi ha visto interrompersi bruscamente il proprio rapporto con la Red Bull abbia voluto mostrare il proprio sentito cordoglio la dice lunga sulla reputazione di un uomo che ha preso una scuderia in rovina e l’ha resa una superpotenza della F1. Sebastian Vettel, che quella rivoluzione l’ha vissuta in prima persona, in Messico si è presentato in griglia vestito di nero per il minuto di silenzio, dopo aver stretto in un sentito abbraccio Helmut Marko. Didi, come lo chiamava chi lo conosceva bene, ha vissuto una strenua battaglia con la stessa dignità e lo stesso riserbo con cui ha lasciato il segno in F1. La sua storia è legata a doppio filo a quelle di Chris Horner, diventato team principal per suo volere a soli 32 anni. E a quelle di Verstappen, Gasly, Ricciardo, Sainz, Perez, Albon, Tsunoda e tanti altri.

Mauro Forghieri

Ingegnere "totale" come non ce ne sono più da anni in Formula 1, Mauro Forghieri, scomparso a 87 anni il 2 novembre, ha fatto la storia della Rossa. Anticipando quello che sarebbe diventato il suo soprannome, Forghieri piombò come una furia in Ferrari, diventandone direttore tecnico a soli 27 anni. Con la sua matita tracciò il futuro del Cavallino nelle corse, dai prototipi alla F1, trasformandolo in un presente di bruciante successo. Fu tanto esigente con chi collaborava con lui quanto umile e generoso con chi gli chiedeva di raccontare la sua straripante carriera, una volta conclusa. La sua scomparsa è arrivata a pochi giorni dalla chiusura di un cerchio che aveva iniziato a tracciare proprio lui. Dopo 50 anni di attesa, la sua 312 PB, l’ultimo prototipo ufficiale della Rossa a Le Mans, ha finalmente un erede, la 499P. 

Patrick Tambay

Patrick Tambay, ex pilota della Ferrari in F1, è morto il 4 dicembre a 73 anni. Era malato da tempo. Tambay nella sua avventura in F1 conquistò due vittorie e 11 podi. Tra gli otto team per cui corse spiccano la Renault e la Ferrari. L'arrivo a Maranello di Tambay si consumò in circostanze tragiche, visto che fu chiamato a sostituire Gilles Villeneuve in seguito alla scomparsa del canadese a Zolder nel 1982. Proprio con la Ferrari colse i suoi due successi, ad Hockenheim, corsa in cui il compagno di squadra Didier Pironi accusò l'incidente che pose fine alla sua carriera, e ad Imola nel 1983. Il quarto posto di Tambay in quella stagione fu il miglior risultato in carriera. Corse anche a Le Mans e negli Stati Uniti, senza farsi mancare qualche gara fino agli anni Duemila. 

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